Autore Topic: [PS] Sentient  (Letto 2870 volte)

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Offline [c]ego

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[PS] Sentient
« il: 19 Mag 2004, 17:09 »
Data spaziale 1032.6 DE (Dopo Esodo), diario di bordo di Domar Luvey, Capitano della stazione orbitante ICARUS: oggi ho ricevuto la seconda minaccia di morte, il computer di bordo è impazzito, ci stiamo schiantando contro il sole Xexor e non mi è ancora arrivata SPC numero 100...

SENTIENT (1997)
di Saulo Chekotee




Nel 1997 Psygnosis era conosciuta e riverita praticamente da tutta la comunità videoludica, c’era chi l’aveva seguita dai tempi delle loro sbalorditive intro per Amiga e chi, invece, l’aveva conosciuta con Destruction Derby e ne aspettava gli immancabili seguiti. In pochi ricorderanno la software house britannica per un’avventura testuale tridimensionale che rimase a prendere polvere sugli scaffali dei negozianti, Sentient, un gioco così sconosciuto che persino il sito ufficiale SCEE lo scambia per Sentinel. E’ giunto il tempo di rispolverarla.

In un futuro abbastanza lontano è nata la stazione spaziale ICARUS (Instar Corporation Aureole-Ranking U-Class bla bla bla) in orbita intorno al sole Xeror. Lo scopo della stazione spaziale è quello di estrarre dalla stella la materia prima scoperta al suo interno, il kenyon, ma le cose non stanno andando come da manuale. Il capitano è stato assassinato, la stazione è controllata da un IA paranoica, c’è la solita cospirazione e la pericolosa vicinanza con le radiazioni solari ha fatto nascere un’epidemia tra l’equipaggio. Per debellarla ed eliminare cosi’ almeno una delle tante magagne viene spedito a bordo il medico Garrit Sherova che ovviamente ha un passato oscuro, un futuro incerto ed una moglie che lo tormenta anche nei sogni. Dimenticavo, è calvo.

La vita del medico non sarà delle più facili, e lo si capisce fin da subito, lo shuttle che lo scorta alla stazione ICARUS si schianta nell’hangar di atterraggio. Dalle macerie della navicella se ne esce inspiegabilmente illeso il nostro Garrit e mentre ci torna in mente Unbreakable possiamo finalmente muovere il personaggio ed impratichirci con i comandi. Fatelo in fretta però, perché tutta l’avventura si svolge in tempo reale ed avrete solo qualche minuto per risolvere il primo dilemma: ancora intrappolati all’interno dell’hangar in fiamme, infatti, troverete un ingegnere ferito che ha la chiave per entrare nella stazione. Potrete decidere di curarlo e mettervi in salvo insieme a lui, guadagnando la stima del reparto ingegneri, oppure non fare assolutamente nulla e lasciarlo morire, Game Over? No, il gioco prenderà semplicemente un’altra piega, perché con ben nove possibili finali, le scelte che farete influenzeranno fin da subito il resto della storia.

Nonostante l’aspetto estetico voglia farci credere il contrario, Sentient è più una diretta evoluzione dell’avventura testuale che uno spin-off intellettuale di Doom. Volendo essere gentili la grafica è definibile appena decente, composta da un numero minimo di poligoni ricoperti da texture primitive, il sonoro, invece, si ricorda di esistere solo sporadicamente ed il parlato è del tutto assente, soppiantato da dei veri e propri fumetti che fuoriescono dalla bocca dei personaggi. Chiunque riesca a guardare oltre, però, avrà in mano un’avventura testuale dalla visuale in prima persona con un incredibile spessore narrativo e una strabiliante interattività che tutt’oggi nessuno ha voluto eguagliare. Alla base di questa inaspettata giocabilità abbiamo qualcosa come 60 personaggi con cui interagire, ognuno dei quali è tartassabile di domande utilizzando e mischiando fra loro le 50 frasi disponibili, scegliendo poi l’espressione facciale con cui pronunciarle. Se un personaggio non vi aiuta, lo potrete pure mandare a quel paese con un bel sorriso in faccia.

Ammirevole è inoltre il comportamento dei PNG (personaggi non giocanti) che non hanno bisogno dell’arrivo del medico per svolgere le loro mansioni narrative, fanno un po’ quello che vogliono, un momento ci sono, quello dopo potrebbero essere andati a provarci con un’infermiera o ad assassinare qualcuno. Il gioco non vi aspetta.

La difficoltà del titolo, pur essendo impostabile, rimane comunque elevata, bisogna avere una solida conoscenza della lingua di Albione e una buona perseveranza, senza è consigliabile guardare altrove. Sentient ricompensa nella distanza, una volta immersi nell’atmosfera non ci si accorge più che le facce dei personaggi sono tutte piatte, sarete troppo presi dal decidere se scappare vigliaccamente oppure prendere in mano i comandi dell’intera stazione spaziale e dimostrare a Jean-Luc Picard che c’è un altro calvo in città.


[tutte le immagine, praticamente le uniche ormai esistenti, prese da www.gamespot.com]

Bottom Line: sarebbe inutile prendervi in giro, se il gioco è praticamente sconosciuto un motivo ci deve pur essere, Sentient ha un’enormità di difetti sia grafici che strutturali. Se foste però dei giocatori tutta grafica e niente cervello probabilmente avreste smesso di leggere ben prima, quindi mi rivolgo ai figli delle avventure testuali ed agli orfani di Deep Space Nine e Babylon 5, questo potrebbe benissimo essere il gioco che fa per voi.

Voto: sette su dieci.
Sono allergico all'italiano medio
[c]ego lavora nella periferia videoludica, le sue opinioni non hanno nulla a che vedere con quelle dei suoi mille e uno clienti. Uno più, uno meno.