Ci sono voluti 3-4 mesi, giocando quando andava bene una volta alla settimana e mai per più di un'ora e mezza-due, ma ieri ce l'abbiamo fatta.
GOTY meritatissimo. Valori di produzione decisamente alti, ma soprattutto, gameplay molto azzeccato e ben realizzato. I frequenti cambi di registro mi hanno ricordato l'epoca 16 e 32-bit, soprattutto quei tie-in dove nello stesso gioco c'erano il platform, il picchiaduro, il gioco di corse, il puzzle, il rhythm game, tutto quel che ci stava.
Ci ho giocato con qualcuno che non gioca mai, pur conoscendo un minimo di grammatica dei videogiochi. E ci siamo riusciti. Certo, tutto merito della permissività del gioco, che permette di continuare finché uno dei due giocatori è vivo e offre sempre la possibilità di resuscitare. Oltre ai checkpoint molto generosi. Eppure, non è un gioco che si finisce da solo, nient'affatto.
Ci sono stati momenti in cui lei proprio non ce la faceva, e ho dovuto pensarci io. Il boss della cassetta degli attrezzi era semplicemente insormontabile per lei nel momento in cui May doveva usare il martello per dondolarsi da un chiodo all'altro; lode al gioco che, in quel frangente, ti concede abbastanza tempo per fare tutto da solo (nelle fasi più avanzate del gioco sarebbe stato impossibile).
Davanti alle fasi platform più "complesse" lei rideva nervosamente e mi passava direttamente il pad. Il piccolo problema è che lei giocava con la telecamera invertita su entrambi gli assi, mentre io uso la telecamera "giusta". Potete immaginare i nodi che faceva il mio cervello trovandosi a cambiare di colpo (e sono troppo pigro per cambiare le opzioni per pochi istanti di gioco). La parte peggiore è stata il boss scarabeo, dove non riuscivamo proprio a coordinarci; le fasi platform con la visuale invertita andavano ancora, ma quello è un boss shooter e... mamma mia
Ci siamo riusciti in extremis.
Il difetto principale del gioco, secondo me, è causato proprio dalla sua varietà: i cambi di stile continui portano a una curva di difficoltà singhiozzante, con parti molto elementari seguite da sezioni improvvisamente molto più complesse, come appunto quella delle api. Qui ci siamo attenuti ai gender role tradizionali, e ho constatato che al personaggio di May vengono affidati compiti assai complessi. Tuttavia, la bravura dei designer sta proprio nel fatto che il giocatore poco esperto beneficia veramente tanto della collaborazione con uno che mastica videogiochi ogni giorno. Nessuno dei due viene mai lasciato ad affrontare da solo la situazione. Non posso quindi condividere le critiche allo split-screen, fondamentale per il gioco in locale proprio perché il giocatore esperto può aiutare il principiante vedendo con la sua telecamera e usando la propria per aiutarlo a orientarsi.
L'altro difetto è il ritmo. Alcune fasi sono troppo lunghe, e soprattutto, il gioco nel suo ultimo terzo si trascina per molto più del dovuto con una caccia al McGuffin campata per aria: secondo me ci sono volute più di 12 ore per finirlo, e l'ultima parte sembrava non finire mai. Non ho poi gradito molto le sezioni "open world": scenografiche, sì, ma troppo dispersive, specialmente se uno dei due giocatori ha già problemi a orientarsi e a muoversi in mondi ludici tridimensionali.
Tecnicamente tutto molto bello, con un design azzeccatissimo e trovate grafiche e strutturali talvolta geniali. Anche l'audio è ottimo, eccetto il doppiaggio di May che ho trovato forzato e un po' ridicolo, laddove Cody è eccezionale e il libro è spaziale
La storia riesce a evitare momenti troppo stucchevoli, lasciando il segno invece con ben altre emozioni.
Sono rimasto impressionato dalla scena in cui letteralmente strappiamo via gli occhi all'aspirapolvere, e nella scena della regina elefantina ci siamo sentiti tutti e due delle vere merde. A maggior ragione perché il gioco sembrava volgere al termine e invece no, ce n'era ancora un bel pezzo.
Al netto dei difetti, una bellissima esperienza che rivaluta la co-op da divano in un mercato che la snobba da anni, e una buona lezione di design e bilanciamento per tutti.