meravigliosa la scena nella quale il vecchio , dopo aver investito un animale (non ricordo la razza) , se lo pappa arrosto allegramente nella sequenza successiva...
a dispetto di quanto si possa pensare, è un film lynciano al 100%. molti ai tempi furono spiazzati dalla scelta del protagonista (Richard Farnsworth, morto suicida qualche anno fa, dopo aver saputo di avere una malattia incurabile), decisamente atipico, e per la trama, apparentemente lontana dai classici temi cari al regista. La colonna sonora, del solito Badalamenti è perfetta e finalmente l'autore non si limita a ripetere ad infinitum due accordi con poche variazioni.La fotografia (di un altro arzillo vecchietto ottantenne) è stupenda e l'america mostrata nel film ha una capacità di fascinazione non inferiore, per dire, alla nuova zelanda del signore degli anelli.Certo, il nesso tra colori caldi dell'autunno e l'ultima stagione della vita è piuttosto didascalico ma il vero valore del film sta nella riscoperta, anche e soprattutto da parte dello spettatore, dei pochi e semplici valori essenziali, che (come ha notato duff) si scoprono dalle piccole cose e dagli eventi più insignificanti.Il film però, è tutt'altro che sereno e tranquillizzante.Anzi, proprio il fatto che lynch abbia decontestualizzato il tema della morte,immergendolo in uno scenario semi-bucolico, rende il memento mori ancora più struggente, commovente e un po' sinistro.
Tutto sommato la vera protagonistala è la vecchiaia .E non è forse anch'essa foriera di orrori,incubi e non ci costringe a guardarci dentro ed alle spalle?