Infatti avevo scritto che alla Germania sarebbero andati 3,6 miliardi di sconti (altra cosa inspiegabile, ma anche qui i tedeschi fanno il loro sacrosanto interesse nazionale, noi invece facciamo l'interesse nazionale degli altri).
Non so cosa abbiano letto quelli de Il Post ma l'accordo è chiaro, all'articolo 19, pagina 6, c'è scritto:
I piani per la ripresa e la resilienza sono valutati dalla Commissione entro due mesi dalla presentazione. Nella valutazione il punteggio più alto deve essere ottenuto per quanto riguarda i criteri della coerenza con le raccomandazioni specifiche per paese, nonché del rafforzamento del potenziale di crescita, della creazione di posti di lavoro e della resilienza sociale ed economica dello Stato membro. Anche l'effettivo contributo alla transizione verde e digitale rappresenta una condizione preliminare ai fini di una valutazione positiva
Ed infatti tanti giornalisti, passata l'irrazionale euforia di ieri, oggi si stanno accorgendo della fregatura, ne ha scritto persino Federico Fubini sul Corriere della Sera (non certo un pericoloso sovranista visto che è quello che non scrisse dell'aumento a doppia cifra della mortalità infantile in Grecia a seguito della cura somministrata dalla troika perché, a sua dire, non voleva che la cosa fosse strumentalizzata dagli antieuropeisti).
Basta una breve ricerca sui siti ufficiali delle istituzioni UE per scoprire che per l'Italia fra le raccomandazioni del 2019 (quelle prese in esame per la valutazione) c'era la richiesta di un bel taglio della spesa pubblica primaria netta dello 0,1% del PIL all'anno che corrisponde ad un "aggiustamento strutturale annuo pari allo 0,6% del PIL", usando le loro stesse parole. Una roba devastante (il nostro PIL è di circa 1700 miliardi, fate voi i conti) sempre, ma in un regime di crisi come l'attuale diventerebbe una pietra tombale sul nostro paese.
https://ec.europa.eu/info/sites/info/files/file_import/2019-european-semester-country-specific-recommendation-commission-recommendation-italy_it.pdf(pagina 14, al punto numero 1, tanto per non lasciare adito a dubbi):
assicurare una riduzione in termini nominali della spesa pubblica primaria netta dello 0,1% nel 2020, corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,6% del PIL; utilizzare entrate straordinarie per accelerare la riduzione del rapporto debito pubblico/PIL; spostare la pressione fiscale dal lavoro, in particolare riducendo le agevolazioni fiscali e riformando i valori catastalinon aggiornati; contrastare l'evasione fiscale, in particolare nella forma dell'omessa fatturazione, potenziando i pagamenti elettronici obbligatori anche mediante un abbassamento dei limiti legali per i pagamenti in contanti; attuare pienamente le passate riforme pensionistiche al fine di ridurre il peso delle pensioni di vecchiaia nella spesa pubblica e creare margini per altra spesa sociale e spesa pubblica favorevole alla crescita
(ah, c'è anche l'imposizione di applicare in pieno la riforma Fornero, perché gli ultra sessantacinquenni saranno anche a rischio coronavirus, ma al lavoro a spaccarsi la schiena fino alla morte possono andarci)
Cmq io quello che penso l'ho detto, mi fermo qui, anche perché oramai manca poco e a breve (più o meno, visto che si parla dell'anno prossimo...) vedremo quali saranno realmente le conseguenze dell'accordo.