Autore Topic: P2P, File Sharing e dintorni (ex "fate ciao...")  (Letto 157393 volte)

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Re: P2P, File Sharing e dintorni (ex "fate ciao...")
« Risposta #765 il: 30 Giu 2009, 15:08 »
Non so voi ma io più vedo trionfare pirateria, più vedo crisi nella creatività della gente e nelel produzioni culturali della nostra società. Non so' ho un pò di nostalgia quando uno prima di comprare un film si informava, chiedeva, leggeva, insomma c'era cultura, si discuteva, ci si impegnava di più. Imho un'economia, un costo serve sempre, non può esisetre il tutto gratis, tutto subito, è un'illusione. Noi diamo sempre per scontato che i Padroni siano brutti sporchi e cattivi, ma non sono mica scemi. Imho le major del futuro di questo settore saranno Apple, Microsoft e Sony.
certo
infatti il tutto gratis come mentalità dell'internettaro medio è un problema che comincia ad essere dibattuto da un po'
leggevo in proposito un editoriale del sempre ottimo Herald Tribune (cartaceo) in cui si diceva che appunto se si vuole della professionalità, la si deve pagare
il business model basato sui proventi da pubblicità (tipo televisione), banalmente non funziona, perchè la pubblicità su internet è meno invasiva (e quindi efficace) di quella sul teleschermo (citazione Orwelliana non casuale ^^)
infatti molti siti di quotidiani (alcuni esempi di nicchia sono ilfoglio, quello del mitico blondet... ecc) hanno iniziato ad inserire degli abbonamenti

ma per le majors è un altro discorso, qui è proprio in atto una rivoluzione della maniera in cui si può fare business
oggigiorno vendere un dvd a 20€ è pura follia
un cd a 18-20€ poi non ne parliamo nemmeno

il futuro, per semplificare, secondo me è fatto da

1) digital delivery a prezzi proletari come già detto, cosa che sarebbe facilmente sostenibile economicamente senza affamare nessuno, tranne la catena di distribuzione tutta (e si tratterebbe di un sacco di gente senza lavoro eh). il problema è che questo mutamento è inarrestabile, e nessuna operazione di lobbying può arrestarla. cioè si parla proprio di evoluzione della specie

2) supporto fisico dedicato a produzioni particolari/di nicchia e comunque con un posizionamento di mercato più "premium" (come si dice in aziendalese, che significa "di alta fascia"). esempi possibili: extended editions fichissime tipo quella del signore degli anelli, un cd particolare come l'ultimo Ianva, eccetera
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Offline pedro

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Re: P2P, File Sharing e dintorni (ex "fate ciao...")
« Risposta #766 il: 30 Giu 2009, 15:22 »
Conker, tutto quello che vuoi, ma le major obiettivamente non possono frignare per gli introti di Indy 4 quando si scopre che Harrison Ford ha preso 65mln di USD di cachet.

Il loro modello di business è tramonatato. Sorry, la vita fa schifo, ma c'è di peggio che non potersi più permettere piscine, champagne e mignotte tutti i giorni: dovranno accontentarsi di un giorno sì e uno no.

Son problemi... peccato che prima di rinunciare LORO a un calice di champagne licenziano mezzo mondo  "eeeh  baaaahh... la criiiiiiiisiiiiiii...". Ma andassero a f*****o, loro e quelli della musica.

Io l'ho scritto 3000 volte ormai: o cambiano modello di business (più o meno in maniera simile a ciò di cui parla Seppia), o vanno per aria. Ovviamente lo sanno anche loro esanno che dovranno cambiare, ma è schifoso il modo in cui tentano di restare aggrappati al loro sistema baronale; combattere l'avvento di una nuova tecnologia è impossibile.
L'altro giorno un noto pezzo grosso di una major gongolava: "ahhhh finalmente eMule è morto..." e tutti i sottoposti annuivano leccaculanti.

Bravo idiota, volevo dirgli. A parte che non è vero; se  anche fosse è perchè la gente s'è spostata verso un servizio migliore-->fa scaricare di più e prima. Sono patetici: gente di 50 anni che è fuori dalla realtà, non sanno manco loggarsi in gmail e pretendono di combattere la pirateria dei privati (quella non "criminale a scopo di lucro", che invece è da bastonare senza pietà) e si creda figa a chiamare la GdF e far chiudere Vedogratis.it e ad invocare la dottrina Sarkozy (rotfl) o a citare tutti quei dati idioti (che fanno i loro stagisti) secondo cui "la pirateria quest'anno ci ha fatto perdere 8000000 miliardi di paperdollari, come se senza internet un film scaricato=un film comprato.

R-I-D-I-C-O-L-I.
« Ultima modifica: 30 Giu 2009, 15:44 da pedro »
«Allora dev'essere molto pericoloso essere un uomo.» «Lo è, signora. E solamente pochi ce la fanno. È un mestiere difficile, e al fondo c'è la tomba.»

Offline Seppia

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Re: P2P, File Sharing e dintorni (ex "fate ciao...")
« Risposta #767 il: 30 Giu 2009, 15:32 »
Ovviamente lo sanno anche loro, ed è schifoso il modo in cui tentano di restare aggrappati al loro sistema baronale, ma combattere l'avvento di una nuova tecnologia è impossibile.

mhhh
non sono sicuro che dipenda SOLO dalle major
anzi
secondo me stanno subendo orrende pressioni dai retailers (virgin, fnac, quelli per cui lavori tu ecc), che minacciano di sabotarli se cominciano a fornire un vero sistema di diggital deliveri
perchè nella mia spiegazione di chi ci perderebbe, quando parlo di "distribuzione" mi riferisco ovviamente anche a loro
già me la vedo

Sony "ehhh vede caro sig Fnac, staremmo pensando di inserire il digital delivery a 1 euro per film perchè ne vendiamo sempre meno"
Fnac: "ecco bravi voi fatelo e vi cancello ogni prodotto con una anche vaga connotazione Sony dalle referenze vendute nella nostra catena. cosi per memoria, può guardare quanto rappresentiamo in percentuale del vostro fatturato annuo?"
Sony: "ahahahahahahah maccome non l'ha capito? era una battuta per spaventarla ahah son troppo simpatico"
Fnac: "molto simpatico, si. ah. ah. ah. ora se ne vada"
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Offline Daimon

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Re: P2P, File Sharing e dintorni (ex "fate ciao...")
« Risposta #768 il: 30 Giu 2009, 15:34 »
Infatti gli unici modelli possibili che vedo anche io per il futuro sono quelli proposti da Seppia, gli unici che hanno senso commercialmente.
La massa dell'appassionato per l'economicita' ma curata tipo una ben fatta ddelivery oltre ai prezzi, e le versioni fighette per chi ha soldi
da spendere nella sua passione.

Ma il p2p rimane di piu' che "non pagare la roba" non deve cadere.
Sanctus, sanctus, sanctus, Dominus Deus Sabaoth.<br />Hosanna in excelsis.<br />Benedictus qui veni

Offline pedro

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Re: P2P, File Sharing e dintorni (ex "fate ciao...")
« Risposta #769 il: 30 Giu 2009, 15:39 »
Ma no Seppia, guarda, non è così. Il problema è che si tratta proprio di gente vecchia dentro. Le due cose possono coesistere perfettamente: da BB\Fnac ecc... potresti comprare i punti per scaricare la roba (la gente comunque si fida poco della carta di credito) o vendere i set-top box come sta facendo, con ottimo succeso, Blockbuster negli Stati Uniti, pur essendosi mossa (per gli stessi motivi) con troppi anni di ritardo rispetto a Netflix.

Per i games succederà lo stesso. Voi non ve ne accorgete, ma il DD è già qui: itunes\iphone, PSPgo, X360 con HDD da 1TB all'orizzonte e giochi X360 (per il momento solo catalogo, presto tutti) scaricabili dal live ecc... Il fisico resisterà comunque: certo dovrà adattarsi, ma non morirà. Il problema, vero, è che vanno rivisti i modelli di business intesi come sostenibilità di TUTTA la catena del valore: Indy 4 può costare 185mln di USD, ma non se il 30% è il cachet di un attore e se questo ti porta a uscire con un film a 20e in BR.

Oggi è semplicemente folle.

Adesso il DD è solo un modo per non alzare il culo dal divano, ma deve diventare un'alternativa per pagare meno i contenuti.

EDITATO l'ingaggio di HF per Indy 4. 65mln su 185mln di costo del film. O_o
« Ultima modifica: 30 Giu 2009, 15:45 da pedro »
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Offline Konron

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Re: P2P, File Sharing e dintorni (ex "fate ciao...")
« Risposta #770 il: 30 Giu 2009, 15:50 »
già me la vedo

Sony "ehhh vede caro sig Fnac, staremmo pensando di inserire il digital delivery a 1 euro per film perchè ne vendiamo sempre meno"
Fnac: "ecco bravi voi fatelo e vi cancello ogni prodotto con una anche vaga connotazione Sony dalle referenze vendute nella nostra catena. cosi per memoria, può guardare quanto rappresentiamo in percentuale del vostro fatturato annuo?"
Sony: "ahahahahahahah maccome non l'ha capito? era una battuta per spaventarla ahah son troppo simpatico"
Fnac: "molto simpatico, si. ah. ah. ah. ora se ne vada"

Eh seppia ma tieni conto che l'importanza di Fnac e soci si riduce di anno in anno. Cioè si vende sempre meno roba, si arriverà ad un punto (correlato con l'arrivo di nuove generazioni nate col P2P) in cui le vendite saranno talmente basse che sony non si farà problema a sfanculare fnac.
Poi la fnac ha poco da fare la prepotente, se sony cambia modello di vendita i soldi se li fa comunque, se fnac viene abbandonata dalle major muore; secondo me è sony che tiene per le palle fnac alla fine, non il contrario.

Cmq ti quoto, il DD proletarissimo + copia fisica per gli appassionati è l'unica possibilità all'orizzonte, la gente che compra film cala ogni anno.
Capisco la perdita dei posti di lavoro per tutta la catena di rivenditori e distributori ma come dici tu è l'evoluzione, mi ricordano i luddisti, vogliono "rompere" il P2P come se fosse la soluzione, son destinati a morire e non lo accettano (giustamente).

Quoto pure pedro, ed aggiungo che proprio i blockbusteroni, che fanno introiti spaventosi anche rapportati ai costi folli che hanno, dovrebbero costare meno del film di nicchia che vende poco e ha bisogno di far pagare il singolo film di più.

Offline Konron

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Re: P2P, File Sharing e dintorni (ex "fate ciao...")
« Risposta #771 il: 30 Giu 2009, 15:52 »
EDITATO l'ingaggio di HF per Indy 4. 65mln su 185mln di costo del film. O_o
Quanto ha guadagnato solo al cinema? Se la mia teoria è giusta i film potrebbero regalarli un anno dopo l'uscita al cinema, tanto gli basta quella per fare miliardi, altro che vendere a 20€ il BD...

Offline pedro

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Re: P2P, File Sharing e dintorni (ex "fate ciao...")
« Risposta #772 il: 30 Giu 2009, 15:54 »
Oggi come oggi in generale il cinema serve a pareggiare, tutto il resto (home, merchandise ecc...) a fare guadagni.

Nel dettaglio di Indy 4 si è già strapagato al boxoffice: http://en.wikipedia.org/wiki/Indiana_jones_4#Box_office

Tra l'altro, non capsico perchè non fare politiche differenziate da paese a paese. In Russia, per dire, i negozio vendono gli screener dei film; screener prodotti dalle major, che ci guadagnano...
« Ultima modifica: 30 Giu 2009, 15:58 da pedro »
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Re: P2P, File Sharing e dintorni (ex "fate ciao...")
« Risposta #773 il: 30 Giu 2009, 15:57 »
Ma no Seppia, guarda, non è così. Il problema è che si tratta proprio di gente vecchia dentro. Le due cose possono coesistere perfettamente: da BB\Fnac ecc... 1) potresti comprare i punti per scaricare la roba (la gente comunque si fida poco della carta di credito) o vendere i set-top box come sta facendo, con ottimo succeso, Blockbuster negli Stati Uniti, pur essendosi mossa (per gli stessi motivi) con troppi anni di ritardo rispetto a Netflix.



2) Adesso il DD è solo un modo per non alzare il culo dal divano, ma deve diventare un'alternativa per pagare meno i contenuti.


ho diviso il tuo post in 1) e 2)
se mantieni il punto 1), 2) non si verifica per quello che dicevo io

un retailer non ha lo stesso margine netto globale (non percentuale) vendendo ipotetici "punti" che vendendo un CD/DVD fisico
a meno appunto che un digital delivery non costi quanto (o quasi quanto) un dvd/cd fisico, perchè se passi dal retailer anche per il DD, l'unica riduzione di costo che hai è quella logistica (vabbè, insignificante, perserà per 1 cent a DVD), del costo dei materiali (e anche qui si parla a dir tanto di 30 cents/unità), dello stoccaggio/handling (esagero? altro 10 cents a unità)


cioè un business model realistico/intelligente prevede costi divisi circa per 10 (per essere interessante per l'utente finale) e un margine interessante per il retailer banalmente "non ci sta dentro"

qui se si vuole arrestare il p2p gratis bisogna vendere a prezzi bassi
e per dividere i prezzi per 10, bisogna tagliar fuori degli anelli della distribuzione e relativi costi
altrimenti ballo figo bis hai il DD, ma costa quanto il fisico
e quindi hai il DD ma non lo vendi :)


Eh seppia ma tieni conto che l'importanza di Fnac e soci si riduce di anno in anno. Cioè si vende sempre meno roba, si arriverà ad un punto (correlato con l'arrivo di nuove generazioni nate col P2P) in cui le vendite saranno talmente basse che sony non si farà problema a sfanculare fnac.
Poi la fnac ha poco da fare la prepotente, se sony cambia modello di vendita i soldi se li fa comunque, se fnac viene abbandonata dalle major muore; secondo me è sony che tiene per le palle fnac alla fine, non il contrario.

nono, ti sbagli ti sbagli. non voglio fare il saccente eh, ma non conosci la realtà della distribuzione
oggi, al mondo, ci sono tre aziende, che non sono in una posizione di estrema debolezza verso i retailers (non dico in posizione di parità eh, dico NON ESTREMA DEBOLEZZA)

- Coca Cola con la Coca
- Apple con l'ipod/iphone
- Ferrero con la Nutella

altro che tenere per le palle
:)
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Re: P2P, File Sharing e dintorni (ex "fate ciao...")
« Risposta #774 il: 30 Giu 2009, 16:08 »
cioè un business model realistico/intelligente prevede costi divisi circa per 10 (per essere interessante per l'utente finale) e un margine interessante per il retailer banalmente "non ci sta dentro"

qui se si vuole arrestare il p2p gratis bisogna vendere a prezzi bassi
e per dividere i prezzi per 10, bisogna tagliar fuori degli anelli della distribuzione e relativi costi
altrimenti ballo figo bis hai il DD, ma costa quanto il fisico
e quindi hai il DD ma non lo vendi :)
non mi è chiarissimo il "per 10". Il prodotto deve costare produrlo un decimo rispetto al prezzo di vendita? Non ho ben capito. Ho capito però che se vuoi un prezzo basso non ci può essere il guadagno del negoziante, ed è pure ovvio.

Citazione
nono, ti sbagli ti sbagli. non voglio fare il saccente eh, ma non conosci la realtà della distribuzione
oggi, al mondo, ci sono tre aziende, che non sono in una posizione di estrema debolezza verso i retailers (non dico in posizione di parità eh, dico NON ESTREMA DEBOLEZZA)

- Coca Cola con la Coca
- Apple con l'ipod/iphone
- Ferrero con la Nutella

altro che tenere per le palle
:)
Per carità sono consapevole di non conoscerla, ci sei tu apposta per spiegarcela visto che sei del campo :)
Semplicemente io parlo per quanto vedo, che chiaramente è una visione soggettiva distorta.
Ad esempio capisco il caso coca-cola, uno che non la vende si fa del male da solo. Io direi che la coca cola li tiene per le palle perché non puoi non vendere coca cola...tu dici che invece pur essendo forte la coca cola è comunque più debole del retailer. Caspita non credevo...

Anche il caso dei DVD: la mia visione falsata mi dice che praticamente POCHISSIMI comprano film/musica, e quei pochi sono appassionati che magari li comprano online dal negozietto specializzato fornito meglio e con prezzi inferiori.
Da qui ho espresso la mia idea, ovvero che alla fine se Fnac non vende film sony è una perdita relativa perché ogni anno se ne vendono sempre meno, ma intanto magari recuperi bei denari col DD invece di perderci solo con il P2P.
Evidentemente io conosco gente giovane esperta del P2P, ma esiste un mondo di cinquantenni che compra film e che costituiscono un grosso mercato, comprensibilmente, altrimenti non capisco da dove deriva il potere di Fnac.

Cmq prima o poi le major si smarcheranno eh, è indubbio che il potere del retailer va calando con l'aumentare della pirateria.

Offline pedro

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Re: P2P, File Sharing e dintorni (ex "fate ciao...")
« Risposta #775 il: 30 Giu 2009, 16:13 »
Beh, Seppia, il costo logistico sul pezzo venduto non è quello, ma proprio per niente. ^^'

Ma al di là di questo, è chiaro che nel nuovo modello le imprese “calce e mattoni” guadagneranno sempre meno, ma se sapranno adattarsi non muoriranno. Per un retailer non conta solo il prezzo a cui vendi un prodotto: ci sono anche il servizio, la “shopping experience”. E ancora: un retailer può benissimo avere un film a 10€ in DD e a 20€ fisici, mica è detto che tutti comprino online. Ripeto, con BB in usa funziona perfettamente.
Io per esempio comprerò sempre online, mio papà o il mio amico niubbazzo sempre in negozio; i regali di natale li faremo entrambi in negozio, sempre.
Inoltre, la gente in negozio la tiri dentro con 30000 ragioni, mica solo l’acquisto del film. Per dire: lo so che vi sembra impossibile, ma tantissimi andrebbero comunque da BB a noleggiare perché così comprano anche Coca e Gelato. FNAC ha altri prodotti oltre al film, può fare cross-selling con i libri o altre categorie merceologiche… la cosa bella del retail è che si può fare davvero tutto… *se sei capace*.

Ah, dimenticavo: per dire, il publisher X italia paga alla major USA il gioco Y 13€ (compreso tutto, costo produzione, royalties al produttore della console ecc...) e lo vende a 52e+IVA in day one...


Sulla distibuzione: dipende chi sei, soprattuto in ambito DVD\VG. Vai da Halifax a dire che se non ti fa sconto non gli compri PES: se ne fottono, tanto venderanno lo stesso identico numero di pezzi italia. Chi non lo trova nel Seppia-Store andrà semplicemnete altrove... le cose cambiano ovviamente sui titoli minori, a cui come major devi dare visibilità o non vendi.

Comunque è un settore in cui i margini per i retailer sono 3/5% sull'HW e 18/20%, quando va benissimo, sul software...
« Ultima modifica: 30 Giu 2009, 16:19 da pedro »
«Allora dev'essere molto pericoloso essere un uomo.» «Lo è, signora. E solamente pochi ce la fanno. È un mestiere difficile, e al fondo c'è la tomba.»

Offline NastyBob

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Re: P2P, File Sharing e dintorni (ex "fate ciao...")
« Risposta #776 il: 30 Giu 2009, 16:19 »
ho seguito il dibattito e fila quasi tutto...
fatto sta che che se i cicciasangue non si danno una regolata con i prezzi, il tanto desiderato calo della pirateria non ha possibilità di esistere.
In tutta sincerità spero che il DD non prenda mai piede perchè con l'estinzione del supporto si perde quasi tutto il valore artistico del prodotto (dvd o cd) (e io ci perdo anche gran parte del mio lavoro tanto sudato... ma questo è un problema mio personale) la stampa la produzione il supporto stesso in limited edition, cartonato o qualunque esso sia è l'identità di un opera, motivo per cui inviare un file rar merdoso non potrà mai avere lo stesso valore di un beneamato cd per quanto moderno e fashion sia come sistema! (ma se succederà con la musica italiana ne sarò più che felice :) nel P2P ci vuole autocontrollo o almeno un senso della disciplina... insomma i prodotti presi a scatola chiusa spesso sono delle sòle e visto quanto costano nessuno si può permettere sorprese, qui giustifico il download spietato ma sempre in vista di un'acquisto dell'originale di ciò che mi avrà attizzato sul serio. Anyway i prezzi mostruosi io continuo a notarli solo in italia, quindi non c'è da meravigliarsi se ora vivo nella patria mondiale della pirateria...
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Offline pedro

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Re: P2P, File Sharing e dintorni (ex "fate ciao...")
« Risposta #777 il: 30 Giu 2009, 16:23 »
Specifico meglio una cosa: personalmente (magari sbaglio eh) non credo avremo mai un mercato retail 100% DD, anche quando il DD arriverà al massimo delle sue possibilità.
La "shopping experience", in qualche misura, conta *sempre* quando cacci del grano per un bene che è entertainment, anche se di valore modesto come libri o VG. È per questo che non si comprano i libri in gigamagazzinisupersconto, ma in posti fichissimi come Fnac o Feltrinelli a Milano. Per i barboni come me c'è ibs.it\amazon, ma le due cose coesistono e anche i negozi fisici continuano a guadagnare bene (cito i libri giusto per un parlare di un mercato che a livello online è "maturo").

Sintetizzando:

Per il mercato servono prezzi più bassi: deve cambiare il modello di business.

Come?

DD per le major, edizioni scatola\"lusso" con prezzo più alto per i negozi fisici; possibilità per i retailer di agire come aggregatori per il DD (es: set-top box, punti-card; chioschi per il download) sfruttando servizio e brand anche per spingere la vendita di prodotti correlati.

Che poi, dopo E3 con Sony è successo questo:

Citazione
Retailer "Ma perchè PSPgo non ha UMD"?

Sony "tanto non si vende, proviamo a fare noi direttamente il grano con PSN".

Retailer "ah grazie..."

Sony "Eh vabbè, vi diamo le card".

MS con X360 farà lo stesso, ma mica ci ammazziamo. Ci adattiamo, anche perchè il prodotto l'hanno loro e non ci sono beni sostitutivi. Non c'è la Pepsi per provare a rimpiazzare la Coca: GTA è GTA.

Tra l'altro la prossima exp di GTA uscirà anche in confezione fisica perchè sono convinti che cmq solo col DD si perdono vendite... Diciamo comuqnue che per i games è ancora un po' diverso: c'è il formato proprietario, la pirateria è meno accessibile e così via, ma i publisher games sono più furbi. Sarà per background, ma hanno una mentalità più orientata al DD. Per dire, fateci caso, adesso tutti i giochi per PC multiformato escono mesi dopo per non intaccare le vendite console, tanto si sa che la roba per PC la scaricano TUTTI, talmente è semplice e talmente il PC è diffuso. Ma se metti RE5 a Settembre, hai voglia da Maggio... se hai la scimmia non resisti. 

Per i film invece, o si danno una svegliata o fanno la fine della musica (che comunque non è in una situazione così grave quanto farebbero pensare i continui piagnistei dei baroni...) e lì si che ci vanno di mezzo, e chiudono, i retailer.
« Ultima modifica: 30 Giu 2009, 16:41 da pedro »
«Allora dev'essere molto pericoloso essere un uomo.» «Lo è, signora. E solamente pochi ce la fanno. È un mestiere difficile, e al fondo c'è la tomba.»

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Re: P2P, File Sharing e dintorni (ex "fate ciao...")
« Risposta #778 il: 30 Giu 2009, 16:41 »
Beh, Seppia, il costo logistico sul pezzo venduto non è quello, ma proprio per niente. ^^'

?
davvero? ovviamente mi fido eh, ma mi pare strano
stimavo la cosa sul fatto che un container 40 piedi per nave dalla cina costa in trasporto circa 700€, e stimo che ci si possano mettere circa 300.000 CD (stimando un cd a 0.0002 mcubi, un container ha una capienza di 63).
che fa circa 0,2€cent a CD. idem per il camion più o meno, si arriva circa a 1 cent massimo


Ma al di là di questo, è chiaro che nel nuovo modello le imprese “calce e mattoni” guadagneranno sempre meno, ma se sapranno adattarsi non muoriranno. Per un retailer non conta solo il prezzo a cui vendi un prodotto: ci sono anche il servizio, la “shopping experience”. E ancora: un retailer può benissimo avere un film a 10€ in DD e a 20€ fisici, mica è detto che tutti comprino online. Ripeto, con BB in usa funziona perfettamente.
Io per esempio comprerò sempre online, mio papà o il mio amico niubbazzo sempre in negozio; i regali di natale li faremo entrambi in negozio, sempre.
Inoltre, la gente in negozio la tiri dentro con 30000 ragioni, mica solo l’acquisto del film. Per dire: lo so che vi sembra impossibile, ma tantissimi andrebbero comunque da BB a noleggiare perché così comprano anche Coca e Gelato. FNAC ha altri prodotti oltre al film, può fare cross-selling con i libri o altre categorie merceologiche… la cosa bella del retail è che si può fare davvero tutto… *se sei capace*.

tutto vero, non ho detto che il retail morirà domani, nè che sia inutile :)
ho solo detto che se vendi a 10€ un CD dd e a 20 fisico, la gente scaricherà sempre molto. se funzionasse bensisimo come dici tu la gente non scaricherebbe :)
quello che dico io è che se vuoi un dd efficace devi vendere a 1-2€ in dd e a 20€ il fisico, cosi si che la gente non scaricherebbe/lo farebbe in maniera decisamente minore
ma l'unico modo di vendere in dd a 1-2€ è tagliare fuori il retailer, che al momento non è d'accordo

Ah, dimenticavo: per dire, il publisher X italia paga alla major USA il gioco Y 13€ (compreso tutto, costo produzione, royalties al produttore della console ecc...) e lo vende a 52e+IVA in day one...

urka
alla faccia che bei margini...
bisognerebbe capire però, per vedere la vera rentabilità, la quantità di invenduto, il prezzo medio venduto ecc ecc

Sulla distibuzione: dipende chi sei, soprattuto in ambito DVD\VG. Vai da Halifax a dire che se non ti fa sconto non gli compri PES: se ne fottono, tanto venderanno lo stesso identico numero di pezzi italia. Chi non lo trova nel Seppia-Store andrà semplicemnete altrove... le cose cambiano ovviamente sui titoli minori, a cui come major devi dare visibilità o non vendi.

ehm no qui il ragionamento sarebbe diverso
"se non mi fai lo sconto sugli altri prodotti (pes è chiaramente l'equivalente della nutella), ti compro SOLO pes"


Comunque è un settore in cui i margini per i retailer sono 3/5% sull'HW e 18/20%, quando va benissimo, sul software...

beh sono più o meno i margini medi di un qualunque retailer, soprattutto considerando che spesso e volentieri tutta la parte fuori fattura degli sconti è SEMPRE nascosta a tutti tranne che ai buyer in centrale e ai grossi manager
un carrefour per dire ha un margine medio percepito dal direttore del supermercato di circa 20 punti
quello reale inclusi fuori fattura sta circa sul 30
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Cit. Vn Vomo Givsto

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« Risposta #779 il: 30 Giu 2009, 16:45 »
Citazione
Retailer "Ma perchè PSPgo non ha UMD"?

Sony "tanto non si vende, proviamo a fare noi direttamente il grano con PSN".

Retailer "ah grazie..."

Sony "Eh vabbè, vi diamo le card".

MS con X360 farà lo stesso, ma mica ci ammazziamo. Ci adattiamo, anche perchè il prodotto l'hanno loro e non ci sono beni sostitutivi. Non c'è la Pepsi per provare a rimpiazzare la Coca: GTA è GTA.

no occhio a non confondere le cose

non è proprio uguale qui
attualmente, in dd escono prodotti diversi/dedicati, rispetto a quelli che ci sono su supporto fisico o sbaglio?

chiaro che è un passo, ma questa, per un retailer, è un'opportunità in più, non un pericolo
diverso sarebbe se pes uscisse in dd a 20€ al day one, ne converrai spero :)
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