Secondo me non c'è nulla di più studiato delle mappe di Sunshine, soprattutto quando impari a fare i numeri con Splac 3000. E la cosa bella è che a un certo punto del gioco sei costretto/a a diventare competente, altrimenti stai lì a zompare all'infinito.
Ecco, ciò che dici qui racchiude proprio l’equivoco di fondo di Sunshine. Che in cuor suo vorrebbe ancora essere il Mario che ha insegnato alla gente a giocare, ma è fatto da una Nintendo che comincia invece a prenderti per mano nel caso che tu non fossi uno di quelli che avevano impugnato il pad del NES, bensì suo figlio, che rischia di essere soverchiato da un gioco troppo grande e complesso.
Lo SPLAC è il fulcro del gameplay di Sunshine? Sì. La trama goffissima del gioco ci dimostra che è nato prima lo SPLAC e poi Delfinia.
Ma lo SPLAC che cos’è? È un paracadute. È l’easy mode. Quando Sunshine vuole essere stronzo, te lo toglie. Ma non si fida mai a togliertelo nel contesto dell’isola felice di Delfinia. Te lo toglie in livelli alla Salvador Dalì, svincolati dal tempo e dallo spazio del resto del gioco. Te lo rende inutile in sequenze di puro nadir videoludico come quella dei “lanciagente” sotto il villaggio. Sunshine non vuole che l’isola felice ti lasci brutti ricordi di un gioco che non ti lasciava salvare da una caduta grazie a una spruzzata di pistola ad acqua.
Ho supercazzolato abbastanza
Quel che voglio dire è: Sunshine non ti chiede mai, MAI, di “imparare a fare i numeri con lo SPLAC”. Non controlla mai che tu ne sia capace. Non fa mai il check à la Demone Capra. Se giochi come una capra, lo SPLAC ti salva il culo. Che tu impari a giocare davvero bene o no, che tu assimili come si deve il sistema di controllo, a Sunshine non importa.
Ora torna con la mente all’inizio del livello labirinto di Mario 64. Giri l’angolo e ti attende un baratro molto, molto largo. Non puoi saltarlo normalmente. Ti serve il salto lungo, quello rincorsa+Z+salto.
Il gioco non te l’ha mai chiesto prima, ma adesso è aut-aut: o lo sai fare, o di qui non puoi passare.
Non solo: vuole che tu lo impari qui, perché te lo chiederà ancora in seguito.
In Sunshine non c’è mai questo check di “maturità”. Puoi continuare ad armeggiare abbastanza a caso con quel pistolone ad acqua, e con un po’ di perseveranza ce la farai.
E in tutto il gioco risuona questa indecisione: lo facciamo come sempre, o dobbiamo aprirci a una nuova generazione? Ci mettiamo dei nuovi Tik Tok Clock e Rainbow Ride, o chiudiamo con il villaggio dei Barbapapà hawaiani? E purtroppo vince la seconda, lasciando alla prima rimasugli incompiuti di qualcosa che voleva essere difficile (la foglia sul fiume avvelenato) ma è stato fatto in fretta e furia e riesce solo frustrante.