Autore Topic: [NES] Mega Man 5  (Letto 3451 volte)

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Offline EGO

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[NES] Mega Man 5
« il: 23 Set 2004, 04:21 »
Che cosa c’è di nuovo in Rockman 5? La domanda può sembrare ironica, ma dopo aver visionato e toccato con mano questo quinto episodio, è evidente che, pur essendo ormai sulla metà discendente della parabola, la serie ha ancor qualche cosa da tirar fuori. Il che non è poco quando si basa ogni nuovo gioco sul sistematico riciclaggio di ciò che si è inventato in precedenza.

Innanzitutto, la grafica. Al di là del minuscolo cambiamento di Rockman stesso, il cui elmetto acquista un difficilmente notabile bocchettone d’aerazione posteriore, tutto è stato migliorato oltre l’immaginabile. I colori e gli effetti non sembrano possibili su un NES: basta guardare lo stage di Crystalman per capire che lo sforzo compiuto dai grafici Capcom supera il 98% della produzione totale per l’8-bit Nintendo. E finalmente anche i fondali acquistano una gloria personale: valgano su tutto le montagne innevate e la città dietro al mare dello stage di Waveman. Una vera meraviglia. E poi ci sono degli sprite sempre più animati, sempre più veloci, sempre più ricchi di dettagli pur nelle loro ridotte dimensioni. Non mancano neppure i rallentamenti, of course, ma sono stati sensibilmente ridotti.

Tuttavia, appena si inizia a giocare si sente, letteralmente, che qualcosa è cambiato. Il compositore, per essere esatti. Avviene così che le musiche di Rockman 5, le più obiettivamente “strane” della serie intera, non possano più essere definite stupende; sono, semplicemente, belle, e tanto basta per rendere ammirevole anche l’esperienza uditiva. Particolarmente orecchiabili alcuni motivi, come quello di Gravityman.

Tecnicismi a parte, comunque, Rockman 5 sorprende per un fattore molto evidente: il crollo radicale e repentino del livello di difficoltà, tanto più inspiegabile dopo i picchi di bastardaggine del prequel. I livelli offrono pochi ostacoli veramente degni di questo nome, ed in quanto ai Robot Masters, essi vanno giù come mozzarelle. L’ordine giusto con cui affrontarli è individuabile senza eccessivi sforzi di fantasia, ed i loro pattern potrebbe prevederli anche un lattante, tanto sono schematici e privi di improvvisazione. D’altro canto, il loro stesso design denota in certi casi un galoppante livello di follia: come è stato possibile concepire un Gravityman, un Napalmman, un Gyroman, ma soprattutto Chargeman, un impossibile uomo-locomotiva che rilascia un’arma che non utilizza nemmeno nei suoi attacchi più remotamente infrequenti? Per scegliere questi robot, i grafici Capcom evidentemente devono aver scartato proposte che superano l’immaginazione occidentale e sconfinano nell’immenso mare del cattivo gusto nipponico.

Grazie al cielo, l’astrusità dei Robot Masters apre la strada a livelli decisamente interessanti. Colpiscono l’inversione di gravità in Gravityman, la gravità ridotta in Starman e la sezione su jetski in Waveman. Soltanto nel castello (anzi, nei due castelli, visto che Dr. Wily ha preso la pessima abitudine di nascondersi dietro delle figure-fantoccio per coprire i suoi misfatti) le idee ricadono nuovamente nella ripetizione pedissequa di cose già viste e già fatte; e quando si trova una sezione pressoché identica ad una vista nello stage di Dustman in Rockman 4, si capisce che si sta raschiando il fondo del barile.

Di novità ce n’è ben poche. Il Mega Buster ha subito un restyling puramente grafico, per quanto di grande effetto, e così Rush Coil, trasformato in una sorta di cavalluccio a molla di quelli che si vedono ai giardinetti. Particolare una nuova arma-oggetto, la Super Arrow, una freccia a ventosa che può essere usata per raggiungere piattaforme elevate, oppure cavalcata per coprire comodamente grandi distanze in volo; peccato che si scarichi molto in fretta. Da segnalare anche che, in ognuno degli 8 stage dei Robot Masters, è contenuta una delle 8 lettere che compongono la scritta MEGAMANV; raccogliendole tutte si ottiene Beat, un uccellino robot che ricerca automaticamente i nemici.

Ed è davvero tutto qui. Ciononostante, stupisce come Rockman sia ancora in grado di divertire, pur non avendo ormai niente da offrire se non fugaci diapositive del suo passato, ritoccate con brillanti colori per farne risaltare le parti migliori. Ma il minor livello di difficoltà può permettere a chiunque di portarlo a termine, e se si riesce a camminare tra una crepa e l’altra che affligge questo affresco un tempo meraviglioso, si riesce ancora  a passare qualche ora in spensieratezza. Cos’altro chiedere ad un gioco?

VOTO: 6,5