Ho capito che questo è il topic di osannare la semidivinità, però i film sono *con* Arnold, non *di* Arnold
Comunque sia, ho votato:
- Conan il Barbaro
- Terminator
- Commando
- Predator
- Terminator 2
perché sono quelli che della sua filmografia ricordo meglio, e in positivo, mentre per altri avrei voluto mi restituissero i soldi del biglietto - due titoli su tutti, I Gemelli e Terminator Genisys -.
Conan il Barbaro e
Terminator svettano perché in entrambi il personaggio è inscindibile dall'attore, e il primo, in particolare, è il film che sta a Schwartzenegger come Il Corvo sta a Brandon Lee (RIP): sostituisci l'interprete con chiunque altro, e tutta l'impalcatura crolla miseramente.
Gli altri film che ho votato sono notabili perché sfruttano la nota
versatilità prestanza del Nostro per caratterizzare in maniera più rotonda le sue azioni, usando o l'ironia - in
Commando -, o lo scontro spostato dal piano fisico a quello tattico - in
Predator -, o facendo il percorso di andata e ritorno dall'attore in carne e ossa che interpreta un cyborg, il quale evolve nell'arco narrativo agendo infine da uomo - ovviamente, in
Terminator 2 -. Per questi tre film devono molto del loro successo a ottimi lavori di sceneggiatura e regia, ma ciò non toglie che la Sua presenza dia innegabilmente un valore in più al risultato complessivo.
Ovviamente dovete commentare con citazioni e vari aneddoti di come il Nostro abbia interagito nella vostra (insignificante al di lui cospetto) esistenza.
Un paio di aneddoti personali, li ho. Il primo riguarda la mia iniziazione al cinematografo. Ho visto Conan il Barbaro al cinema, con mio papà. Non ricordo se fosse lui ad accompagnare me, o io ad accompagnare lui; ma ricordo che nonostante la mia giovinezza e la conseguente incapacità di comprendere i riferimenti culturali della pellicola, capii la disperazione della schiavitù, il senso della rivalsa, e la necessità di combattere una guerra per ritrovare la pace. In qualche scena mi spaventai. Ma quando uscimmo dalla sala, sia mio papà che io eravamo pronti a tirare fendenti e a combattere per la libertà.
Di Terminator 2 ho invece un ricordo diverso. Mi pare sia stato il primo film in cui ho pianto pubblicamente, celato nel buio della sala cinematografica, nella scena che per pathos e significato avrei dopo pochissimi anni ritrovato in un altro film di fantascienza, Ghost in The Shell. Il momento topico, per me, risuona quando l'entità creata per una missione specifica cambia il proprio fine, e per farlo deve superare, tragicamente, i suoi limiti. Suoi perché imposti da altri, non suoi per scelta. E nella rottura di questi vincoli, nella ribellione a essi, l'entità realizza un destino, questo sì proprio e voluto, che andrà compiuto necessariamente concludendo l'esistenza.
La morte diviene mezzo per la liberazione dello spirito.
E la vita continua nei compagni di viaggio, a loro volta cambiati e rinnovati dall'esperienza vissuta.