Buffo... ho appena finito di giocarne uno, ed ecco che spunta il topic
Per molti anni librogame e VG si sono contesi il mio tempo libero, ma giunse il momento in cui i libri ormai li conoscevo a memoria e per molto tempo sono rimasti intonsi. Ultimamente li sto rileggendo, un po' per volta, e mi sto divertendo di nuovo un mucchio. Ne ho un centinaio e se fossero rimasti sul mercato un anno in più avrei potuto averli forse tutti (almeno quelli pubblicati da E.Elle).
Ogni serie ha i suoi alti e bassi, e come negli RPG per console, a volte una buona trama può far perdonare un sistema di gioco labile (vedi serie AD&D), a volte giocare può essere tanto divertente che non ti rendi conto che effettivamente la narrazione è molto modesta, come in genere avviene nei libri di Steve Jackson, nei quali di fatto la vena letteraria dell'autore dà il meglio di sé nei paragrafi di morte (i libri di Jackson somigliano moltissimo alle avventure grafiche alla Shadowgate).
Potremmo dire che esistono due tipi di librogame, appunto quelli alla Jackson, che si preoccupano di costruire un'avventura dagli spunti elementari infarcendola poi con situazioni, enigmi, tranelli ed oggetti degni del sogno di un bambino avventuroso, e poi ci sono quelli dove al semplice gusto dell'avventura si aggiunge una narrazione di tutto rispetto. Questi ultimi sono, a mio vedere, la maggioranza e sono quelli tipici di J.H. Brennan e Joe Dever.
Lupo Solitario non è l'unico a soffrire del problema "se non hai letto i volumi precedenti sei svantaggiato". E' vero che, essendo una serie lunghissima, il problema viene accentuato, ma di fatto ogni serie i cui volumi non siano avventure indipendenti ne soffre. Anche in Sortilegio iniziare dal volume 1 è fortemente consigliato, perché puoi ottenere consigli, indizi, oggetti che poi possono essere vitali nell'ultimo, difficilissimo volume. Probabilmente non hai amato Lupo Solitario perché si concentra di più sulla narrazione che sul gioco, e perché non tende a presentarti enigmi complessi come quelli di altre serie. Da parte mia, apprezzo quasi tutte le serie. Se c'è un piccolo difetto che ho incontrato nei libri di Jackson è quello della "strada giusta": capita spessissimo che girare da una parte invece che dall'altra ti conduca alla morte senza possibilità di tornare indietro, perché l'altra strada conteneva un indizio vitale. E' vero che nella realtà succederebbe proprio così, ma forse la possibilità di tornare ai paragrafi precedenti sarebbe più logica. Inoltre Jackson compie la pura malvagità di farti proseguire ignaro dell'errore magari anche per mezzo libro, finché non ti trovi davanti l'ostacolo insuperabile che ti costringe a ricominciare da capo. Secondo me se hai perso dovresti saperlo subito.