Autore Topic: "Ho amato Pantani, anche drogato"  (Letto 4027 volte)

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Offline Andrew B. Spencer

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"Ho amato Pantani, anche drogato"
« il: 22 Apr 2004, 15:10 »
"Ho amato Pantani, anche drogato"

 22/04/2004 11:12.41

L`ex compagna del Pirata, Christina, parla a ruota libera della vita del campione

Christina Jonsson, danese, 28 anni vorrebbe dimenticare. Ma non è facile essere stata la compagna di Marco Pantani, averne condiviso il declino, la cocaina, per finire poi dimenticata dallo stesso Pirata, che prima di morire gli ha lasciato comunque una lettera, che nessuno però ha mai fatto avere alla ragazza. Per sette anni Cristina ha vissuto al fianco di Pantani, “Il mio vero grande amore, con il quale speravo un giorno di tornare”, ha dichiarato alla rivista svizzera l’Hebdo.

I due si erano incontrati a Cesenatico "In una discoteca, dove lavoravo come ballerina. Una sera Marco è entrato nel locale. Ci siamo conosciuti e la nostra storia è iniziata. Lui non aveva una vita sociale molto intensa. Adorava le Ferrari, le Porsche, la velocità. Amava il bricolage, la caccia, la pesca. Conosceva il nome di ogni pesce. Ma Marco era un ribelle. Quando l’ho conosciuto aveva l’orecchino ed il foulard. Era già il Pirata. Poi ha aggiunto il tatuaggio sotto gli occhi. Lo divertiva moltissimo sfidare gli altri. Non era mai soddisfatto."

Poi nel 1999 tutto cambia. Dopo il controllo al Giro d’Italia, la sua esclusione, le voci…”E’ tornato a casa ed ha passato giorni interi a piangere, a disperarsi. E non poteva uscire. La casa era circondata da 150/200 giornalisti.Marco si è sentito tradito, abbandonato. Pensava che la sua squalifica fosse premeditata. Poi, dopo quattro giorni di silenzio, ha ricominciato ad uscire la sera. E dopo una decina di giorni mi ha detto di aver iniziato a prendere della cocaina. Credo l’avesse fatto per poter sopportare la pressione, per cercare di sopravvivere. Ma nonostante tutto non riuscivo a crederci. E poi ho accettato di entrare anch’io in questo mondo, di prendere la stessa droga per aiutarlo, per amore, per non tradirlo. E’ stato un vero incubo. Ma ci ha dato l’illusione di poter ricominciare a comunicare. Un’illusione spentasi in poco tempo. Marco pensava lo tradissi. Era gelosissimo. Al limite della paranoia.”

La brutta esperienza, per Christina, è durata tre mesi. ”Si, in effetti sono riuscita a smettere. La situazione era insostenibile. La sera, quando tornavo dal lavoro, prendevamo la cocaina insieme. Marco ne consumava quantità incredibili, ma il suo corpo la sopportava bene. Poi la famiglia ha iniziato a capire la situazione e naturalmente la colpa è stata immediatamente data a me. Il doping? Penso che Marco abbia fatto come tutti gli altri, che si sia dopato. Ma ormai non riguarda più nessuno. Obbligato al doping? Non credo. Vivendo con lui ho sempre avuto l’impressione che Marco prendesse da solo le sue medicine, misurandone i rischi. E penso pagasse gli acquisti di tasca sua. A me diceva ben poco. Ma non aveva fiducia nei medici della sua squadra. Solo una volta mi ha detto di prendere delle schifezze per essere all’altezza degli altri. Aveva dei prodotti, in una scatola nel frigo. Ma non voleva parlarne.”

In qualche occasione Christina ha anche ascoltato gli sfoghi del Pirata. ”Un mese o due prima di essere controllato, al Giro, stava scoppiando. Mi aveva detto di non poterne più. Voleva parlare, rivelare al mondo intero quello che succedeva nel ciclismo. E di fronte alla disoccupazione che sarebbe seguita, mi aveva detto che avrebbe potuto diventare medico, vista la sua preparazione con tutti i prodotti che prendeva e che circolavano nello sport. Ma pensava anche di essere stato il capro espiatorio della situazione. Di essere stato pugnalato alle spalle da coloro che erano stati con lui in precedenza. E diceva sempre che in Italia si continuava a concentrare gli affari di doping nel mondo del ciclismo, per distogliere l’attenzione dal mondo del calcio, che ha interessi molto più importanti. La speranza di chiudere tutto il discorso è venuta quando mi ha detto di voler ricominciare a correre. Pensava che la bicicletta l’avrebbe salvato dalla cocaina. Ma faceva qualche corsa e poi ricominciava. Appena rientrava anche gli spacciatori suonavano alla sua porta. E nell’estate del 2003 non ce l’ho fatta più e l’ho lasciato. Ci siamo risentiti a dicembre, per il mio compleanno. Mi ha chiamato per farmi gli auguri. E poi….”

(M. Russo, DTS) Copyright © 1995-2004 Datasport
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Mi sembra una testimonianza importante...

Offline Squall84Leonheart

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"Ho amato Pantani, anche drogato"
« Risposta #1 il: 22 Apr 2004, 15:13 »
Per me è stato e rimane il pirata...
Gioco su travian3 s1 nick Baci e Abbracci

Offline naked

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"Ho amato Pantani, anche drogato"
« Risposta #2 il: 22 Apr 2004, 15:15 »
esiste già un topic  :wink:
Se fosse un’orchestra a parlare per noi Sarebbe più facile cantarsi un addio Diventare adulti sarebbe un crescendo Di violini e guai I tamburi annunciano un temporale Il maestro è andato via Metti un po’ di musica leggera Perché ho voglia di niente Anzi leggerissima

Offline Andrew B. Spencer

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"Ho amato Pantani, anche drogato"
« Risposta #3 il: 22 Apr 2004, 15:30 »
Citazione da: "naked"
esiste già un topic  :wink:


Sì, in 32esima pagina... Maddaiiiii... :lol:

Offline Duffman

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"Ho amato Pantani, anche drogato"
« Risposta #4 il: 22 Apr 2004, 15:47 »
Cerchi, posti, uppi.
Non è complicato.
Duffman ci dà di nuovo dentro FORTE E CHIARO,
in direzione del problema. Ma un po' meno. OOOHHH YEAH!!!  online: DuffmanTFP