Non necessariamente però questo è vero.
Approfitto di questa risposta, per farti i miei più sentititi complimenti per la recensione dell’ultimo episodio di Zelda: veramente magnifica. Mi ha colpito in particolare l’enorme cura riposta nella sintassi. Oltre che l’originale struttura dell'articolo, che spicca per la genialità nella ripetizione di talune situazioni con tratti caratteristici e per gli ingegnosi collegamenti interni alla macrostruttura del brano. Outerworld, sei un grande!
Torniamo IT.
Nel 3D in cui rimandi, non vi partecipai anche io?
Boh… Non ricordo. Ad ogni modo, conviene che io chiarisca la mia alquanto nebulosa posizione.
Il concetto di arte è quanto di più relativo esista: su questo non ci piove. Se ne discute da secoli, ma alla fine ognuno continua a dire la sua, e l’opinione di ciascuno lascia il tempo che trova. Ho chiarito il mio pensiero al riguardo nel topic relativo da me stesso aperto.
Ciononostante, posso affermare con sicurezza che un quadro di un qualsiasi pittore famoso è arte. Perché? Mi vengono in mente due risposte:
- Si da per scontato che la pittura è una forma d’arte.
- Se la fama di un pittore è giunta fino a noi, significa che i più riconoscono il valore estetico delle sue opere.
I due aspetti sopra esposti, seppur distinti, contengono qualcosa in comune: il giudizio dell’opinione pubblica. Solo in funzione di esso, fuor di dubbio, si può far rientrare la pittura fra le forme d’arte: e senza scomodare alcun superflua valutazione logica riguardo a cosa sia arte e cosa no. Sulle solide basi di un giudizio comune e condiviso, trattando di arte, si può perfino prescindere dal raziocinio. E riconoscere l’arte in maniera quasi istintiva, semplicemente analizzando il proprio stato d’animo al contatto con l’opera.
Nel caso del VG, ho volutamente parlato di individuarne le potenzialità artistiche. Proprietà del medium, quindi, non caratteristiche di un’opera piuttosto che di un’altra. E’ questo che mi contesti con maggior forza. E hai ragione. Ma il mio obiettivo risiedeva altrove, perché altrimenti sarei caduto in contraddizione con i miei interventi in altri topic relativi allo stesso argomento; e spero che le mie originarie intenzioni appaiano più chiaramente sulla base di quanto già espresso in questo stesso post.
Ciò che intendevo è quanto segue. Giacché il VG è un linguaggio ancora molto giovane, e per quanto riguarda lo stesso, tuttora non esiste un’opinione pubblica che accetti in maniera tacita ed universale l’appartenenza del medium elettronico al novero delle forme d’arte, come invece avviene per quanto concerne pittura, musica, cinema, etc., ebbene solo “inventandoci” una effimera definizione di arte, è possibile sostenere la validità del VG come d’espressione artistica, e preservargli un angusto destino di mero mezzo di intrattenimento per bambini o eterni tali. Ma sempre nell’ambito di un discorso personale e relativo.
Esempio. A e B sono due tizi che si confrontano sul concetto di arte.
A dice: “Per me l’arte è emozione”
B ribatte: “Beh, il videogioco mi da un sacco di emozioni. Giocando a PES, mi incazzo come una iena a digiuno da tre giorni, e sapesse le bestemmie che volano!”
Al che, A contesta: “Ebbene, adunque, gentile signore, per Lei il VG è un posto riservato al reparto neurologia dell’ospedale cittadino. Un concetto d’arte invero rimoto dal mio!”
E B, assumendo ora un tono più serioso e conciliante, precisa: “Lei giunge alle conclusioni con troppa sconsideratezza, mio vecchio compagno, malcauto del mio mordace dileggio. E’ lapalissiano che Lei non ha saggiato ancor in sua vita, il dolce sapore dei sentimenti dispensati dall’immortale opera dell’ingegno umano, che tutti conosciamo col nome di FFVII”
In seguito a quelle parole, A dirige il viso nel vuoto e così rimane in silenzio per qualche istante. Poi riprende: “Io conosco bene i suoi passatempi, non sottostimi le mie conoscenze. Un giorno ebbi modo di verificare quale pratica peccaminosa fosse il videogioco, presso la dimora di un mio stimato conoscente. Il quale, imprudentemente concedeva che il proprio pargoletto compiesse indicibili nefandezze con un frutto di Lucifero in persona: GTA, se non rammento malamente, era il nome di quel abominio!”
B: “Mi permetta di non essere d’accordo. Per me Lei si contraddice terribilmente. Afferma che l’arte è emozione. Allora anche GTA è arte, poiché sa profondere emozioni in chi lo fruisce: odio, rabbia, desiderio di vendetta e di fottere il sistema. <<Fuck the system>>, le sovviene il motto?”
A: “Codesti da Lei nominati non sono sentimenti, ma rifiuti dell’anima pura e timorata di Dio”.
B: “Riassumendo, l’arte è emozione, ma non tutte le emozioni sono arte. Non le pare un ragionamento quantomeno capzioso?”
A: “Giammai, siccome nell’uomo convivono sentimenti buoni, altri cattivi. E solo i primi conducono alla salvezza eterna, e quindi sono pregevoli e degni d’essere rappresentati nella creazione artistica! Ricordi che è bene tutto ciò che ti avvicina all’Onnipotente ed è male ciò che ti approssima agli Inferi”.
B: “Ma Lei chi crede di essere per indicare con tanta certezza cos’è male e cos’è bene?”
A: “Un religioso”.
Scusatemi, ho divagato perché c’ho preso gusto a scrivere. Anche se si è fatta praticamente mattina. Spero che l’esempio sia chiarificatore di qualcosa, ma non ci giurerei
. Riprenderò degnamente la discussione quando sarò un po’ più lucido.
Ciao!