Io credo che i post di Rosario e Wis siano un po' la sintesi del "abbiamo quarant'anni, ormai".
Col tempo ci si asciuga, e si cerca di puntare dritto al sodo, senza troppi giri di parole (come il cinema western crespuscolare), e questo in via generale, ma soprattutto nel caso dei videogiochi, che probabilmente, per tutta una serie di motivi, mantengono la loro priorità ludica, ma perdono quella chiacchiericcica.
Però, però, mi ritrovo nella spiacevole sensazione provata da EGO quando parla di gatekeeping, anche io sono stato testimone dell'uso di termini come "giocatore di qualità", con tanto di nomi sciorinati come presi da una sorta di lista, autoredatta, ma comprovante in qualche modo il meccanismo, un po' perverso secondo me, per cui la qualità del giocatore di converso identifichi anche la qualità di chi lo riconosca come tale, in un circolo del vizio, un po' snob, un po' trombone, un po' accademico, che ricorda i salotti della Royal Geographical Society.
E che, nell'ambito videoludico, francamente, fa un po' sorridere, senza nulla togliere alla dignità della passione.
"Sono troppo vecchio per queste stronzate", chiosava il saggio...