Mi fanno sempre sorridere i discorsi sulla “dieta equilibrata” e sull’inutilità degli integratori, quando una buona parte dei farmaci “veri” che danno a voi e probabilmente a molti vostri familiari non servono quasi a nulla, e in alcuni casi assolutamente, dimostratamente a nulla (se doveste pagarli di tasca vostra li sbeffeggereste come fate con gli integratori, e nessun medico serio ve li proporrebbe perché costano centinaia di euro al mese).
Una “dieta equilibrata” è stata probabilmente sconosciuta al 99% dell’umanità, per il 99.99% della storia dell’uomo, eppure siamo mediamente più deboli e malati dei nostri nonni.
Il cibo che mangiamo oggi non è quello che mangiavano i nostri nonni. Non è neppure lo stesso che mangiavamo noi da piccoli.
E i nostri intestini difficilmente assorbono i componenti di una “dieta equilibrata” come gli intestini di chi non ha assunto decine di antibiotici nei primissimi anni di vita, per non parlare di tutte le componenti artificiali del cibo che mangiamo tutti i giorni.
Esempi pratici? Nella mia esperienza, un buon 85-90% di pazienti di tutte le età dopo i 18 anni è carente di vitamina D.
È dimostrato che la più “equilibrata” delle diete è del tutto insufficiente a coprire questa carenza.
Ci sono non solo studi, ma anche linee guida ufficiali che stimano che l’introito quotidiano minimo per evitare la maggior parte delle carenze è di 1000 unità.
Ma gli “scienziati” che vi parlano dalla TV e dai giornali considerano la vitamina D solo in ambito di protezione ossea (un po’ come se vi dicessero che essere anemici è normale, ed è sufficiente una quantità di sangue che dia un colore rosa alla pelle, di più non serve). Ed è visibile a qualunque medico che le 400 unità raccomandate per le ossa... continuano a lasciare la gente carente di vitamina D.
I miei sempre umani colleghi hanno preferito convincersi che adesso la vitamina D è “una moda” e che quelli che vogliono assumerla sono dei rompicazzo plagiati dalla pubblicità.
Traete voi le conclusioni, ma io credo a Ralph.