Midsommar, horror dello stesso regista di Hereditary.
Un gruppo di amici visita una sorta di comune in Svezia per assistere ai riti di mezza estate, ma la vacanza prende una piega alquanto sinistra. Contrariamente al film precedente, Midsommar si svolge alla luce del sole, abbandonando la fotografia scurissima, al limite dell'indecifrabile, di Hereditary, in favore di una luminosità a tratti accecante, volta al dare un'estetica da "fiaba moderna" voluto dal regista. Il risultato può piacere o meno, ma questo non toglie che l'aspetto formale sia uno dei pregi del film. Il tono è alleggerito anche da una buona dose di umorismo, soprattutto nella prima parte. Ciò non significa che manchino le scene truculente e inquietanti che ci hanno fatto amare(?) Hereditary. Anzi, i deboli di stomaco si tengano pronti a distogliere lo sguardo (io, che sono una fighetta, ho dovuto "guardare" più di una scena fra le dita socchiuse della mano). Il film dura quasi due ore e mezza, ma se ci si fa prendere dalla vicenda non annoia. L'unico aspetto che lascia un po' a desiderare è la caratterizzazione dei personaggi, un po' troppo approssimativa. Tutto sommato, l'ho trovato più riuscito di Hereditary, che aveva una prima parte molto buona (bellissimo il movimento di camera iniziale nella casa modello, ad esempio), ma un finale deludente.