L'Uomo Che Non C'era (2001, Fratelli Coen)
Grandioso film, storia di un barbiere di provincia che cerca di vendicarsi delle batoste che la vita e gli altri che la vivano con te danno, un pò come la prima stagione di
Fargo.
Qui si aiuta con un bianco e nero veramente bello, parte integrante del racconto come i colori non avrebbero potuto mai esserlo. E' il bianco e nero che lo rende un noir vecchia maniera, più che la storia in sè, insieme ai (non) movimenti di camera. Cmq film che si segue bene, bella storia, un altro tassellino per continuare ad odiare (certa) America.
Lettere da Iwo Jima (2006, Clint Eastwood)
Se cercate un bel film di guerra, probabile lo troverete in questo.
Film americano ma dal punto di vista dei giapponesi, con tanto di recitato in giapponese.
Quindi è capibile quale sia l'intento, cioè raccontare una guerra non in maniera anni '80, con i nemici del Grande Impero Americano stereotipati, ma umanizzare quelli che, incredibile ma vero, erano umani che, come tanti all'epoca, andavano in guerra senza neanche capire se lo volevano o no, figuriamoci capendo se era giusto o sbagliato.
E comunque, proprio per la voglia di raccontare la guerra per quello che è, non è che gli americani sono i cattivi, anzi sono come i giapponesi ma che vengono da parte diversa dell'Oceano.
Poi non è un film spettacolare, pieno di effetti speciali ma con una messa in scena grandiosa riesce a farti sentire l'epica dello scontro, la disperazione di certi momenti.
Insieme a
Dunkirk, uno dei migliori film di guerra degli ultimi anni.
Loro (Paolo Sorrentino, 2018)
Visto in qualità pessima (proprio telecamera che riprende uno schermo) ma volevo vedere la versione più lunga, quella divisa in 2 parti.
E' il film più Sorrentino di sempre, come tutti i film dalla
La Grande Bellezza in poi, anche se
Youth aveva un soggetto meno forte, quindi più soggetto all'impronta di autore.
A me Sorrentino piace e credo piacerà sempre, tutto quello che ho visto di lui l'ho sempre adorato, pur riconoscendo difetti.
Il periodo dove è ambientato è alquanto inedito, si parla di fatti recenti ma con uno sguardo storico, siamo nel 2008.
Toni Servillo dà come sempre una prova gigante, anche nella macchietta (posso osare
sicuramente voluta?), nelle esagerazioni di tono. Berlusconi non è il male, è davvero un uomo del fare, e quando fai, in qualche modo dovrai sporcarti le mani (ricorda tantissimo Andreotti nel
Divo, si).Il miglior venditore d'Italia, talmente bravo che è riuscito anche a vendersi a se stesso, ad autoconvincersi che il giusto è lui.
C'è la scena della (ri)presa del governo che arriva in un punto del film dove non puoi fare a meno di pensare a tutto quello che finora hai visto e vedere lo sbagliato in ciò che vedi.
"Dove arrivarono quei 113 miliardi?" gli chiede Veronica Lario, sua prossima ex-moglie in cucina con uno stuola di servi ad ascoltarli in un angolo.
"Mi avvalgo della facoltà di non rispondere"
Io ve lo consiglio tanto, è anche pieno di figa (e straordinaria una scena dove si intona
"Meno Male che Silvio C'è"...), se gradite.
Forse il difetto più grande è che tre ore non bastano per raccontare Berlusconi.
Ma Sorrentino lo sa quindi il film si prende i suoi tempi.
Non scrivo di film brutti. Ma visto che per una volta avevo deciso di seguire un consiglio di uno sconosciuto trovato su un gruppo fb, ci sono rimasto veramente male:
Il cammino per Santiago (2010, Emilio Estevez)
Questo è il peggio. Intanto c'è Martin Sheen, famoso attore, padre del regista e infatti si vede che è un film molto "familiare", poco costruito. Anzi, sembra proprio che la trama sia stata scritta via via con le riprese in corso (e, quindi, cambia anche via via lungo il film, con momenti che tradiscono momenti precedenti).
La trama è di Martin Sheen, ormai 50enne, che deve venire, dall'America, sui Pinerei perchè il figlio è morto il primo giorno del cammino di Santiago. Naturalmente flashback a manetta su quanto il figlio fosse uno
spirito libero e su quanto il padre non capisse il suo essere
spirito libero. Spirito libero perché vuole fare il cammino di Santiago, il ribellino, mica altro.
Figlio interpretato dal regista, che più che uno spirito libero sembra l'impiegato delle poste, quello un pò scoglionato che trovi verso le 7 di sera.
Quindi abbiamo un figlio morto ma lungo tutto il film il figlio appare tipo fantasma, nella mente di Martin Sheen, tipo quando dei sacerdoti stanno suonando una campana, uno di quelli per Martin, si trasforma nel figlio, scena di una bruttezza unica.
Comunque, dopo aver visto il figlio morto (ricordiamoci morto il primo giorno di cammino, lo
"spirito libero dei calzini di tre giorni") Martin Sheen decide di fare lui il cammino di Santiago con l'intensione di......
spargere le ceneri del figlio lungo il cammino. Si, praticamente fa a pezzi il figlio via via lungo il cammino, depositando le ceneri un poco alla volta lungo le croci che si trovano lungo il percorso.
Scelta oscena (fai a pezzi tuo figlio in pratica) ma c'è un'altro problema. Ad un certo punto questa idea scompare nel film e alla fine Martin Sheen getta le ceneri rimanenti nell'oceano (momento orribile, che vi consiglio di vedere, tanto il film è su
Amazon Prime, anche come messa in scena visto che butta le ceneri sullo scoglio, neanche la sbatta di affacciarsi un metro più per buttarle nell'oceano).
Naturalmente durante il viaggio Martin Sheen incontrerà personaggi strani, ognuno con il suo scopo e la sua storia.
Storie messe a caso, naturalmente. Buttate lì, perché per quanto non minimamente abbozzata, i personaggi una storia la devono avere, e che cazzo.
Emblematico il poeta irlandese, che a tipo neanche 10 minuti dalla fine, dopo non aver detto nulla per tutti i minuti precedenti su questo fatto, ci ricorda che lui non crede, è ateo. 10 minuti dopo è in chiesa a piangere perché alla fine del cammino ha trovato Dio, capito?
Oppure Sarah, Deborah Kara Unger in tutta la sua botulinità, che continua a dare del boomer (si, il film è del 2010, quindi chi va in giro sull'internet a dire
ok boomer per fare quello che è aggiornato dovrebbe smetterla per avere un minimo di dignità) a Martin Sheen.
Quindi si immagina una ragazza giovane, ma sono praticamente coetanei.
Gente che si fa il cammino in jeans, gente che in quanto di Amsterdam si fa le canne, siparietti comici che boh e con tanto di messaggio pro-zingari talmente brutto che ti viene voglia di infiammare campi rom cantando
Gaetano di Calcutta.
E, naturalmente, finale con la moralona cristiana.
Osceno. Magari da vedere in compagnia due risate te le fai, ma me lo sono visto anche da solo, dannazione.