Ieri mi sono visto
Grotesque e debbo dire che ha superato le mie aspettative, le quali, a essere sinceri, erano piuttosto basse. Mi aspettavo, infatti, un film derivativo di seconda battuta, ovvero un rigurgito nipponico delle pellicole alla
Hostel, le quali, a loro volta, sono una ridicola e addomesticatissima reinterpretazione dei torture porn giapponesi (Eli Roth, per me, è un cosplayer del Kakihara filmico di
Ichi the Killer, non un regista... giusto per chiarire le premesse
). Invece, Kouji Shiraishi confeziona un lungometraggio sinceramente nipponico in ogni sua componente, dalla sceneggiatura alla regia, passando per la fotografia.
Certo, l'originalità è descrivibile come un asintoto tendente a zero, considerato che, durante la visione, si accavallano nel cervello dell'osservatore più smaliziato un'infinità di richiami ad altre pellicole 'storiche' del medesimo genere. La prima che viene in mente è il
Guinea Pig diretto da Satoru Oga (ovvero l'episodio
Akuma no Jikken AKA
Devil's Experiment), ma non mancano 'omaggi' al cinema di Kazuo 'Gaira' Komizu (i vari
Shoujo no Harawata AKA
Entrails of a Virgin AKA unaqualsiasidelleduecentoversionioccidentalidelti
tolo) o a quello di Daisuke Yamanouchi (da
Red Room a
Girl Hell 1999). Questo, però, è almeno in parte giustificato/giustificabile dalla relativa inesperienza di Shiraishi nel genere, il quale, dopo una serie di rispettabili angura horror (
Dead Girl Walking,
Carved), si cimenta per la prima volta nel torture porn, facendo così inevitabilmente riferimento ai 'classici'. Il regista, comunque, aggiunge tocchi personali, tra cui quello di non sottoporre esclusivamente la vittima femminile alle torture/mutilazioni, ma garantendo anche al suo partner maschile un analogo trattamento. Si supera così quella (seppur particolare) misoginia di fondo del genere, dando vita al primo torture porn giapponese delle pari opportunità. Detta così fa ridere, ma su celluloide l'effetto è tutt'altro che ilare e, per certi aspetti (psicologici), interessante.
Come al solito, Shiraishi si trova a suo agio ad agire in un budget ristrettissimo, tirando fuori un'atmosfera intensa da un'unica location e tre personaggi. In tal senso, aiutano molto gli effetti speciali curati dal (mio personale) mito Yoshihiro Nishimura, che abbandona momentaneamente mostri e mutanti, in favore di protesi realistiche e ben dettagliate.
La situazione generale, comunque, è parossistica, con picchi d'assurdità grotteschi (per dire, dal film sembra che i giapponesi, sia uomini che donne, quando eiaculano sparano i liquidi modello hadouken), ma in fondo
Grotesque è il titolo e la dichiarazione d'intenti del film, quindi c'è poco da stupirsi.
Ritornando al discorso che si faceva un po' di tempo fa,
Getter, a me è saputo un dignitoso pezzo di cinema di genere nipponico, lontano da ammiccamenti alla filmografia, al pubblico e al gusto americani.
Parlando di Nishimura, invece, ho letto che ha invitato tutti i suoi estimatori al proprio laboratorio per aiutarlo a far piazza pulita di tutto il materiale che ha prodotto, invitandoli a portarsi a casa quello che gli interessa, dal fallo mutante di
Tokyo Gore Police agli esoscheletri tecno-organici dei Necroborg di
Meatball Machine. Giuro che se non dovevo lavorare e se l'avessi saputo per tempo sarei partito al volo. La mia scelta? Il pupazzo della Dog Woman di
Tokyo Gore Police, con tanto di katane a posto di braccia e gambe, da usare come stiloso puff durante le partite a
Oneechanbara Vortex .