Che la storia dell'Italbasket sia molto più illustre di quella dell'Italrugby mi trova d'accordo, il secondo paragrafo non molto.
Il punto è che il bello del rugby è che il più forte vince (praticamente) sempre. E bastano pochi dettagli per trovarsi sotto di venti punti.
Volendo semplificare tanto, il rugby è fatto di varie fasce: si gioca alla pari con i pari fascia, è possibile giocarsela con quelli di fascia superiore, se non si fanno cazzate si vince con quelli di fascia inferiore. Quando le fasce di differenza diventano due o più non c'è partita.
In fascia 1 ci sono fisse Nuova Zelanda e Sud Africa, con l'Australia e qualche europea che si aggiungono in base ai vari cicli (attualmente Irlanda e Inghilterra sono molto forti, l'Australia meno).
In fascia 2 ci sono quelle che rimangono del 6N, Scozia e Italia escluse, più l'Argentina.
In fascia 3 ci sono le squadre Pacific Nations, Scozia e Italia.
In fascia 4 le europee più forti (Georgia e Romania), e le nord americane (USA e Canada).
E via a scendere.
Ma le fasce sono tantissime, scrivere "i primi nove staccano tutti gli altri di mille punti" è una semplificazione che non trovo corretta.
Questo rende il rugby un po' prevedibile, se si escludono gli scontri tra pari fascia, ma sono le caratteristiche intrinseche dello sport a spingere in questa direzione.