Anyway, giusto per commentare il video di Fanzaga, a mio parere questa visione privilegiata, blindata della fede ci consente di individuare con accuratezza quasi matematica i credenti fasulli (e, con ogni probabilità, cretini) da quelli autentici. Credere a/in qualcosa dalle incalcolabili implicazioni esistenziali, individuali e sociali, in vita e dopo, senza riflettere, senza porsi domande è, imho, da autentici imbecilli. I romanzi (come Niebla di Unamuno) o le poesie (come In Memoriam di Tennyson) più grandi ci mostrano come la fede sia un approdo sofferto, una lotta intellettuale e spirituale continua, ma che può rafforzarsi proprio attraverso il dubbio delle menti più sensibili e aperte al confronto. Naturalmente, la chiesa, in quanto istituzione umana con la presunzione, auto-contraddittoria, di interpretare il divino, ha bisogno di strumentalizzare questa opposizione per trasformarla in paura, infondere il terrore psicologico di essere nell'errore, di appartenere all'elemento sbagliato dell'opposizione. Sostenere un discorso la cui forza non è nei suoi dogmi, ma nei discorsi che inibisce, nelle domande che non fa sorgere perché sospinte nell'impensabile. In questo senso il discorso atroce di don Livio ben esprime l'essenza più autentica del discorso cristiano/cattolico, l'unica coerente, perché se pensi di avere la grazia, non può esserci confronto con tutto ciò che è altro, con tutto ciò che è falso e dannazione.