Autore Topic: [PS2] Dance: UK  (Letto 2534 volte)

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Offline Claudio

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[PS2] Dance: UK
« il: 05 Apr 2004, 20:16 »
Recensione sperimentale

di Suskind/Ceresa

Stanza. Risuona la musica di un disco. Round & round dei Sugarbabes.
Una persona segue la melodia battendo i piedi per terra. Passi che aumentano e diminuiscono.

Un momento! …ora! Ecco che arriva la combo!

Batter di passi più frenetico

Diavolo! Ne avrà prese si e no due su quindici! Gliel’ avevo detto che le conveniva settare la difficoltà su easy.
Ecco il ritornello! Ah, è la stessa sequenza di frecce di prima. In questo modo sembra di danzare veramente.
E’ mai stato in discoteca? La vede la gente muoversi liberamente, goffamente, aspettando che arrivi il ritornello, dove tutti ripetono gli stessi passi, i più conosciuti, movimenti che accompagnano un particolare gemito del cantante o sottolineano l’entrata eclettica di un nuovo strumento.
Qui è simile. Il ripetersi di alcuni pattern coinvolge il giocatore nel ballo piuttosto che lasciarlo spaesato imponendogli passi sempre diversi e slegati coreograficamente tra loro.

La musica si arresta. Il giocatore si versa da bere.

Cavolo, però, che sudata! Guardi qui, mi ritrovo in mutande a danzare su un tappetino collegato a una scatoletta nera. Dove siamo arrivati,eh?
Dicevamo dell’elemento coreografico. Sebbene si usino solo le gambe, in certe circostanze viene spontaneo muovere a tempo anche le braccia e ondeggiare con le anche. Si, è proprio come danzare.

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Chissà come è venuta in mente alle software house l’idea dei rithym games
Beh, le dirò…il videogioco non può fare a meno della musica, è una parte fondamentale di esso.
Per anni abbiamo mosso pixel su schermo accompagnati da ridicoli BIP BIP, adesso per fortuna la tecnologia ci permette di usufruire di nuove esperienze ludiche.
Le posso confessare che perfino io a volte ho ignorato l’accompagnamento musicale di alcuni giochi, rapito da quanto osservavano i miei occhi. Ora le orecchie si prendono la loro giusta rivincita.
D’altronde, non c’è molto da vedere sul monitor; diviso in due, sulla sinistra appaiono freccine colorate su sfondo nero; a destra un personaggio digitale balla invitandoci a fare altrettanto. Peccato che non ci sia il tempo per seguire le sue coreografie. Ma come si dice in questi casi, la grafica è funzionale al gioco.
Ma tornando al discorso musicale, diciamo che è inconcepibile un videogioco senza musica.
Si può quasi dire che il videogioco comincia a esistere quando c’è la musica.
E la musica esisterà sempre e ovunque, perché è qualcosa di universalmente umano, un elemento fondamentale innato nell’animo, nello spirito umano. La musica è eterna.
Goethe dice:”la musica è così in alto, che nessuna mente può afferrarla, e da essa si sprigiona un effetto che domina tutti e di cui nessuno riesce a rendersi conto”.
Capisce ora il motivo del successo dei rithym games?

Si versa da bere

Venga, le mostro la cosa di cui sono più fiero: il tappetino da ballo.
L’ho trovato in offerta; è una pazzia come sono aumentati i prezzi in questo campo negli ultimi anni.
Otto direzioni, non le solite quattro, e questo rende le cose davvero più interessanti, soprattutto a livello avanzato, quando le frecce da colpire contemporaneamente sono addirittura cinque!
Come si può colpire cinque punti differenti su un tappetino quando gli arti a disposizione dell’uomo sono solo quattro? E’ forse un gioco per forme di vita diverse da quella umana? No, quello è Ikaruga, ma questa è un'altra storia…
Si è reso conto mentre lo provava che il segreto del gioco non sta nello stare immobili al centro allungando i piedi ora in una direzione, ora in un'altra.
La vera sfida si basa, a mio avviso, nello scegliere adeguatamente il piede d’appoggio in base alle frecce che arriveranno in seguito, in modo da non perdere il ritmo. Guardi…

Va sulla sezione juke-box. Seleziona un brano dai 30 disponibili.
Parte la musica. Su schermo appaiono le prime frecce colorate…

Ecco, guardi…una freccia in alto, una a destra, una a sinistra e una in basso.
La sequenza è troppo veloce per starsene al centro immobili cercando di colpire i punti corrispondenti con una sola gamba, anche alternandole.
La giusta cosa da fare è questa:

Mette il piede sinistro in avanti. Anziché riportarlo in posizione di partenza e usare l’altro per colpire la freccia successiva, lascia il piede dov’è e usa la destra per colpire il punto corrispondente, e così di seguito.

Se avessi iniziato la sequenza col piede sbagliato avrei dovuto correggere l’assetto per colpire il punto giusto, ma a questo punto avrei perso il ritmo e la coordinazione necessaria per continuare.
Vede, c’è un certo aspetto zen in questo.
Ogni volta che si perde il ritmo ci si chiede: ma dove ho sbagliato? Come potevo prendere tutte quelle freccine? E proprio come in Ikaruga, torniamo a fare un'altra partita per capire dove abbiamo sbagliato, per stare dietro al tempo, per danzare, magari alleggeriti dell’ennesimo indumento inzuppato di sudore, perché, come ci insegna Murakami, l’importante è continuare a danzare.