Autore Topic: "Una storia vera": mistero & domande inside  (Letto 1279 volte)

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Offline 1c0n 0f s1n

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"Una storia vera": mistero & domande inside
« il: 08 Giu 2004, 19:29 »
Mi è stato prestato da un collega ed è rimasto sullo scaffale per un bel pò, visto che non sono un fan di questa tipologia di film.
Sempre che "Una storia vera" di David Lynch sia riconducibile effettivamente a qualche filone cinematografico.
Conoscendo il regista poi, mi aspettavo qualcosa alla "Velluto blu".
Poi, un giorno ho "freesbato" il DVD nel lettore... Che bello.
Veramente. Sapete che me lo riguarderei ancora? Eppure non so perchè mi sia piaciuto tanto, penso che mi abbia mollato qualcosa dentro "che neanche io so come" :lol:
Voiche ne dite? Aiutatemi ad addentrarmi nelle mie emozioni...
Anche una Fulgecensione sarebbe bene accetta :wink:

Offline Duffman

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"Una storia vera": mistero & domande inside
« Risposta #1 il: 08 Giu 2004, 19:52 »
Perchè è assolutamente anticinematografico nella sua lentezza, nell'umanità dei personaggi, nell'ingenuità edificante della storia, nella scelta delle inquadrature e dei luoghi.

Posso darti un consiglio?
Cerca Central do Brazil di W. Salles, quando vidi Una storia vera me lo riportò in molti punti alla mente.
Credo sia da poco uscito in DVD.
Duffman ci dà di nuovo dentro FORTE E CHIARO,
in direzione del problema. Ma un po' meno. OOOHHH YEAH!!!  online: DuffmanTFP

Offline ZionSiva

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"Una storia vera": mistero & domande inside
« Risposta #2 il: 08 Giu 2004, 20:02 »
Beh, la storia è davvero bella. E come ogni film di Lynch racconta un essere umano con grande precisione e magia, guardando con assoluta lucidità alle caratteristiche delle persone esaltando i caratteri di ognuno. E' molto potente, per quanto sia meno "eccentrico" degli altri Lynch resta fortissimo per immagini e suoni.
~~porcelina, she waits for me there
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Offline fulgenzio

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"Una storia vera": mistero & domande inside
« Risposta #3 il: 08 Giu 2004, 20:53 »
meravigliosa la scena nella quale il vecchio , dopo aver investito un animale (non ricordo la razza) , se lo pappa arrosto allegramente nella sequenza successiva...

a dispetto di quanto si possa pensare, è un film lynciano al 100%. molti ai tempi furono spiazzati dalla scelta del protagonista (Richard Farnsworth, morto suicida qualche anno fa, dopo aver saputo di avere una malattia incurabile), decisamente atipico, e per la trama, apparentemente lontana dai classici temi cari al regista. La colonna sonora, del solito Badalamenti è perfetta e finalmente l'autore non si limita a ripetere ad infinitum due accordi con poche variazioni.La fotografia (di un altro arzillo vecchietto ottantenne) è stupenda e l'america mostrata nel film ha una capacità di fascinazione non inferiore, per dire, alla nuova zelanda del signore degli anelli.Certo, il nesso tra colori caldi dell'autunno e l'ultima stagione della vita è piuttosto didascalico ma il vero valore del film sta nella riscoperta, anche e soprattutto da parte dello spettatore, dei pochi e semplici valori essenziali, che (come ha notato duff) si scoprono dalle piccole cose e dagli eventi più insignificanti.Il film però, è tutt'altro che sereno e tranquillizzante.Anzi, proprio il fatto che lynch abbia decontestualizzato il tema della morte,immergendolo in uno scenario semi-bucolico, rende il memento mori ancora più struggente, commovente e un po' sinistro.
Tutto sommato la vera protagonistala è la vecchiaia .E non è forse anch'essa foriera di orrori,incubi e non ci costringe a guardarci dentro ed alle spalle?
ANCHE UN TANUKI PUO’ SORPRENDERE UNA TIGRE CHE DORME.