Autore Topic: [NES] Metroid  (Letto 2768 volte)

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Offline Sephirot22

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[NES] Metroid
« il: 23 Mag 2004, 15:45 »
Metroid
Nes - 1986

Pietra miliare dei videogames e primo capitolo di una delle meno inflazionate saghe videoludiche, Metroid nasce sul Nes nel 1986 dal genio di Gunpei Yokoi.
La protagonista è Samus Aran, carismatica video-eroina (nel senso di eroe al femminile) che, protetta solamente da un esoscheletro metallico con un cannone impiantato sul braccio, è mandata in missione sul pianeta Zebes per contrastare i pirati spaziali e sventare la minaccia rappresentata dai metroid, creature simil-meduse capaci di assorbire l’energia vitale dagli esseri a cui si aggrappano.
Lo scenario di apertura mostra Samus appena dopo aver posato i piedi sulla superficie dell’ostile corpo celeste: si comprende immediatamente che non sarà una semplice passeggiata. Il giocatore ha subito di fronte uno degli aspetti fondamentali del gioco: l’esplorazione. La struttura di Zebes è mastodontica, sviluppata in diverse zone, ciascuna caratterizzata da un proprio tema grafico ben riconoscibile. Queste proprietà rendono dispersivi i livelli più ampi, soprattutto a causa di una non eccessiva varietà negli sfondi, tuttavia, dopo aver preso confidenza con gli ambienti, s’impara presto a trovare i giusti punti di riferimento per potersi orientare. L’acquisizione dei vari power-up rende, di volta in volta, sempre più grande la porzione di mondo a cui possiamo accedere e spesso ci si ritrova a girovagare negli abissi di Zebes anche solo per il piacere della ricerca di nuovi passaggi. L’esplorazione, quindi, è incentivata sia dalla necessità di trovare la facoltà necessaria per superare un particolare ostacolo, sia perché quando si acquisiscono nuovi poteri ci si dispiega davanti un ventaglio di possibilità sul loro uso: siamo invogliati a ritornare sui nostri passi per non lasciare niente di inesplorato. La dislocazione degli oggetti e delle varie zone permette una discreta libertà di azione e la scelta di come affrontare l’avventura è vincolata solo dal possedere i potenziamenti giusti per non soccombere. Tuttavia, per sviscerare completamente il labirintico pianeta bisogna analizzare accuratamente ogni pixel, solo in seguito ad una meticolosa ricerca, si sveleranno passaggi nascosti, trabocchetti e scorciatoie. Il design di Zebes è un esempio di attenzione ai dettagli, nulla è lasciato al caso, dai primi, semplici passaggi in stile piattaforma di Brinstar (la zona iniziale) ai meandri delle grotte dei nascondigli dei boss, dove il giocatore dovrà prodigarsi in sessioni di gioco perfette per superare indenne le stanze più “cattive”. La posizione dei nemici, la struttura dei livelli, i power-up che Samus può ottenere, insieme con l’ottimo sistema di controllo danno origine ad un raro esempio di armonia videoludica dove si ha sempre la sensazione di potercela fare, anche quando si è sull’orlo della disfatta. Il continuo perfezionamento dello stile di gioco deriva anche dall’impossibilità di salvare e, quindi, dal dover ricominciare sempre dalla schermata iniziale ad ogni nuova partita o sconfitta, mantenendo in ogni caso i power-up trovati grazie ad un sistema di password. Tutto ciò comporta un elevato stress psicofisico, soprattutto quando si  termina l’energia vitale lontano dal punto di partenza; ma anche questo è Metroid.
Dal punto di vista grafico non si raggiunge l’eccellenza e non si può di certo parlare del miglior esponente dell’era 16-bit, ma gli ambienti che ci si presentano riescono a fornirci un’idea perfetta della morfologia e dell’aspetto del pianeta: ogni zona possiede uno stile peculiare sia per il disegno sia per quanto riguarda la caratterizzazione dei nemici. Meritano una particolare menzione gli evocativi temi musicali che contribuiscono a ricreare l’atmosfera claustrofobica di Zebes e ci accompagnano durante le lunghe ore di perlustrazione senza lasciarci cadere nella monotonia.

Ci troviamo di fronte ad un capolavoro di un’era passata, ma solo esteticamente Metroid ci mostra la sua età poiché ancora oggi possiamo godere delle sue atmosfere fantascientifiche e delle sue meccaniche di gioco affatto sorpassate. Un’avventura che merita di essere giocata in quanto pezzo di storia videoludica e ottimo videogioco, magari anche con un emulatore per sfruttare la possibilità di salvare.

Giudizio: 8su10