Yep, non continuiamo a far cazzate.
La riposta é integrazione, non attacco.
Lascia arabi e nelle nostre università, quei (pochi) che torneranno indietro avranno un'alternativa da insegnare in patria se tale alternativa risulta ai loro occhi "buona".
Senza dubbio. Il tutto però risulta più spedito, se una volta che sono tornati a casa quelle cose le possono dire senza essere trascinati in piazza da una range rover governativa mentre il conducente spara in aria urlando 'ahmlakamblahmahkamakkahmahl!'
Ignoranti perché poveri... e sulla loro povertà qualche responsabilità l'abbiamo pure noi...
Qualche.
Cmnq per i prossimi 4 giorni sarò x ristoranti con palestinesi, magari un salto a mangiar polenta stocafisso e salutare un simpatico sidaco ci scappa....
Ti riferisci a Treviso/Gentilini?
Dunque questione palestinese:
a) tedeschi europei massacrano ebrei europei
b) USA quindi ebrei americani vincono guerra
c) Quindi che si fa per ripagare ebrei europei/US dei torti subiti?
d) Gli si regala una terra dove "tanto non vive nessuno" (se non quella sorta di scimpanzé che sono i palestinesi stessi)
Chi ha la situazione sul groppone?
Ok, via con la situazione palestinese. Ti invito semplicemente a non considerarmi un anti-palestinese per bushismo o fobia televisiva da attentato, dato che sulla questione arabo-israeliano mi ritengo abbastanza informato da diversi anni.
Una cosa che ho sempre piacere di smentire è la storiella in base alla quale gli Ebrei sono sbarcati/paracadutati tipo D-Day sulla Palestina all'indomani della seconda guerra mondiale.
La verità è che quella terra gli israeliani l'hanno
comprata. E l'hanno comprata perchè il palestinesi gliel'hanno
venduta.
Balzo nel tempo all'indietro: 1880 o giù di l'.
Molti anni prima dei lager e moltissimi anni prima di George Bush, metà della popolazione di Gerusalemme era ebraica (circa 15.000 su 31.000).
Gli ebrei continuavano ad essere considerati cittadini di seconda categoria sotto l'impero ottomano, in piena aderenza ai dettami dell'Islam (detti 'Dar-al-Harb', la Casa della Guerra, in parole povere la gente da sottomettere con la spada).
La cosa aveva un precedente illustre quando nel 622 Muhammad portò la luce dell'Islam dalla Mecca, avendo la premura di decapitare davante alle loro famiglie dai 600 ai 900 uomini della enclave Qurayzah, colpevole di non vedere nell'Islam poi tutta questa luce. Il Corano, libro di pace e fratellanza, a tal proposito narra:
"E li colpì l'abiezione e la miseria e incorsero nell'Ira di Allah, perchè rifiutavano i suoi segni e uccidevano i profeti ingiustamente"Quindi, se porprio vogliamo fare i precisini, i primi ad andare a rompere le palle in casa d'altri non sono stati gli ebrei. Ma la storia non si fa con i 'è stato prima lui', quindi proseguiamo.
Gli ebrei, pur chiamati
dhimmi e considerati suini, infidi e impuri, riuscirono a sopravvivere all'interno della società araba. Non potevano portare armi nemmeno per difesa, non potevano cavalcare bestie essendo essi stessi bestie.
La loro condizione conobbe alti (probabilmente la possibilità di acquistare una casa) e bassi (episodi come il massacro di Fez nel 1912).
Una pratica particolarmente diffusa era il diritto, da parte dei bambini/ragazzi islamici, di prendere a sassate gli ebrei per diletto (ma questo soprattutto in Yemen e Marocco).
Oggi quella pratica è tornata di moda, solo che gli Israeliani si beccano le sassate belli tranquilli all'interno di un carro armato Merkava da 40 tonnellate, e ogni tanto piazzano anche una cannonata.
Capirai dunque che anche la pratica delle sassate contro gli israeliani, che oggi ha guadagnato la romantica, quasi mistica valenza di 'disperazione degli innocenti contro i carnefici' aveva una valenza uguale e contraria poco più di un secolo fa. Il tribunale della storia, neh?
Nel 1856 la Sublime Porta emanò un editto di cui non ricordo il nome (comunque molto impronunciabile) che sostanzialmente parificava la condizione degli ebrei.
Ritenuti come inferiori e pusillanimi, nessuno li riteneva realmente capaci di costituire comunque un pericolo. Errore.
In seguito ai celeberrimi pogrom russi nei quali trovarono la morte anche i primi teorizzatori del sionismo come Hess, gli ebrei cominciarono a insediarsi lentamente in palestina.
Aquistando terreno, che i palestinesi vendevano. Entro il 1890, in condizioni di una difficoltà inumana e al prezzo di ernormi sofferenze/discriminazioni della popolazione araba, entro il 1900 erano arrivato quasi 100.000 ebrei, che avevano aquistato un territorio grande come la striscia di Gaza.
Durante il tiramolla anglo-francese del dopo-WWI si difesero da innumerevoli soprusi della popolazione araba, giungendo allo scontro a fuoco in diverse occasioni. Il punto d’apice fu nel 1920, quando gli ebrei venivano massacrati a pietrate per le strade di Gerusalemme al grido di “Forza, il governo ci appoggia!”. La zona di Tel Aviv all’epoca era completamente in mano ebrea. Non esisteva uno stato, ma il territorio era completamente in mano ad ebrei.
Fino al 1931, un numero di ebrei ormai prossimo ai 2.500.000 acquistò da fittavoli arabi un territorio che era il 40% dell’attuale stato di Israele.
La prima volta in cui gli ebrei alzarono realmente la testa fu per la proprietà del muro del pianto, che causò giorni e giorni di guerriglia urbana, con gli ebrei sempre in minoranza ma stavolta risoluti a uscirne vittoriosi. Gli inglesi, da tutti considerati angeli custodi degli ebrei, stavano a guardare.
La violenta reazione degli arabi, risposta brutale alla sconfitta subita a livello economico e civile dagli ebrei, ci fu nel 1936 e fu seguita dalla risoluta reazione della comunità ebraica. Coloro che si convincevano a distinguere tra ‘arabi buoni ‘ e ‘arabi reazionari’ cambiarono idea.
Dopo la seconda guerra mondiale successe quello che sappiamo.
Vedi bene che non sono stati gli yankee a spodestare gli scimpanzè di cui parli.
Lo stato di Israele esisteva già, solo che non era uno stato.
E i palestinesi, oggi compatiti dal mondo intero, hanno avuto dalla loro mezzo mondo arabo il due diverse proditorie e spietate guerre d’invasione, nel ’67 e nel ’73.
In seguito all’ennesima sconfitta, stante la solidità e la risolutezza di Israele (e l’appoggio economico americano), si è creata la situazione odierna, che vede gli israeliani come carnefici e i palestinesi come vittime inermi. Buffa la storia.