Con il mio primo post non volevo in alcun modo relegare il retrogaming (che personalmente adoro) ad un mero appeal emozionale.
Semplicemente non mi trova d'accordo l'asserzione che i videogiochi di un tempo avessero 'una marcia in più'. Come detto da Sol 'la marcia in più' è quanto noi spesso riversiamo su di essi attraverso i nostri ricordi romantici. =)
Non mi riferivo mica a te, codone di paglia ^^
No, cmq non sono d'accordo neanche con estremismi tipo la beatificazione tout court del retrogaming, che non è in nulla diversa dal patetico fanboyismo per una console attuale.
Il fatto è che -attaccamento emozionale o meno- alcuni giochi del passato rappresentano tuttora il picco di un determinato genere.
Riscoprirli, per un giocatore P.P. (Post Playstation, vai con le discriminazioni!!11!) senza alcuna esperienza della sala giochi o degli home computer (quindi senza alcun legame emotivo col passato) dovrebbe comportare un diverso giudizio, secondo voi?
La prospettiva storica, che valore ha, nella costruzione dell'obiettività di un giocatore?