La storia riportata da Ruko è divertente se guardata con cinismo, ma contiene elementi di conflitto familiare che sono invece drammatici: credenze non più condivise, vergogna per il giudizio degli amici, disapprovazione crescente di un coniuge verso l'altro ecc.
In riferimento agli ultimi post, devo dire che il mio rapporto con i concetti di "normalità" e "uomo medio" è cambiato parecchio negli ultimi anni, ovvero da quando ho iniziato a lavorare nel sociale dopo anni passati nel mondo delle aziende. Venendo a contatto con persone spesso non più giovanissime, con pochi studi alle spalle, con percorsi accidentati di vita e di lavoro, mi sono reso conto che ciò che rende speciali le persone è il dolore che si portano dentro. Se devo giudicare con distacco critico, io che ho vissuto una vita comoda e ho avuto l'opportunità di studiare e coltivare sogni, non valgo quanto chi ha dovuto barcamenarsi tra le difficoltà fin dall'infanzia. Sarà anche per colpa dell'età o della paternità, fatto sta ed è che il periodo dell'elitismo per me è del tutto passato, oggi provo maggior piacere nel riscontrare punti comuni con gli altri anziché differenze.