Autore Topic: "Ninna Nanna" di Palahniuk  (Letto 1337 volte)

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Offline omotigre

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"Ninna Nanna" di Palahniuk
« il: 07 Gen 2004, 11:07 »
Non proseguite se non avete letto il libro!

Ho appena finito di leggere Ninna Nanna, e come per Soffocare non so dire se mi è davvero piaciuto. Come ha già detto qualcuno Palahniuk scrive soprattutto di idee, idee geniali, e questo libro ne è pieno, come sempre, dallo spunto di base del canto della dolce morte, e quindi alla critica della società silenziofobica, alla descrizione del nuovo grande fratello che canta e balla per noi, alla magia, al disgustoso Nash e alla sua necrofilia, a Helen alla sua Agenzia di immobili infestati. Però come già avevo constatato in Soffocare noto con dispiacere, ma ormai dovrei essermi rassegnato, che c'è un continuo riciclarsi di situazioni causato soprattutto da una costante e ripetuta condanna della massificazione che si finalizza nei fantasiosi tentativi di boicottaggio della società. Ostrica, come prima la madre in Soffocare, come prima ancora Tyler in Fight Club. E' per questo che alla fine mi sembra di leggere sempre lo stesso romanzo, o almeno di sicuro ci sono parti di molto simili.
E poi anche se so che i racconti di Palahniuk sono altro rispetto alla semplice storia, li leggi soprattutto per le idee, appunto, per lo stile e le riflessioni, le analisi della nostra società, dei nostri comportamenti e riesce sempre ad essere shockante, davvero un pugno nello stomaco, però è evidente come Chuck si dedichi molto anche alla storia che racconta, sia con i vari colpi di scena con cui chiude i suoi libri, sia con la coerenza e credibilità date anche dai particolari maniacali di cui infarcisce le descrizioni, sia in questo caso quando con le ultime pagine si tirano le somme e si giustifica la ricerca di Mona e Ostrica dato il loro "scudo". Quindi mi sento in diritto di farmi un paio di domande, giusto per rompere un po' le scatole. Come mai Helen si da tanto affanno a gestire la sua agenzia se ha un lavoro redditizio come killer? Non sono riuscito a capirlo.
E Ostrica quando prende possesso di Helen per "suicidarsi", anche se ammetto che è stata la parte del libro che più mi ha impressionato, però poteva scegliere un modo meno doloroso, davvero , per morire, non riesco ad immaginare qualcosa di peggio che spaccarsi i denti masticando diamanti, e lui nei panni di Helen questo dolore deve averlo provato completamente. Mah.
Ultima considerazione, d'accordo essere disturbanti, lo apprezzo, mi piace essere preso, sballottolato e sconvolto dalle parole, però a tutto c'è un limite, capisco anche il confronto con il doppio sul finale e quindi la necessità di mettere in qualche modo sullo stesso piano il protagonista, Carl e Nash, ma cazzo, la descrizione del rapporto postmortem con la moglie me la sarei davvero risparmiata.