FACEUn ricostruttore di volti, la cui figlia è malata, deve ridare l'identità a una vittima partendo dal suo teschio, ma strane apparizioni
Spunto poco originale che, se curato meglio, avrebbe reso il flim molto più interessante, soprattutto per le relazioni che si intrecciano fra i protagonisti. Inoltre, come in parecchi horror recenti (
2 Sisters & co.), ci sono degli inserti horror (probabilmente utili a far rientrare il film nel genere e quindi ad aumentarne gli incassi) assolutamente gratuti, fuori luogo, incoerenti* e fin troppo fastidiosamente sadakiani, per quanto stilisticamente ineccepibili (e il regista è alla sua prova d'esordio).
Una ghost story derivativa, sia nella trama sia a livello visivo, che avrebbe invece funzionato meglio come thriller/melò soprannaturale.
S P O I L E R
*
Nel dettaglio: che senso ha fare continuamente ricorso al lato spettrale-pauroso della protagonista, quando questa è già presente come un personaggio connotato in tutt'altro modo? Per giunta il fantasma fa irruzione spaventando il suo "amato" per nessun motivo apparente, visto che questo la sta anche aiutando a ritrovare la sua identità... Soffre forse di sdoppiamento della personalità? Nell’Aldilà è questo il solo modo di divertirsi?DEAD FRIEND (aka THE GHOST aka RYUNG)Ryung avrebbe anche potuto essere il quarto capitolo della (finora) trilogia delle liceali fantasma, iniziata con
Whispering Corridors. I temi sono presenti quasi al completo: innanzitutto il fantasma, poi le giovani protagoniste compagne di liceo, un rapporto inconsueto di amicizia, il colpo di scena finale e, non ultimo, un sottile filo rosso che percorre il film e che rimanda a temi ben più consistenti di quelli riscontrabili in un classico horror giovanile. Infatti il recupero della memoria perduta porta gradualmente la protagonista a scoprire una se stessa altra, insospettabile quanto malvagia, sconosciuta alla se stessa attuale, creando in lei non pochi sensi di colpa (poi, nel finale, tutto si complicherà ulteriormente). Inoltre ci sono riferimenti al rapporto madre-figlia, al contrasto ricchi-poveri, al bullismo nella scuola...
Dopo un inizio citazionisticamente preoccupante (in una sola scena affiorano alla memoria
Ring,
Dark Water,
Another Heaven,
L'esorcista e
Fantasmi) l'intreccio prosegue fortunatamente in maniera più originale e ineterssante in un impianto narrativo complesso, fatto di flashback e colpi di scena e con una essenzialità visiva che contrasta con la ricchezza di temi e sequenze.
I palesi richiami alla saga ringuiana, per quanto triti e noiosi, trovano all'interno della introspettiva narrazione una nuova giustificazione (ad esempio: i capelli lunghi servono a nascondere il viso per un preciso motivo); il livello di tensione non è altissimo, e questo è un bene in un contesto del genere, anche se il regista sa benissimo quando e come va calcata la mano con gli elementi horror.
Alla fine, quindi, una soria di fantasmi al femminile godibile, con brave attrici, una giusta dose di spaventi e un solido background narrativo non lineare.