Visto che mi danno il La apro questo thread dedicato ad una delle grandi passioni della mia vita!
Passione che nasce in anni splendidi per la musica, sia per quello che usciva in quel periodo (e credo sia superfluo ricordare i capolavori partoriti tra il 90 ed il 95), sia perchè erano gli anni in cui di fatto formavo il mio gusto e la mia passione per la musica, vissuta da ascoltatore prima e da batterista poi!
I PJ li scopro con l'uscita di Vs., sento Rearviewmirror e mi si apre un mondo, che si arricchisce presto con gli altri nomi fondamentale di quel periodo!
Ma con i PJ ho da subito un rapporto particolare rispetto a tutti gli altri, vuoi perchè Abbruzzese in Vs. è uno shock per un batterista in erba, vuoi per quella voce....
Ten lo scopro successivamente, non so neanche io perchè, fatto sta che lo ascolto la prima volta a scuola, mentre attendo che arrivi Vitalogy!
Mettendo un attimo da parte quel clamoroso tris di album iniziale (di cui alla fine si è scritto all'infinito) preferisco andare oltre, sulle uscite della band che magari sono passate più inosservate!
No Code è, sulla lunga distanza, uno dei miei album preferiti della band (per la cronaca, gli altri sono Vs. e Yield), per le sue sfaccettature, per il suo staccarsi da tutto quello che erano stati fino a quel momento i PJ divenendo, a mio parere, l'album più personale della band visto che, ascoltandolo ora, si sente tutto ciò da cui vengono come radici ed ispirazioni, e tutto ciò che sono e che saranno a livello di stile ed atmosfere!
E così arriviamo a Yield, l'album che racchiude alcuni dei brani a cui sono più legato in assoluto (Wishlist e Given To Fly) per vario questioni personali!
Tra l'altro, è l'album con cui i PJ tornano brevemente ai videoclip "classici" con quel capolavoro che è "Do the Evolution", perfetto per come riesce a far combaciare musica, testo ed immagini!
Arriviamo a Binaural, l'album che più mi fa innervosire della band, nonostante presenti alcune delle mie canzoni preferite!
Il problema sono i suoni e la produzione ad opera di Tchad Blake, che con il rock evidentemente poco ci azzecca, visto che due canzoni che in realtà (e dal vivo) dovrebbero sfondare i muri, ovvero Breakerfall e Grievance, su disco suonano spente e senza l'aggressività che i riff di chitarra e la sezione ritmica meriterebbero!
Fortunatamente i suoni rendono benissimo sui brani più intimisti e d'atmosfera!
Arriviamo così a Riot Act, l'album più politico della band, impregnato al tempo stesso di rabbia e di speranza e figlio di una serie di tragedie (la strage del Roskilde, l'11 settembre, George Bush) che lasciano il segno sulla band!
Non piace a tanti, fanboy dei PJ compresi, per quanto mi riguarda la combo Loveboat Captain-I Am Mine-All or None vale da sola l'acquisto!
Ecco, forse di brutto ha il fatto di avere in comune con Binaural una produzione e dei suoni che non fanno uscire molto il lato più aggressivo della band (basta confrontare come suonano Save You e Green Disease su disco e dal vivo)!
Sarà un caso che il lavoro successivo della band (senza titolo, o Pearl Jam, o Avocado, come preferite voi) abbia un'attitudine molto più live come registrazione e stile!
Qui la perla assoluta è Come Back, dedicata da Vedder a Johnny Ramone!
E così arriviamo al presente, a Backspacer, che vede il ritorno a casa di Brendan O'Brien, il produttore con cui i PJ si esprimono al meglio (soprattutto Vedder, al suo apice vocalmente)!
Best opening song ever della band per me (Gonna See My Friend)!
Che altro aggiungere?
Ah già, l'aspetto fondamentale della band, la dimensione live....