Autore Topic: [NES] Castlevania  (Letto 3231 volte)

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Offline EGO

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[NES] Castlevania
« il: 25 Set 2004, 18:17 »
Noto in Giappone come Akumajo Dracula, Castlevania fu pubblicato in versione Famicom Disk System nel 1986 e non ebbe una versione cartuccia fino alla riedizione del 1993. Se questo ne abbia in qualche modo limitato le vendite in patria, non saprei dire; quel che è certo, è che Castlevania deve essere stato fonte di profondo imbarazzo per qualsiasi software house che pubblicasse giochi per l’8-bit Nintendo nello stesso periodo.

Sviluppandosi sull’infrastruttura del discreto Vampire Killer per MSX-2, infatti, Castlevania fa sfoggio di una grafica all’epoca molto sofisticata per la macchina su cui gira. Eliminate le schermate statiche del predecessore, il gioco si sviluppa su livelli a scrolling orizzontale in cui si muovono sprite dal notevolissimo livello di dettaglio. Simon Belmont (o Belmondo, come viene da sempre chiamato in Giappone), il protagonista, è realizzato con maestria ed animato altrettanto bene pur nelle sue semplici azioni. I suoi nemici non sono stati però degnati di attenzioni minori: dai semplici zombi fino agli indimenticabili boss, tutti sono disegnati benissimo benché le loro animazioni siano abbastanza rudimentali. Sono però i fondali a far brillare Castlevania: essi sono molto complessi e colorati, particolareggiati più di quanto sarebbe lecito aspettarsi, e straordinariamente evocativi. Gli ampi saloni, le segrete, i sotterranei, i giardini: tutto ricrea alla perfezione l’ambiente del diroccato maniero del Conte vampiro, con le sue tende strappate e polverose, l’intonaco cadente, le finestre antiche da cui fa capolino la luna; straordinario il dettaglio dello sfondo in cima ai bastioni, da cui si vede in lontananza la torre suprema in cui attende Dracula stesso.

Ma ancora più che per la sua eccellente realizzazione grafica, Castlevania risplende di luce propria per il sonoro. Composto dall’impareggiabile Konami Kukeiha Club e costituito dalle stesse melodie di Vampire Killer, seppur migliorate, esso comprende brani divenuti rapidamente leggendari. Della dozzina di musiche che compongono la soundtrack del gioco, non ce n’è una che sia meno di un capolavoro. Vampire Killer è l’autentico simbolo della serie, ma Wicked Child, Heart of Fire, Out of Time, Nothing to Lose sono tra le cose migliori mai sentite negli anni Ottanta e sono state rifatte e riarrangiate decine e decine di volte nei capitoli successivi della saga; e a dispetto di questo, ancora oggi le versioni originali riescono a suonare persino migliori. Nel suo complesso, la realizzazione tecnica di Castlevania produce un’atmosfera che nessun gioco dell’epoca poteva offrire.

Le regole del gioco sono molto semplici. Simon è armato di frusta e deve farsi strada attraverso sei livelli in cui i salti millimetrici dell’azione piattaformica si mescolano inscindibilmente alla distruzione sistematica di ogni cosa che si muova. Tuttavia il combattimento in Castlevania non è privo di una sua logica: ogni avversario richiede la sua strategia, dagli scheletri che lanciano ossa, alle malefiche teste di medusa che volano in pattern sinusoidali, fino alle terribili e resistentissime armature che lanciano asce. Ci vuole molto tempismo anche per evitare le infinite trappole, come le presse dotate di aculei mortali e i burroni che si estendono ovunque si guardi. Per fortuna la frusta di Simon è potenziabile fino a due volte ed è possibile reperire una serie di armi supplementari, come la croce-boomerang, l’orologio fermatempo e l’utilissima acqua santa. Tutto questo però potrebbe non bastare contro i fenomenali boss, la lotta coi quali spesso si riduce ad un attacco quasi indiscriminato in cui il vincitore è quello che riesce a strappare l’ultima barra di energia al nemico prima di subire l’ultimo, fatale colpo. Ed è proprio questo uno dei pochi, ma rilevanti difetti del gioco. Se i primi livelli sono affrontabili da chiunque, in breve si arriva a poter sostenere solo quattro colpi prima di morire, ed il boss del quinto livello è la Morte in persona. Questa battaglia è talmente impari che non si riesce a capire se abbia subito qualche testing di sorta; fattostà che è ben difficile riuscire ad evitare di essere colpiti quattro volte in una stanza in cui volano falci dovunque e la Morte stessa può venirci addosso. Questa battaglia ha impedito a moltissime persone di arrivare alla fine del gioco per la sua assurda difficoltà, e dimostra altri gravi difetti insiti nel sistema di controllo. Innanzitutto i salti di Simon sono a malapena controllabili, e la sua frusta può colpire solo dritto davanti; inoltre, il tremendo rinculo subito dopo un colpo in buona parte dei casi o ci spinge contro un altro nemico, o dritto in un baratro. Ciò rende difficilissimo superare zone ricche di nemici volanti ed è un grave impedimento negli scontri coi boss, le cui stanze hanno spesso una conformazione che rende impossibile muoversi rapidamente.

Castlevania dunque è un gioco eccellente, bellissimo da giocare, ma quasi impossibile da finire senza cheat o savestates. Il suo enorme successo sia in Oriente che in Occidente, comunque, gli ha permesso di dare il via a un numero enorme di seguiti e spin-off spesso di altrettanto grande qualità. Se si riesce a perseverare e a tollerare l’inesorabile livello di difficoltà, che non lascia spazio alcuno ad errori, il gioco si rivela un’esperienza ancora straordinariamente divertente, il che è molto raro per un gioco del 1986. Un glorioso inizio per la saga di Konami.

VOTO: 8