Autore Topic: [SNES] Mega Man 7  (Letto 3345 volte)

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Offline EGO

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[SNES] Mega Man 7
« il: 01 Ott 2004, 19:20 »
Chi l’avrebbe detto? Dopo l’inizio della serie X, era difficile pensare che Capcom avrebbe aggiunto altri episodi alla serie originale di Rockman, specie dopo il passaggio ai 16-bit. Ma, a quanto pare, neppure la prigione è sufficiente a contenere l’ego di Dr. Wily, ed eccolo liberato da robot lasciati da parte in attesa di una simile evenienza. La lotta quindi ricomincia, ma con alcune importanti novità.

Rockman 7 deve molto a Rockman X. Troviamo infatti una storia raccontata attraverso scene di intermezzo e dialoghi tra i personaggi, ed un livello introduttivo che non si fa pregare per esibire subito il nuovo look del robottino blu e di ciò che lo circonda. La grafica è favolosa: gli sprite sono enormi, ricchi di dettagli e colorati in modo da dare al tutto un look vagamente cartoonesco, ma senza scadere in eccessi che trasformino Rockman in un anime interattivo. I colori sono vividi e non pastello, le proporzioni di Rock sono giuste, senza effetto deformed, e Rock stesso ha assunto una grinta paragonabile a quella del più evoluto X. La fluidità del gioco è straordinaria, per vedere un rallentamento bisogna proprio andarselo a cercare, e dura una microfrazione di secondo. I fondali sono dei quadri e gli effetti stupiscono non poco: basta vedere la nevicata dello stage di Cloudman. E le musiche? Niente di più lontano da Rockman X: allegre ma non scanzonate, sempre azzeccatissime, mai fuori posto, e soprattutto mai insopportabili: rivaleggiano con Rockman 2 e 3 per le migliori della serie. Non è possibile muovere accuse al comparto audiovisivo del gioco, si tratta di un gioiello di cui pochi altri, oltre a Capcom, sarebbero capaci; e per una volta, non ci sono segni di pigrizia o negligenza nel risultato finale. Tutto è curato alla perfezione.

Lo scopo di Rock è sempre il solito, e la dinamica generale ha subito pochi assestamenti: si comincia con soli 4 robot, a cui se ne aggiungono altri 4 dopo averli battuti. I loro nomi, le loro fattezze, i loro stage fanno sollevare le sopracciglia in più di un’occasione: bizzarrie come Turboman, Shademan, Burstman, Springman, Junkman inizialmente sconvolgono, ma poi convincono alla prova dei fatti: questi sono i Robot Master più tosti che si siano visti da un po’ di tempo. Molto arduo batterli con il Rock Buster: al contrario, le armi adatte producono affetti devastanti come nella serie X. I livelli sono a dir poco eccellenti per design ed ambientazione, impegnativi e ricchi di segreti vari. Da Rockman X proviene infatti la possibilità di utilizzare alcune armi per accedere ad aree segrete che celano upgrade molto utili. Tra questi il più inusitato è sicuramente il Rush Search, che sarebbe utile per scoprire oggetti sotterrati se si avesse un minimo indizio su dove cercarli. E’ anche possibile farsi donare uno scudo da Blues/Protoman, mentre le quattro lettere R-U-S-H permettono a Rock di fondersi col canide cibernetico per volare e lanciare potenti missili. Con l’eccezione degli ultimi due, gli upgrade sono acquistabili al negozio di Auto, in cambio dei bulloni raccolti nei livelli. Innovative le Tank che ricaricano le armi, e quella speciale che ricarica tutto; e ci sono anche altri gadget da aggiungere alla ricca lista.

Nuovo personaggio della saga è Forte (Bass in occidente), che col suo cane Gospel (Treble) darà filo da torcere a Rock nei primi due livelli di Skull Castle. Notare come il richiamo musicale del nome sia stato in qualche modo mantenuto, ma in ogni caso per l’ennesima volta la versione occidentale deruba la giapponese di alcune finezze, come i “sottotitoli” nella schermata di presentazione dei Robot Master o la possibilità di incontrare altri personaggi oltre a Dr. Light, come Roll e Auto, quando si ottiene un’arma nuova. La musica sembra inoltre leggermente diversa in un paio di occasioni, ed anche i dialoghi sono stati un po’ smorzati di tono (sebbene mi riesca difficile credere che anche un giapponese riesca a leggerli, data la velocità con cui scorrono): ad esempio, il “Bastardo” che Rock rivolge a Wily in un dialogo è scomparso senza lasciar traccia.

Rockman 7 è eccellente. Dopo molto tempo un gioco del robottino blu riesce a fare quello che non gli riusciva più, e cioè divertire e coinvolgere il giocatore, fino al punto da invogliarlo a rigiocare anche dopo la conclusione dell’avventura, per il semplice piacere di godersi i controlli perfetti, la fluidità dell’azione, la bellezza della grafica e del sonoro. Non che il gioco sia facile: gli stage sono ardui, i Robot Master spietati, ed il castello implacabile, con uno scontro finale difficilissimo. Ma non esiste frustrazione: ci si sente spronati, e non abbattuti, dalle sconfitte, e questo è un ottimo segno. Un segno che Capcom ha centrato in pieno l’obiettivo di sfornare un prodotto che poteva sembrare superfluo già dal concept, rendendolo migliore di molti suoi predecessori, di gran parte della serie X, e di moltissimi altri giochi per Super Famicom. Un’esperienza rinfrescante ed intensa, da non perdere.

VOTO: 8,5