Il Demone Sotto Pelle (Cronenberg, 1971).
In un complesso di ultra-lusso viene immesso un parassita che si trasmette tramite il sesso e che infatti fa regredire il contagiato allo stato brado, una bestia alla ricerca di piacere carnale.
Sicuramente la cosa più interessante del film è come lo spunto di base si vada a mostrare tra le sue varie implicazioni morbose, con tanto di ammiccamenti pedofili che disturbano ma allo stesso tempo tengono alta l'attenzione. E' il film di vero esordio di Cronenberg che infatti si dimostra molto quadrato, si potrebbe dire anche piatto nella regia creando un bel contrasto con la regia "horror base", che spesso sfrutta inquadrature strane, movimentate o anche scelte di luci particolari per aggiungere inquietudine alla scena. Qui invece è la piattezza, la staticità che aggiunge inquietudine alla scena dove il perbenismo viene macchiato con gli atti folli dei personaggi. E' film molto bello, che scivola via via sempre di più nella mancanza di speranza e nella follia più totale umana, una follia che liberata nel mondo crea molto peggio di quello che ascoltano a volte i personaggi alla tv.
Paris, Texas (Win Wenders, 1984)
Travis sbuca dal nulla dopo 4 anni dalla scomparsa sua e di sua moglie. Lo ritrova il fratello che lo riaccoglie a casa dove intanto ha preso in affidamento suo figlio. Sarà dura ricostruire il rapporto tra quest'ultimo e Travis.
L'ho trovato un film "d'autore" nel senso cattivo del termine, quindi con troppa autoindulgenza nella proprie capacità di tenere alta l'attenzione. Abbiamo un film di 2 ore e 20 in cui la prima ora e mezzo è tutta su quest'uomo che si comporta da apatico, cerca di riallacciarsi col figlio e poco altro. Poi nell'ultima ora il film inizia ad ingranare ed è straordinario come siano soprattutto scene basate sulla recitazione e sui dialoghi a reggere il tutto, tanto che il film finisce e tu non te ne sei accorto ma tutta la prima parte è un pò difficile da perdonare.
Straordinaria la Kinski. Dopo essermene innamorato nel remake del
Bacio Della Pantera qui dà una prova d'attore molto convincente anche se, anche lì, è una performance che risulta anche troppo ben fatta per non essere almeno un attimo poco credibile. E' un discorso contorto ma spero si capisca.
Cmq no, non mi è piaciuto.
Disney Anni '40Gli anni quaranta della Disney sono stati un mezzo disastro. Questo per 2 ragioni soprattutto: la guerra e il non aver ancora creato un business plan perfetto quando si parla di grossi progetti.
Infatti la realizzazione di 2 progetti grandiosi all'epoca (e meravigliosi tutt'oggi), 2 opere dispendiose, di lunga lavorazione (per il secondo ci vollero 5 anni!!) e di incasso non buono come necessario, cioè
Fantasia (1940) e
Bambi (1942), portò la compagnia in serie difficoltà. A questo fattore si aggiunge l'entrata in guerra dell'America con tutto quello che ne consegue: mancanza di forza lavoro (e quindi anche di idee nuove e nel corso del decennio si vedrà), mancanza di guadagni dal mercato europeo e persino lavori su commissione richiesti dal governo. Infatti
Saludos Amigos (1942) e
I Tre Caballeros (1944) sono lavori per amicarsi il Sud America, che sembrava iniziare ad avere fascinazioni naziste. Sono film che esaltano la cultura sudamericana, usciti prima nei cinema di quei paesi, attraverso le avventure di Paperino e di personaggi creati apposta come il fantastico Josè Carioca, papagallo brasiliano e Pachito, gallo messicano. Quest'ultimo l'ho trovato parecchio terribile, soprattutto per la sua caratteristica a sparare per qualsiasi cosa. Film formati da corti, ad episodi, ed è li che la Disney camperà per tutti gli anni 40: con film ad episodi.
Questa formula poteva permettere di mantenere i costi bassi, in quanto si sviluppavano storie semplici e senza grandi novizie tecniche. Ma era anche vero che una storia di 10-20 minuti non sarà mai ben sviluppata come una che dura più di un ora, e comunque si parla di qualità altalenante raggiungendo bassi abissali e senza mai toccare punte.
Che poi in verità con
Dumbo (1941) avevano creato un lungo(..? 1 ore e 4 minuti)metraggio risparmiando sulla tecnica ma non era bastato quindi bisognava ridurre ancora di più i costi, tirare ancora di più la cinghia.
Infatti vedendo oggi
Dumbo e
Bambi insieme, uno può preferire il primo, come a me, ma l'elefantino è un quarto bello a livello visivo rispetto a
Bambi che era l'opera più ambiziosa dello studio fino a quel punto. Infatti ad oggi, lo storia del cerbiatto, è ancora una gioia per gli occhi e in tutto, dall'uso dei colori fino al raggiungimento della perfezione nell'interazione tra musica ed immagini, superando tranquillamente
Fantasia. Ma anche la scena della primavera, magnifica nel descrivere la mera preservazione della specie in maniera così dolce e delicata. Opera perfetta.
Dumbo no. E' un'opera che vive di alcune limitazioni e semplificazioni, di un certo tirare al risparmio. Anche la tanto glorificata scena degli elefanti rosa è irresistibile, stupendamente folle, ma è palese sia per aggiungere minutaggio in maniera cheap.
Però è comunque un opera semplice ma che vive di grandi dettagli. Presenta una delle storie più dolci viste a schermo con un messaggio bellissimo tutt'oggi. Anche solo il dettaglio nei modi in cui la madre usa le orecchione di Dumbo fin dall'inizio (come coperta per lui, per pulirgli le orecchie) fa capire il suo istintivo amore, il suo accettarlo così com'è. Non è un caso che nel finale Dumbo l'abbraccerà proprio con quelle orecchie ingombranti.
Poi, c'è il fatto che oggi la rappresentazione dei corvi è antiquata, per certi versi terribile. All'epoca non era offensiva (anzi, i corvi sono personaggi positivi e tra i pochi che capisco fin da subito il ruolo di emarginato di Dumbo in quanto come loro) ma non accettabile riproporla oggi. Infatti ad un sacco di questi film Disney + ha messo un disclaimer prima della visione per sottolineare questo fattore. Personalmente ci sta, sempre meglio di togliere scene.
Ah, altro fattore da non sottovalutare è il parallelo di quello che sta vivendo quello che possiamo considerare la corrispettiva industria dell'intrattenimento di oggi: il videogioco. Gli anni '40 sono periodo di scioperi degli animatori con tanto di farsi rappresentare in
Dumbo come i clown che vanno a chiedere al direttore del circo un aumento cantando. Ma questa è un'altra storia.
Comunque questi due film e
Fantasia sono quello che della Disney dovrebbe restare di questo decennio, più o meno.
Perché i film ad episodi degli anni '40 sono delle evidentissime operazioni tirate al risparmio che risentono soprattutto di mancanza di fondi ed idee. Se
Il Drago Recalcitrante (1941) è comunque interessante nel far vedere come all'epoca si lavorava negli studi Disney (anche se dubito ci fossero così tante belle figliole al comando..) in una misto tra live-action e animazione già in
Bongo e i tre avventurieri (1947) iniziano a vedersi problemi evidenti. E' un film diviso in due mediometraggi e il primo narra la scialba storia di questo orsacchietto che scappa dal circo dove è la star per esplorare il suo lato selvaggio. Si parla di una quarantina di minuti ma è noiosissimo, piena di canzoni inutili nella peggior tradizione Disney. Già meglio I Tre Avventurieri che mette in scena la favola del fagiolo magico ma interpretata da Topolino, Pippo e il sempre irresistibile Paperino. Peccato che in quanto favola è narrata nel film durante una festa in live-action. E peccato che questa festa è
IN UNA CASA DI UN ADULTO CHE MUOVE 2 INQUIETANTI PUPAZZI DA VENTRILOQUO E L'UNICA ALTRA INVITATA E' UNA BAMBINA DI 10 ANNI. Roba che se anche solo provi a proporla oggi ti sbattono in cella immediatamente e ciaone alla chiave.
Infine ci sono
Lo Scrigno Delle 7 Perle (1948) e
Le Avventure Di Ichabod e Mr. Toad (1949) (su Disney + non c'è
Musica, Maestro..). Il primo dà veramente la sensazione di raccolta di scarti, tanti piccoli spezzoni che non hanno un minimo filo logico tra di loro ma buttati insieme per sorpassare l'ora con tanto di un episodio di Paperino inutile ma che serviva a giustificare il metterlo in copertina. L'altro è composto da 2 mediometraggi e presenta 2 storie brutte, poco ispirate nel character design e noiose. Penso che Mr. Ichabod sia il personaggio più brutto mai uscito da Disney.
Dopo Olaf, naturalmente.
Certo, parliamo di produzioni magari bruttarelle ma con una qualità media comunque molto alta e a livello tecnico reggono ancora tanto.
Il problema è il non addormentarsi nel vederli.
I Figli Degli Uomini (2006, Alfonso Cuarón)
2027, Inghilterra. E' da 18 anni che non nascono più bambini, questo ha portato ha un aumento di legge marziale, chiusura dei confini ma anche di povertà e violenza nelle strade. Theo, ex attivista, viene contattato dai Pesci, una organizzazione rivoluzionaria che comanda la sua ex moglie. Hanno bisogno di una favore per procurarsi un lasciapassare per un'immigrata speciale, Kee.
Non me l'ero mai visto ma è un film meraviglioso soprattutto tecnicamente con questi pianosequenza gestiti in maniera perfetta, che riescono a tenerti in tensione costante. E' un film che mostra la guerra per la merda che è, e dubito che qualcuno non ne esca turbato dal sensibilizzarsi un attimo sulla questione mediorientale, dove ogni giorno è così.
Il messaggio base poi del film è semplice, è scritto in caratteri cubitali in ogni scena del film ma cavolo se funziona, ti appassioni alla storia dei personaggi anche mettendo ogni dialogo al punto giusto.
In sè è un film perfetto, che intrattiene in maniera insperata (c'è un sacco di azione e fatta da Dio) e dà un messaggio didascalico ma potentissimo.
Sicuramente uno dei recuperi più belli di quest'anno.