Non è che ci fai un riassuntino? Sarei curioso.. Grazie.
E' una critica all'addestramento delle truppe che non e' coerente con gli obbiettivi che si pone la politica statunitense.
E' un punto di vista da soldato; quando parla di possibili azioni (gia' preannunciate) contro Siria e Iran non da alcun giudizio morale, ma osserva che l'esercito americano non e' in grado mantenere un'occupazione in quelle aree.
Il problema sta proprio nella dottrina militare del Pentagono dopo la Guerra del Golfo volta a sviluppare piu' mezzi tecnici che truppe. Il risultato lo vediamo quando il nostro amico riporta 10 anni di errori umani nelle operazioni militari osservando che anche in Aghanistan i commando inviati a fare il pinpoint delle postazioni nemiche hanno ciccato il 50% dei bersagli ingannati come cretini da bersagli finti e sprecando miliardi in bombe intelligenti. Una cosa simile e' successa anche in altre operazioni militari recenti e, citando uno studio dell'Istituto di Studi
Strategici della Scuola di Guerra di Fanteria dice una cosa che abbiamo gia' sentito; la guerra non e' un videogioco. Le truppe di fanteria statunitensi non sono preparate alla guerriglia e ad una situazione divisa come quella che si prospetta l'Irak del dopo Saddam. Tanto per rendere un'idea si preannunciano tre anni di occupazione e a differenza dell'Afghanistan non c'e' una fazione ribelle consistente a cui dare il potere e che semplifichi la situazione. Gli irakeni al pari dei vietnamiti non amano gli americani quindi in questi tre anni ne succederanno di cotte e di crude, specialmente se, come ha detto il viceministro della difesa John Bolton si estendera' il conflitto anche a Siria e Iran. Un altro problema e' che negli scenari di guerriglia medio orientali hanno messo piede solo le forze speciali come i Navy Seals, mentre l'esercito americano rischia di trarre le conclusioni sbagliate dalla Guerra del Golfo. La situazione era anomala visto che era una guerra di liberazione di un paese e non di occupazione, senza contare il fatto che si e' combattuto principalmente nel deserto, tanto che molti hanno paragonato lo scenario a una guerra navale di superficie. Il mondo era assolutamente compatto e anche i paesi medio orientali si sono divisi tra quelli che aiutavano l'occidente e quelli che hanno guardato con una certa soddisfazione la disfatta dell'Irak; nessuno ha mai dimenticato che l'Irak e' stato aiutato dagli Stati Uniti in passato e Saddam era inviso a non pochi. Ora la situazione e' diversa in quanto si parla di guerra preventiva con possibili allargamenti, una prospettiva che rischia di far esplodere il Medio Oriente.
In breve si critica pesantemente la dottrina di preparazione della fanteria (vari studi e situazioni al limite del paradossale lo evidenziano) a fronte di una fiducia eccessiva nell'equipaggiamento elettronico e nei mezzi pesanti che, nel caso della guerriglia o nell'anti terrorismo contano relativamente poco se ad usarli non c'e' un soldato addestrato ad affrontare tali scenari. Allo stesso modo trova inadeguata la preparazione ad un'occupazione ritenendo i semplici numeri insufficienti e notando che si rischia di far esplodere una situazione delicata. Troppa fiducia nei numeri e nella tecnologia militare rischia di costare moltissimo all'America in poche parole.