L'unica serie che veramente mi fa uscire di cervello su piattaforme SEGA è...
Golden Axe.
Partiamo dal primo. Se provate a completarlo in versione da sala, scoprirete che, nonostante sia nato sulla scia di Double Dragon e per riscattare lo scarso spessore di Altered Beast, dura poco o nulla. E per certi versi è anche più primitivo del gioco dei fratelli Lee. Ma è una bomba lo stesso: secondo me nessun gioco riesce a replicare le atmosfere di Conan come questo, perché Golden Axe oltre al massacro ci mette la grazia, la velocità e i cieli blu.
La grafica meriterebbe uno studio a sé, su come siano riusciti a creare questo spettacolo con quattro fotogrammi in croce (di cui uno per l'attacco in corsa e due per la risata a braccia conserte dei Bad Brothers). Il segreto è una progettazione meticolosa delle poche risorse a disposizione, cosa che al regista Makoto Uchida (autore anche dei Dynamite Deka) riusciva particolarmente bene. Il porting su Megadrive, nonostante sia il migliore in circolazione, ha preso parecchie botte.
Le cose migliorano col seguito, che stavolta ha la comodità di essere sviluppato (da altri) direttamente su console. Non c'è più l'effetto novità, ma la colonna sonora è persino migliore del precedente, e le tinte fiabesche vengono sostituite da colori più acidi e contrastati, che danno un effetto niente male da copertina di giornaletto pulp. Le mosse a disposizione si arricchiscono di una combo ad area, che male non fa, ma in generale i giocatori devono cavarsela con pochissimo, e questa è una cosa che più invecchio, più mi piace in questo genere di giochi.
Golden Axe III ha passato anni nel limbo del discredito, perché non era nemmeno lontanamente un porting del lussurioso
Revenge of Death Adder, ma negli ultimi anni è stato rivalutato da chi cerca picchiaduro al passo coi Novanta. Qui ci sono i percorsi alternativi e le mosse speciali sullo stile di SF2. Se il primo impatto disgusta la maggior parte di chi si attendeva un crescendo dopo il secondo episodio, e non del tutto a torto, per chi non si sottrae alla lotta c'è parecchia varietà. Per i miei gusti, pure troppa.