Caspita, a salsiccia e birra mi batteresti. Sono astemio!
E quasi dimenticavo: un'analisi vlelocissima del raccontaccio che misi in gioco la volete?
Ok.
Marvin Branagh... ma vi ricordate chi è costui?
Null'altro che quel poliziotto di colore che Leon si ritrova davanti una volta entrato nella stazione di polizia, all'inizio di resident Evil 2. Quello che Jill incontra svenuto, semisdraiato, con dei documenti in mano, nelle prime parti di Resident Evil 3.
Un uomo lasciato solo. Con se stesso, e la consapevolezza di essere fottuto, senza giri di parole in mezzo.
Quello che dopo alcuni gironzolamenti Leon si ritrova davanti, violaceo e vivace, con voglia di carne umana, giusto in tempo per fracassargli il cranio con una fucilata.
Ecco, io mi ero affezionato a questo tizio da subito. Per quello che dice a Leon quando lo vede per la prima volta, e per come Leon risponde. Un'idea di unità, di empatia.
Cazzate utopistiche forse, ma a 16 anni io ci credevo.
E poi cosa fanno i programmatori Capcomiani? Me lo fregano nella maniera peggiore: lo fanno diventare un ostacolo, un nemico, un bersaglio da abbattere. Porca vacca.
Io apprezzo G. A. Romero, come forse avrete capito da alcuni post dispersi per il forum. Romero avrebbe approvato, credo. Questa persona meritava qualcosa di più dignitoso.
Alla fine, tutti sappiamo com'è andata per Marvin: non si è sparato in testa. Perchè? Forse gli è mancato il coraggio. Forse ha voluto sperare in "un qualche Dio". Forse, nell'ipotesi più meschina, la sua arma non era carica.
Io non conoscevo le risposte a queste domande, ma sapevo di potermi impegnare per fornire a Marvin un epitaffio decente, degno della sua statura morale.
E ci credo tuttora.
Poi il concorso è un'altra cosa: vedere che qualcuno ha capito che direzione hai intrapreso, quello è fenomenalistico a dir poco.
E la cosa migliore è che io a 14 anni scrivevo un ipotetico seguito di RE su un quadernetto sdrucito che conservo tuttora.
Voialtri da queste parti mi avete aperto il cuore. Siatene coscienti.
Grazie davvero.