L'hai letto almeno l'articolo?
secondo te no?
Nell'articolo viene spiegata la meccanica ludica legata all'apprendimento delle lingue e non è nulla di esoterico o mirabolante. Se poi tu ci vuoi leggere chissà quale banfata muliniana e tua facoltà, ma è un post su un blog che non legge nessuno, mica uno strillo di copertina appena sotto il titolo.
Citavo la cosa perché, dato che il dubbio di tutti è "in questo gioco pare che non si fa un cazzo di niente" (dubbio che nutro anche io), questa meccanica aggiunge una sfumatura al quadro generale. È una cosa di cui fino a ieri nessuno aveva mai parlato e non è detto che non ci siano altre cosucce di questo tipo che rendono l'esperienza più varia e appagante.
Per la cronaca, Murray spiega che in giro per l'universo ci sono svariate razze aliene che hanno il proprio linguaggio. L'apprendimento funziona banalmente interagendo con membri di quella razza, leggendo testi o scoprendo artefatti. Più si interagisce e più si comprende la lingua con la possibilità di avere migliore comprensione della stessa (fa l'esempio di un cartello dove c'è scritto "non premete questo pulsante rosso") o ottenere sconti dai commercianti.
Interessante questo passaggio:
Alcune delle lingue, o meglio, una in particolare, è molto più difficile da apprendere delle altre”, aggiunge Sean. “Credo che sarà possibile decifrare alcuni dei dialoghi solamente collaborando online.
Che può fare ipotizzare come esista una razza dall'importanza rilevante (immagino una razza primordiale tipo Prothean di ME)
Specifica anche che nel gioco non c'è un livello di narrazione approfondita, niente dialoghi alla Mass Effect, per intenderci.
Chiusa divertente:
“Non stiamo cercando di creare un linguaggio che la gente possa usare nel mondo reale, come quando ho imparato il Klingon da bambino perché pensavo che fosse un buon modo per rompere il ghiaccio. Non è andata come speravo!
Non mi aspetto di vedere gente alle convention che parla una delle nostre lingue. Sarebbe tremendo, non fatelo!
Questi pare che mi siano entrati in testa, ci stanno mettendo tutto quanto sognerei di aver in un prodotto che debba stuzzicare il mio sense of wonder per il concetto di scoperta di un mondo o civiltà, con la sua storia (artefatti) e i suoi costumi.
Se penso a cosa in ambito videoludico mi abbia lasciato un segno indelebile non posso non pensare ai paesaggi alieni di Shadow of the Beast, che sembravano celare chissà quale storia dietro quegli irraggiungibili strati di parallasse, con io che mi muovevo in essi sempre in bilico tra la tensione verso la sopravvivenza, e il brivido per il senso di scollamento da un mondo conosciuto e padroneggiato, per proiettarmi in qualcosa di estraneo.
Per me non c'è bisogno di altro, se uno scorcio, un paesaggio, un monolite pulsante di segni indecifrabili che si stagli su un cielo dai colori stranianti riescono a smuovermi dentro come un terremoto, che importanza ha cosa io debba fare correndo, sparando, saltando?
Ci sto giocando già da ora, forse ci ho sempre giocato, e magari sarà al momento di farlo partire realmente che il gioco avrà fine per me.
Ma non resterei col dubbio per nulla al mondo...