Ganpuru: Gunman's Proof (1997, Ascii/Lenar, Azione/Avventura)
Sì tesoro, vedrai che è facile. No... no... nemmeno: è un action adventure tipo Zelda, il produttore ha insistito tanto. Beh, guarda il lato positivo, così nel fine settimana sono subito da te, no? E poi è una storia western con gli alieni, tu sapessi che razza di scoppiato è lo sceneggiatore. Già... il bimbetto dici? Quel maledetto nano moccoloso, sì, quello vestito da cowboy che gira qua intorno. Ho sganciato un extra alla security, e il pischello non s'è più visto. Taaac. Ma sì, che sei la mia fruppi luppi, chi è il tuo lupacchiotto marsicano? Bacio bacio. Glielo dici al tuo lupacchione cosa indossi, e CHI HA LASCIATO APERTA LA PORTA DEL SET, PORCA PUTTANA?
Grinta, sudore e soprattutto tanta imbecillità gratuita in questo spudorato clone dell'unica avventura di Link coi capelli rosa. Nella sua brevità, Ganpuru resuscita il buon vecchio sistema "fai punti, ottieni vite" che, se appare un po' strano in un gioco del genere, lo dota tuttavia di attrattiva verso i maniaci del finire i giochi in fretta.
I soliti rompicapo stavolta sono assenti giustificati, e vacca boia se non è una cosa rinfrescante. Perché il decennio trascorso da The Guardian Legend sembra non essere passato. Alcune soluzioni, tipo il tasto per strisciare sotto i colpi, probabilmente ve le scorderete, presi dalla frenesia dell'azione...
Niente spada e niente scudo qua: nel Selvaggio West si spara o si scazzotta, e si va avanti grazie al carisma del maledetto nano moccoloso (avete presente Shin-chan?) che farebbe immedesimare anche il granito. Qualsiasi pretesa si è infranta contro uno sviluppo assai accidentato già nel Novantasette, quindi bando alla tristezza. Lo finirete in una serata o due, e saranno una serata, o due, da ricordare.
Merita oggi? C'è Zelda che ti attende in una cuccetta invece che nel solito lettone a baldacchino. Fai tu.