Copincollo qui una nota che ho appena scritto per la rabbia che ho verso l'ottusità della critica... Comunque vi consiglio di vederlo.
A livello tecnico è un capolavoro. Trier è sempre stato un regista che apprezzo per il rigore formale. Fa quello che serve alla pellicola, nulla di più, non ostenta.
Qui mi ricorda Glenn Gould quando approccia Mozart. Un soggetto che forse nemmeno lui ama tanto, ma che gli permette di mostrare il suo virtuosismo.
L'incipit è una delle cose più incredibili a livello di fotografia e delicatezza che ho mai visto muoversi su schermo, il film poi diventa un horror psicologico che scava nel profondo del dolore umano, per un finale violento che schiaffeggia lo spettatore, con una tesi forse un pò "particolare", ma in generale le visioni che si susseguono sono altri quadri a dimostrazione di come Trier sia un regista immaginifico il cui talento si sapeva, ma che si spinge oltre qualsiasi più rosea aspettativa...
Cannes l'ha fischiato.
L'orgoglio italiano si è sentito punto dalla dichiarazione di Trier che affermava di non conoscere il nostro vate orrorifico Dario Argento, con tanto di figlia Asia in giuria (senza contare la battutina di un giornalista che forse pare non sapere bene chi è Tarkowsky, le cui analogie con Solaris a livello di dramma psicologico mi sono sembrate abbastanza evidenti).
La critica l'ha disprezzato. Torture Porn, osceno, spudorato, così l'hanno commentato. I pochi a favore lo premiano più per una presunto coraggio nel proporre un film così.
Ma siamo sicuri che Antichrist sia così come viene dipinto?
Personalmente sono entrato in sala proprio per farmi una idea personale, e questa mia cocciutaggine, accompagnato da una delle poche persone che non mi hanno liquidato dicendo "Perchè vai a vedere quelle porcate?", mi ha premiato.
Premetto: "Antichrist" l'ho adorato.
E' un film non per tutti. Ha una sua estetica ben delineata, estrema, una sua tesi che non piacerebbe ai gruppi di femministe e sinceramente che non approvo (forse al buon Lars le donne hanno fatto qualche dispetto), ma è un'opera che trovo incredibile.
L'incipit è di una bellezza disarmante. Ciò che la critica si è frettolosamente compiaciuta di liquidare come "Il figlio muore mentre due scopano" rivela come un evento apparantemente scandaloso e di cattivo gusto, nelle mani di un regista incredibilmente abile (sapevo fosse registicamente bravissimo Trier, ma non immaginavo sino a questo punto) si trasforma in un'opera d'arte dalla forza inaudita e mai vista prima.
Sulle note di Handel (brano che mi è particolarmente caro, che ho anche riarrangiato per quartetto d'archi) "Lascia ch'io pianga", il tempo viene dilatato all'estremo (perchè appunto "estremo" è la linea guida di tutta la pellicola), con un bianco e nero gargantuesco in una scena di una delicatezza e poesia da commuovere.
Il viso del bambino accarezzato dai fiocchi di neve nel momento della sua caduta, il groviglio di corpi...
Ad un primo impatto mi sono chiesto se a Cannes avessero proiettato lo stesso film, perchè il solo inizio basta a mutolire qualsiasi persona con una coscienza artistica.
Il film si dipana in un horror molto psicologico, con alcune visioni dove Trier si lancia in virtuosismi esasperati, regalandoci una delle più belle fotografie mai viste, mentre per quasi tutta la durata del film si limita al "necessario", cifra stilistica che ho sempre adorato.
Come horror è vincente, la tensione e lo scavare profondamente nella mente e nella disperazione dei due protagonisti mantiene lo spettatore in uno stato continuo di ansia, sino all'epilogo finale.
Gli ultimi 20 minuti sono quelli "incriminati", mostrando scene di torture e mutilazioni.
Antichrist è un film sul dolore, sulla punzione corporale per esorcizzare il senso di colpa. E' forse un film d'accusa sulla natura femminile come malvagia, ha una simbologia spesso criptica, ma superati questi pochi minuti in cui Lars forse si lascia scappare la mano, ma pur sempre mantenendo stile e asciuttezza formale, si arriva a un finale che ti incolla alla poltrona come pochi altri film sanno fare.
Antichrist è un film moderno, utilizza un linguaggio violento per rappresentare il male.
Non è un film volgare o pornografico, anzi, come già detto, mostra una bravura tecnica impressionante e regala dei veri e propri quadri di rara bellezza, come mai si sono visti su schermo.
L'impressione che ho avuto è simile a quella ascoltando Glenn Gould suonare Mozart.
Un soggetto forse "forzato" per i gusti dell'artista, solitamente amante del rigore senza ostentazione, ma che proprio per questo divaga liberamente mostrando appieno la sua fantasia interpretativa e l'estrema bravura. Certo, alcune scelte interpretative possono risultare estreme, ma sono comunque una testimonianza dell'abilità di un grande artista.
Cosa buffa è che in entrambi i casi critici e recensori si sono sprecati in insulti e stroncature.
Importante citare la prova dei due attori, fenomenali nel reggere una performance così complessa, con una Gainsbourg di una bellezza e bravura sconcertante e un Dafoe magistrale.
Se trovo becero e vile l'atto di fischiare un'opera d'arte di un artista che da anni si impegna a proporre cinema di qualità (qualora si fosse contrariati dalla qualità finale, basterebbe non applaudire, per rispetto alla sua carriera), "Antichrist" comunque come dice lui è il film più importante della sua vita, secondo il mio modesto parere perchè è la dimostrazione delle abilità tecniche e della visione di uno dei migliori registi del nostro tempo.
Consigliato a chi intende vederlo abbandonando pregiudizio e bigottismi vari.