- Miglior Gioco dell'Anno
1) Sekiro
Non potevo proprio non dargli questo voto, onore al merito.
Sekiro non si accontenta di essere anzitutto un videogioco brillantemente fiero della sua natura fortemente ludica e di sostanza, un rappresentante eccezionale del gameplay puro.
Sekiro é una palestra di vita, é un dojo, é un gioco che come condizione necessaria per essere portato a termine richiede dedizione ed impegno che vengono richiesti al giocatore e che vengono trasformati in soddisfazione immensa per ogni singolo progresso realizzato.
La sfida non é eventuale ed accessoria, è parte integrante del processo che, infine, porterà il giocatore a 'vincere' e ad essere un giocatore migliore, più consapevole delle proprie capacità latenti che erano lì fin dall'inizio ma andavano stimolate e risvegliate.
É uno dei pochi titoli in cui l'apporto umano fà così clamorosamente la differenza, e per realizzzare questo hanno preso l'ossatura di un Soulslike e la hanno totalmente privata di statistiche Rpg per renderlo un action-stealth completamente basato sull'abilità del giocatore.
Illuminanti sono le due uniche statistiche di Lupo, il protagonista: Vitalità e Attacco, e queste possono essere 'livellate' solo ed esclusivamente sconfiggendo boss, mid-boss e scovando aree segrete molto ben nascoste.
Questo è di per sé esemplare di che tipo di gioco sia Sekiro, ossia un gioco che non fà sconti a nessuno, in cui bisogna per forza passare dall'apprendimento delle meccaniche (e studio dei pattern avversari, che belli quei pattern) altrimenti semplicemente non lo si porta a termine.
Sekiro è anche una ventata di aria fresca nel genere action, ha di fatto istantaneamente creato un sottogenere di pari dignità e probabilmente più interessante rispetto alle fondamenta action ben rodate ed oliate preesistenti, fare questo al giorno d'oggi é un'impresa che ha del miracoloso.
Il mondo di gioco inizialmente appare fin troppo lineare e a senso unico, basta peró superare un determinato scontro affinché diventi completamente aperto e la componente adventure vada alle stelle come solo i migliori sanno fare.
Nota finale sulle boss fights: non avranno la versatilità e approcciabilità di altri action, alcune sono più rigide di altre disincentivando un pò la sperimentazione, peró una cosa la voglio dire: nel complesso di emozioni che mi han trasmesso, di bellezza dei pattern di attacco, di stile e di sfida, questi boss per me vanno oltre il semplice concetto di bella boss fight da ricordare.
Per me sono proprio da annali del videogioco. E fà piacere che questa generazione abbia generato un qualcosa di simile.
Grazie Sekiro, grazie From
2) Devil May Cry V
A grande malincuore devo assegnare la seconda posizione a causa dei ninja.
Perché DMC V non solo é l'action con il miglior combat system di sempre (nei personaggi di Nero e Dante), é una filosofia di gioco volta al miglioramento personale e alla sperimentazione di combo personali, ed è anche stato il gioco che più mi ha emozionato nel corso dell'anno.
Perché l'ho atteso (il precedente del reboot temevo avesse posto fine alla saga, ringrazio la lungimiranza di Capcom ed Itsuno nell' averci creduto e ad averlo fatto tornare con lo stile classico), bramato, desiderato ed infine é arrivato.
E sebbene non sia tutto perfetto (direzione artistica altalenante, Soundtrack non magnifica al di fuori di Devil's Trigger, Level design scremato dalle impurità di fasi platform realizzate male come nel quarto capitolo ma un pò troppo asciutto, sfida che emerge solo con l'approfondimento ed il rigiocare contenuti) é davvero quel che desideravo, un pozzo senza fondo di profondità, complessità, tecnicismo semplicemente all'apice umanamente possibile.
Anche molto apprezzabili caratterizzazione personaggi, ritmo e storia (seppur semplice), è un titolo che mi porteró dentro per sempre e che rigiocherò finché ne avrò la possibilità.
DMC is back
3) Astral Chain
Un titolo sicuramente meno tecnico di quanto credessi (visti gli sviluppatori) e con qualche scelta non perfetta nella strutturazione del moveset e combo annesse o nella eccessiva semplicità delle fasi investigative, eppure questo titolo mi ha divertito dal primo all'ultimo istante.
Con la sua idea abbastanza fresca (o comunque poco esplorata) di basare un combat system sulla gestione di due personaggi a schermo controllabili separatamente e sinergizzabili, con il suo bestiario corposo e solido, con la sua estetica accattivante, con la sua OST spettacolare.
E anche con questa idea di ibridazione action adventure con momenti platform che gli dona varietà e diversificazione sebbene non sempre ognuna delle componenti sia perfettamente inserita e bilanciata.
C'é un altro motivo che gli é valso il podio: é un gioco in crescendo: inizia in un certo modo, mostra le sue carte, rimescola quelle carte, sembra volersi adagiare ma tutti i capitoli finali sono incredibili per ritmo, aumento della difficoltà, boss fights (molto concentrate verso la fine appunto) ed ha dei contenuti pazzeschi considerato il genere di riferimento. Bravi Platinum, da voi voglio un sequel che affini i pochi difetti
- Miglior Gioco Indie dell'anno
Baba is You
Un titolo assolutamente geniale, un inno al pensiero laterale, un puzzle game di classe ed incredibilmente fresco da giocare.
Soddisfazioni immense anche solo nel superare un paio di livelli, assuefacente, sorprendente, capace di cambiare le carte in tavola con un paio di variazioni minuscole rispetto a quanto si credeva di aver padroneggiato, in una parola sontuoso
- Miglior Gameplay dell'anno
Devil May Cry 5
Lo meriterebbe Sekiro, ragionando con la testa.
Ma, di cuore, il premio spetta ovviamente a DMC V perché parte da una base già solida (DMC 4 da cui pesca a piene mani) ed edifica su essa con l'obiettivo ultimo, perfettamente centrato, di 'ottenere' come risultato la creazione del miglior combat system esistente fra tutti gli action nipponici (che a loro volta sono gli action piú profondi e complessi di tutti) per i personaggi di Nero e Dante.
Questo é il traguardo di DMC V, Sekiro é invece un qualcosa di fresco ed inedito nel panorama action e quindi leggermente meno solido ma di certo dirompente e non meno lodevole.
- Miglior Level Design dell'anno
Death Stranding
Che sostanzialmente ha un mondo di gioco stracolmo di eccellente level design, al punto da non far rimpiangere affatto un level design più lineare.
É incredibile come sia sempre così qualitativamente eccelso a prescindere dal percorso pianificato (con la pianificazione che puó andar storta tra l'altro), dagli strumenti che ci si porta dietro e quant'altro.
C'é sempre un sentiero che consente di aggirare un ostacolo, c'é sempre una via alternativa, un altro modo di approcciare ed interpretare la mappa.
Poi nel gioco si può ottimizzare ed essere iper efficienti trovando i percorsi migliori e più sicuri, ma questo non toglie nulla al lavorone che c'é stato dietro
- Miglior Comparto Visivo/Grafico
Death Stranding
A mani basse per me, graficamente eccelso e grande direzione artistica, i suoi scorci mi hanno tolto il respiro.
Inoltre è appunto un ottimo esempio di lato tecnico ed artistico che viaggiano sullo stesso binario
- Miglior Comparto Sonoro
Astral Chain
Con una Soundtrack magnifica, galvanizzante, varia, perfettamente adatta al gioco.
Runner-up: Death Stranding
Che ha anche un eccellente sound design. Piaciute le varie track del gioco (anche se ho amato molto più quelle dell'inizio rispetto alle tracce 'centrali' per poi riprendersi alla grande nella parte finale)
- Miglior Trama/Narrazione
Sekiro
Incredibilmente aggiungo. Per quanto la vicenda abbia le sue ingenuità soprattutto verso il finale e una caratterizzazione dei personaggi non sempre eccellente io trovo che questa sia la forma di narrazione migliore possibile per un gioco From Software.
Non ha la cripticità assoluta dei vari Souls (che me li ha sempre fatti giocare solo come dungeon crawler e per l'art style) ma ha una storia chiarissima, non rinuncia a fare narrativa ambientale, non rinuncia ai dettagli nelle descrizioni degli oggetti ma li rende perlopiù materiale di approfondimento e non obbligatorio per capire della trama principale, ha tematiche interessanti (ad esempio sul Buddismo, i concetti di Nirvana e liberazione, immortalità) e tratta in maniera molto pratica e riuscitissima le varie differenze stilistiche/di lotta/di filosofia tra fazioni quali samurai, ninja, monaci.
Spero continueranno con questo stile narrativo nei prossimi lavori
Runner-up: Death Stranding
Che per me sbaglia in vari aspetti (soprattutto legati alla misura e ai tempi registici) ma riesce ad azzeccarne alcuni altri in maniera clamorosa
- Miglior Personaggio
Nero (DMCV)
Perchè ho empatizzato con lui, qui più che mai, e vivere le sue vicende e la sua evoluzione è stato un qualcosa di emozionante e che mi riporta alla mente il mé stesso di quando giocai DMC 4 anni fà mentre mi chiedevo se quello sbarbatello sarebbe mai stato alla pari del più navigato Dante.
E poi in DMC V ha una caratterizzazione anche migliore ed in definitiva c'è stato un momento particolarmente forte che è riuscito ad emozionarmi in egual misura, sia ludicamente che per coinvolgimento narrativo.
In quel momento ero lì, a lottare affianco a lui
Runner-up: Wolf (Sekiro)
Poco loquace di sicuro ma un esempio di dedizione assoluta che quasi rispecchia la dedizione che il giocatore deve investire nel titolo per completarlo.
- Sorpresa dell'Anno
Death Stranding
Non credevo proprio fino all'ultimo che non mi avrebbe annoiato se non in un paio di occasioni. Mi aspettavo il peggio e mi son ritrovato un sandbox che ludicamente pur con difetti pesanti mi ha intrattenuto a dovere
Runner-up: Sekiro
Perchè approcciato con molto scetticismo iniziale pre-acquisto e mi ha fatto ricredere quasi su tutto a botte di Mikiri
- Delusione dell'anno
Shenmue 3
In realtà in tante cose è ancora Shenmue e non mi urta in alcun modo che sia rimasto un gioco filosoficamente vecchio.
Il problema è che nel momemto in cui prova a formalizzare il suoi contenuti ludici tramite le varie attività, qui presentare come incentivo al completismo (e ci prova molto più qui che nei precedenti giochi) vengono fuori tutti i limiti della struttura di gioco.
A questo aggiungiamo un budget non enorme (e qui non ne faccio nessuna colpa, anzi ribadisco che ad esempio graficamente lo trovo affascinante, a tratti bellissimo, e le animazioni non sono terribili come temevo), un ritmo narrativo soporifero, delle ingenuità di scrittura enormi ed un combat system da ripensare (e farming di abilità e statistiche annesso) allora.. perde troppo nei confromti dei precedenti Shenmue.
Peccato davvero perchè mi piange il cuore metterlo qui