@Cryu: Innanzitutto una definizione di vita umana così stretta (due cellule = vita umana) non può mai essere una definizione non religiosa. Non puoi mettere la cosa sul piano logico, perché uno che non è religioso (io, ad esempio) può dirti: "vabbè, vuoi chiamare due cellule vita umana? Benissimo: resta il fatto che per me non si tratta di un essere già nato, con un sistema nervoso e capace di emozioni o dolore. Per cui che sia etichettato come vita umana (TM) non cambia la mia posizione sull'aborto".
Il ragionamento "è un organismo pluricellulare umano -> è vita -> l'aborto è omicidio" è in teoria perfettamente oggettivo, logicamente solidissimo. Ha un solo problema: va adattato alla realtà. Non capisco proprio gli assoluti, in queste faccende.
Tu decidi di considerare vita umana la cellula fecondata. La consideri vita umana anche se potrebbe benissimo abortire naturalmente entro qualche giorno (succede, e anche spesso) senza, credo, che tu stesso la consideri la morte di un essere umano. Il fatto è che non credo che la vita umana sia una cosa binaria, che o è o non è. Non credo che un grappolo di cellule sia ancora vita umana. O meglio, è vita, ma non è un essere umano.
E ancora: nessuno sta lì a dire che l'aborto è una cosa bella. È un male necessario, ed è sempre esistito. Lo scopo dell'aborto legalizzato è non fare morire le persone perché fanno aborti coi ferri da calza.
Io ho appena avuto un figlio e so cosa si prova a vivere tutto il processo, dalla fecondazione alla nascita all'arrivo di un piccolo distributore di urla e pannolini sporchi. In vita mia non sono mai stato coinvolto in aborti né mi è mai passato per l'anticamera del cervello di proporre l'aborto quando la mia ragazza mi ha detto che era incinta - o quando ragazze passate temevano di essere incinte. In altre parole: non lo farei, non mi piace e non è una cosa con cui vorrei mai avere a che fare. Però trovo che sia un diritto da difendere. Sia per motivi teorici (non penso che la definizione di essere umano debba essere limitata a una cellula fecondata), sia per motivi pragmatici (vietalo e si torna ai ferri da calza). Non bisogna supporre che chi è favorevole all'aborto sia cinico o senza cuore o egoista.
Io sono favorevole alla scelta nei termini in cui esiste oggi. Nel dubbio, ognuno affronta con la propria coscienza individuale la scelta. Non tanto perché credo che ognuno farà la scelta giusta, ma perché non è una cosa che mi sembra debba essere decisa se non dai potenziali genitori. E la difesa di ufficio dell'embrione da parte degli attivisti "pro-vita"... mi spiace, ma è una cosa che non capirò mai. In un mondo in cui esseri umani già esistenti vengono trattati come bestie, massacrati, affamati, umiliati, oppressi... non riesco ad avere alcuna simpatia per chi si batte per i "diritti" di un embrione.