Si, son imboscati e lavativi.
È gente che ci tiene alla pelle.
Riapri il link dell'articolo e guarda bene l'espressione della moglie che saluta il marito.
Fallo ora però.
Non sembra contenta, men che meno orgogliosa. È benedetta da una lucidità violenta, assoluta: il suo compagno è appeso a un filo di lana.
È la medesima faccia che aveva mia madre il giorno che son partito per svolgere il servizio milirare.
Ed era il 91, non c'era guerra (il golfo sarebbe venuto dopo), eppure aveva un espressione come se stessi andando al macello.
È normale che un essere umano sia preoccupato se un suo congiunto, una persona alla quale si vuol bene si imbarchi in qualcosa di pericoloso, che sia andare in guerra come andare a fare manutenzione in un pozzetto delle fogne.
Sarebbe inumano il contrario.
Anche io, da militare, quando facevo servizio, tenevo alla mia pelle.
Ma non mi ha mai impedito di intervenire (primo giorno in stazione), armi pronte, in un ufficio postale per via di una rapina avvenuta 3 minuti prima (io ed il mio collega abbiam mancato i ladri (3, con armi lunghe semiautomatiche) per 30 secondi), o di rimanere 2 ore colla macchina di servizio letteralmente sopra 3 bombe a mano della II guerra mondiale, trovate in spiaggia da alcuni bagnanti, in attesa dell'arrivo degli artificieri (scortati, poi, in una cava per farle brillare in sicurezza).
Paura? Tanta, non sai quanta. Ma il pensiero che ci fossero persone a rischio per la mia codardia mi spaventava di più.
Non ti conosco per cui non giudico.
Io sono nato e cresciuto in un paese e in un contesto di pace assoluta.
Ci è andata particolarmente di culo, già, ma tant'è.
Io pure.
Ma non è la difesa di quel che è costato fatica, sacrificio e sangue che ci deve spaventare.
Quel di cui dobbiamo aver paura, aver terrore, sono i mille compromessi etici e morali coi quali siam disposti a venire a patti per evitare di impegnarci ed essere un minimo all'altezza di coloro che han sacrificato le loro vite per permetterci di vivere in questo contesto pacifico.
Perché, tieni ben presente, se non lo difendiamo noi, il nostro contesto pacifico, non saranno certo i putin del mondo a lasciarcelo come "riconoscimento" per avergli lasciato campo libero e non essere intervenuti a nostra difesa.
Io guardo quell'immagine e penso: medioevo.
No grazie.
Io guardo quell'immagine e penso a quanto tutti noi abbiam da perdere, a quanto abbiam dato per scontato diritti che, invece, dovevano essere maggiormente difesi, con maggior vigore, in mille occasioni nel passato.
E penso a quanto dovremo ancora perdere prima di capire quanto veramente importante tutto questo sia.
E, sopratutto, penso a quanto questa nostra civiltà sia ancora troppo debole contro mostri come putin.