Autore Topic: [PS2] Prince of Persia: The Sands of Time  (Letto 3350 volte)

0 Utenti e 1 visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline Duffman

  • TFP Service
  • Eroe
  • *****
  • Post: 13.251
    • E-mail
[PS2] Prince of Persia: The Sands of Time
« il: 23 Dic 2003, 19:21 »
PRINCE OF PERSIA – THE SANDS OF TIME

SISTEMA: PS2
SVILUPPATORE: UBISOFT MONTREAL
PRODUTTORE: UBISOFT
VERSIONE: USA





Il suono ritmato, metallico è quello della morte, in forma di ganasce metalliche che si aprono e si chiudono.
Passi/muori/passi/muori.
Dietro di loro, fori nel pavimento nascondono spuntoni che, affrontati con calma, non mi impensierirebbero.
Ma la calma si mangia il tempo…il tempo…tempo che non ho.
Corro verso la morte, sorpreso dalla mia stessa audacia: sfuggo alla prima, la seconda mi sfiora, la terza e gli spuntoni le salto insieme in corsa ho solo 1metroperriprenderevelocitàesaltareV O L O…gli dei siano ringraziati, il mio ultimo passo ha aperto un cancello, e so che sono più vicino al dannato Visir.
Rimango ipnotizzato: ancora appeso nel vuoto, mentre aspetto che le gambe smettano di tremare, ho la surreale esperienza di guardare un altro me stesso che mi sorride.
E chiude il cancello.
Se potessi tornare indietro” penso, mentre il pavimento da cinque piani più in basso mi viene incontro.


No, tradurre POP e scene simili in 3D non era facile.
Non perché si voglia fare i pasdaran del 2D a tutti i costi, ma perché si rischiava di perdere il piacere di assecondare l’intuizione con un semplice tocco di tastiera/joystick/pad.
Ad un gioco come POP:SOT, che fa dell’immersività uno dei punti di forza, non si poteva chiedere di meglio che comandi intuitivi e flessibili.
Quante volte abbiamo fatto fare una brusca frenata al gioco per cercare di ricordare “qual’è quel tasto…?”
Il gioco Ubisoft è un potente schiaffo in faccia a quei designer che intasano il fluire dell’azione con polipose combo di tasti, omaggiando la stupida convinzione che complessità di gioco comporti complessità di comandi.
Una flessibilità Nintendo-like, con 2-3 tasti a fare il 90% del lavoro, in una evoluzione del POP originale: ben presto il principe sembrerà muoversi quasi autonomamente, scalando, piroettando, compiendo evoluzioni alla Matrix e combattendo contro le guardie possedute dalle sabbie come se avesse quattro braccia.
Un saltimbanco dopato non saprebbe fare di meglio.

La leggerezza della “gestione” lascia spazio al tuffo verticale in un mondo magico dal quale poche volte avremo modo di uscire: immersione favorita da una grafica particolarmente d’atmosfera e dalla classe del level design.

Il meglio che si può dirne è che coniuga la spettacolarità e l’atmosfera con la funzionalità allo scorrere del gioco: difficilmente capiterà di chiedersi “e adesso?”; più facile rimanere a bocca aperta di fronte a torri svettanti dalle quali ammirare l’alba, gigantesche statue da scalare e fonti sotterranee di vastità impressionante.
Purtroppo tanta magnificenza comporta che in diverse occasioni il motore del gioco si perda frame per strada, offrendo lo spiacevole spettacolo di uno slow motion slegato dalle sabbie magiche.
La cosa è tanto più spiacevole in quanto spesso indipendente dalla presenza di avversari o dal transito in location “pesanti” dal punto di vista computazionale.
Poca cosa, in confronto ai frequenti momenti di stupore che la grafica regala, ma in effetti è l’unica cosa che ci fa tornare “aldiquà” dello schermo, cosa che in un gioco come questo è peccato mortale.
Sembra comunque sia una (sgradita) esclusiva della versione PS2.
Menzione obbligatoria per le bellissime voci raï (il caratteristico canto gorgheggiato nordafricano) e le melodie di sitar indiano (mixate purtroppo a chitarre elettriche non sempre in tema) che punteggiano il gioco, senza risultare invasive e lasciando la scena nella maggior parte dei casi agli ottimi effetti sonori d’ambiente.

Il tutto si amalgama bene, ma un paio di rilievi sono obbligatori.
Il più urgente è relativo alla brevità dell’esperienza: le 10 ore circa necessarie a venirne a capo possono spingere più al noleggio che all’acquisto.
Brevità se non condivisibile, giustificabile in parte con la necessità di non rendere il gioco noioso, vista l’impossibilità di inserire altri elementi senza snaturare troppo il concept.
Mancanza di sfida partorita soprattutto da un livello di complessità degli enigmi piuttosto basso: d’altra parte però anche l’originale non era tanto basato sulla risoluzione di enigmi complessi (fatto salvo quello dello specchio) ma sulla destrezza nel superare le trappole che ci dividevano dal visir e dalla nostra vendetta.
Anche qui è lo stesso: non è mai in dubbio il percorso da seguire, ma il come.
Spesso vengono richieste doti di destrezza notevoli, tempismo e capacità di improvvisare, uniti a capacità di ragionare tridimensionalmente.
Peccato per una implementazione delle sabbie del tempo discutibile, dato che manca una vera interazione con gli enigmi, che ne avrebbero fortemente beneficiato. Forse, visti i molti spunti, era lecito aspettarsi qualcosina di più che un rip off delle idee di Blinx (Artoon, su XBox) ed il loro uso soltanto nei combattimenti (quando per giunta la frenesia fa dimenticare di usufruirne).

Se siete disposti a sorvolare su una certa brevità, o noleggiate abitualmente i giochi, troverete comunque in POP:SOT un esperienza piacevolissima, con una grafica, un sonoro ed una giocabilità posti al servizio dell’esperienza di gioco.

VOTO: 8


FOTO: www.playstation.it
Duffman ci dà di nuovo dentro FORTE E CHIARO,
in direzione del problema. Ma un po' meno. OOOHHH YEAH!!!  online: DuffmanTFP

Offline NighTiger

  • Veterano
  • ****
  • Post: 2.744
    • http://salvatore.difazio.googlepages.com/
    • E-mail
[PS2] Prince of Persia: The Sands of Time
« Risposta #1 il: 23 Apr 2004, 20:37 »
Titolo: Prince of Persia: The Sands of Time | Sistema: Playstation 2 | Genere: Avventura | Produttore: UbiSoft Entertainment | Sviluppatore: Ubi Soft Montreal Studios | Giocatori: 1 | Anno: Novembre 2003


Non giocavo ad un'avventura da almeno 10 anni, cioé dal primo Tomb Raider. Ed a dirla tutta non mi era neanche piaciuto granché a causa dell'elevato livello di difficoltà sopratutto nei livelli finali.
Dopo anni e anni di copia e ricopia arria questo gioco che, diciamola tutta, non porta nulla di nuovo ma diverte e parecchio.

La Sabbia
La storia del gioco si basa tutta sul principe e sulla conquista di un regno che viene tradito dal suo Gran Visir.
Una volta conquistato il regno il padre del principe metterà le mani su una strana clessidra e su un pugnale.
Qual cosa va storto e tutti vengono trasformati in bruttissime creature mutanti. Si salvano solamente il principe, la principessa del reame conquistato (Sara) e il Gran Visir.
Adesso tocca a voi salvare il mondo.

Il Pugnale
Il principe, prima di fuggire, porterà seco il pugnale che stava assieme alla clessidra.
Questo pugnale è un pugnale speciale perché da la possibilità di assorbire i nemici, andare indietro nel tempo, rallentare il tempo e velocizzare i nostri movimenti.
Tramite questo, la nostra abilità e la nostra arte della sciabola dovremmo distruggere bellici nemici e tramite la nostra intelligenza risolvere complicati puzzle che verranno resi più semplici da delle visioni.
Ogni qualvolta che salveremo, avremo la visione di ciò che accadrà se tutto andrà bene; ciò semplifica, non di poco, la risoluzione dei puzzle all'interno dei livelli che dovremo affrontare andando avanti nell'avventura.

Conclusione
Il gioco si rivela decisamente carino. Ottima grafica (anche se vi sono piccoli problemi con la telecamera) con personaggi e località ben disegnate. Combattimenti carismatici con musica rockeggiante faranno la gioia di tutti. Ma il tutto si rivelerà poco longevo. Se si fosserò impegnati a creare, almeno, 10 livelli in più credo che il gioco non avrebbe sofferto della scarsa longevità.
In generale con 10 ore di gioco è possibile portarlo a compimento.
Se avete la possibilità di comprarlo di seconda mano o a buon prezzo non fatevelo sfuggire.


Grafica: 8 / 10
Sonoro: 9 / 10
Giocabilità: 8 / 10
Longevità: 7 / 10
Globale: 8 / 10

Offline Kintor

  • Condottiero
  • ******
  • Post: 8.400
    • E-mail
[PS2] Prince of Persia: The Sands of Time
« Risposta #2 il: 01 Mag 2004, 12:11 »
PRINCE OF PERSIA THE SANDS OF TIME
              A cura di Alvise “Kintor” Salice

Fiabe e leggende dell’antica Persia
Prince Of Persia è un video-sogno.
E’ un fugace viaggio onirico in un mondo da fiaba, in cui si fondono magistralmente la più ammirata tradizione ludica e il sovvertimento delle leggi spazio-temporali.
L’appassionato di Action Adventures, risolvendo enigmi, saltellando di pianerottolo in sporgenza, e attraversando il gigantesco castello in cui è ambientato il 95% del gioco, scoprirà nelle meccaniche di The Sands Of Time una sapiente rilettura del grande Ico, incluso il finale che lascia di sasso e fa riflettere.
Di fatto, ciò che impedisce all’allievo occidentale di eguagliare il maestro giapponese, è soltanto la carenza di vera profondità poetica, non controbilanciata dalla superiorità della fase d’azione, qui meglio gestita ed appagante.
Per il resto, abbiamo un titolo di fattura eccellente, che si pone ai vertici della categoria nella produzione americana.
Nei pressi dell’olimpo
Anzitutto, i tocchi di classe si sprecano: dal mai abusato rallenty che supporta alcuni colpi con coreografico volteggio, alle fonti d’acqua dolce in cui ristorare l’energia.
Un level design maestoso ed azzeccatissimo fa da cornice a personaggi superbamente animati, il Principe su tutti, baciato da oltre 750 digitalizzazioni di movimento.
L’impatto cosmetico di TSOT è l’emblema dell’ingegneria visiva, della perfetta fusione tra artisticità e tecnica.
Un motore grafico tipicamente multipiattaforma, pregevole ma non di per sé sbalorditivo, stupisce per l’efficiacia con cui è asservito al cesellìo delle textures, al disegno delle architetture, alla succitata bontà delle animazioni.
Il sonoro è quello delle grandi occasioni: una colonna d’importante impatto, sviluppata come rock arabeggiante, motiva splendidamente soprattutto le spettacolarissime sequenze di lotta.
Il tutto viene accompagnato da un doppiaggio italiano che, come ci ha abituati Ubi Soft, risulta tanto ben caratterizzato vocalmente quanto mal sincronizzato col labiale.
Chiara Colizzi, in particolare, recentemente voce di Uma Thurman in Kill Bill e di Jade in Beyond Good&Evil, interpreta l’avvenente Farah, un po’ la Yorda di The Sands Of Time.
A concludere un confezionamento quindi di altissimo livello troviamo gli effetti speciali, sia visivi che sonori, entrambi sempre gioiosi per occhi ed orecchi.
Menzione d’onore va all’interfaccia di controllo: semplicemente perfetta. La quantità di azioni e mosse eseguibile dal Principe è sorretta da comandi che fanno dell’intuitività più estrema il loro punto di forza: sembra quasi che ogni performazione nasca autonomamente sotto i polpastrelli.
Sognare è semplice…
La creazione di un control system tanto sopraffino ci porta ad evidenziare quello che è il solo difetto strutturale del titolo: la scarsità del livello di sfida. Di per sé, infatti, POP non è corto, per essere un Action Adventure. Quella decina di ore sufficiente a terminarlo non ne nasconde abbastanza di dovute ai tentativi. Il meccanismo di rewind temporale offerto dal pugnale magico consiste sia in un positivo azzeramento della frustrazione, sia in un negativo eccesso di facilitazione.
Il terzetto Principe/pugnale/sistema di controllo viene ad essere davvero troppo forte, troppo impeccabile, troppo maledettamente superiore a Lara, a Ico, a Raziel, perché una difficoltà d’enigma ed un’ostilità nemica globalmente pari a quanto visto nelle rispettive avventure possa qui rappresentare un’importante sfida per l’esperto di pad.
Tuttavia, Prince Of Persia The Sands Of Time è un video-sogno, e in quanto tale non vuole dichiaratamente rappresentare una grande sfida.
Non vuole porre ostacoli troppo tignosi lungo la via del godimento onirico.
Perché in un bel sogno non c’è nulla di difficile.
Noi siamo gli eroi, volteggiamo e compiamo le più ostiche imprese in un batter d’occhio, soffermandoci solo a studiare il superamento di una stanza (compito in cui siamo facilitati dalle visioni del Principe) e a scambiare battute con Farah, per la quale il sentimento cresce e si approfondisce nel corso dell’avventura, in maniera decisamente piacevole.
The Sands Of Time, in conclusione, avvolge il giocatore e lo fa volare nella fantasia e nel classicismo che caratterizzano le antiche leggende persiane. Per lasciarlo dopo averlo dolcemente cullato per una manciata d’ore, che scivolano via come sabbia fra le dita...

GRAFICA                9                                              
SONORO                 9                                              
GIOCABILITA’      9,5
LONGEVITA’        7,5
GLOBALE              8,5
PSN: Kintor-ITA