Eugenio io la vedo diversamente. [mega-cut]
In definitiva a me sembra che questa strada abbia più possibilità di sbocchi rispetto alla prima, magari anche qualche rischio in più, però la vedo come l'unica possibile per un reale cambiamento delle cose.
Ho capito. Io ho votato pensando a domani, tu hai votato pensando a dopodomani.
Ammettilo: nella situazione attuale non c'è alcun "reale cambiamento delle cose". Domani, chissà.
Oggi, no.
E no, non puoi darmi del mafioso
Cosa che non ho fatto - e se riesci a dedurlo dalle mia parole e a metterlo in forma scritta ti farò i miei complimenti per l'arditezza interpretativa, considerandola come una provocazione inutile.
Invece continui a glissare su un passaggio fondamentale che riporto a puro beneficio dialettico.
Non é un discorso ideale ma di bilanciamento.
[...]
C'é da controbilanciare dalla parte sana del paese.
[...]
Si tratta di riportare l'asticella etica un po' più al centro.
Tutto molto bello e molto condivisibile. Però, credere di poterlo fare occupando una parte del parlamento senza governare è utopico. Infatti:
E per farlo bisogna vedere per prima cosa di buttar fuori dalle stanze dei bottoni chi ha estremizzato l'approccio del vantaggio personale o di amici o cosche o famiglia nel pubblico [...]
Cioé: si aspetta che cambino gli altri.
Oppure: si fa campagna elettorale per le prossime elezioni.
O ancora: si ottiene una maggioranza assoluta e poi si vedrà.
Tutte soluzioni che rimandano la questione a un governo di domani.
Ma oggi?
Che fine hanno fatto i voti di oggi?
Hanno fatto la fine che fanno i buoni sconto scaduti trovati nel portafogli.
Li guardiamo un momento, forse ricordiamo pure il motivo per cui li avevamo tenuti.
Poi li buttiamo.
Allo stesso modo, oggi abbiamo un governo che può piacere o meno nei proclami ma che:
1. nel manifestare palesemente l'essere tenuto in ostaggio da una forza partitica non di maggioranza, e
2. nell'escludere completamente un terzo dell'orientamento elettorale
ripristina *nei metodi*
l'approccio del vantaggio personale o di amici o cosche o famiglia nel pubblico.
Il governo attuale è la manifestazione che le cose, dall'esterno, non le cambi.
Ha impiegato una settimana a tessere, ricomporre e dare una mano di vernice. Lasciando fuori proprio chi si è dichiarato fuori.
Contenti loro, contenti tutti?
No, contenti loro - e stop. Ne perde il pluralismo, ne perde la democrazia - quella reale, non invocata - e in ultima istanza ne perde l'Italia.
Fare politica è: rimboccarsi le maniche, sporcarsi le mani e accettare compromessi.
Sul "rimboccarsi le maniche" ribadisco la mia ammirazione per Sister.
Coi guanti sterili si fanno operazioni chirurgiche.
È vero che non è il M5S a essere il baluardo dell'antipolitica. Perché il M5S sta dimostrando di non volerla proprio fare, la politica. E a me dispiace, indipendentemente dal mio voto, perché aveva i numeri per proporre, per sistemare e chissà, magari, anche costruire.
Magari.