Senza contare che in MGS2 esiste anche un chiaro riferimento alla realtà come lo scandalo Watergate, di cui il presidente Regan cercò di cancellare i documeni compromettenti MGS2 è una decostruzione, continua, della realtà creata nella mente del giocatore.
MGS1 il messaggio chiave era la condanna del nucleare, ma evidentemente nessuno s'è accorto dei continui riferimenti alla realtà fatti nel gioco... pensavate forse fossero fatti soltanto per rendere più immersivo?!?!
Innanzitutto scusami il malefico cut.
Penso che con questo post tu abbia toccato un punto estremamente importante nell' analisi dell'opera Kojimiana: le tematiche.
Però penso sia un po' riduttivo ritrovare il messaggio chiave di MGS1 nella sola condanna del nucleare. Le problematiche affrontate sono tantissime, oltre al nucleare abbiamo la genetica, la ricerca della propria identità e tantissime altri spunti per una riflessione.
Poi ritengo che sia anche sbagliato definire il messaggio di MGS come un messaggio di condanna. Come accade nel bellissimo Bowling at Colombine nei vari MG e MGS non abbiamo una giudizio fermo ed insindacabile sugli avvenimenti e sulle tematiche che il gioco vuole affrontare ma una serie di spunti e di domande che lo spettatore-giocatore può sviscerare a seconda della sua idea e della sua conoscenza dell'argomento.
Ad esempio io sono rimasto veramente esterrefatto dalla quantità di contenuti riguardanti la biologia presenti nei due MGS. Oltre all'aspetto genetico "puro" (geni,cloni,DNA,Rna, virus,proteine ecc.ecc.), trattato con grande verosimiglianza, i giochi affrontano anche problematiche relative alla genetica delle popolazione (flussi migratori, evoluzione della popolazione ecc.ecc.) in modo veramente profondo, quasi enciclopedico.
Tornando alla questione delle critiche immeritate a Sons of Liberty, devo dire che mi fa imbufalire l'opinione generalmente negativa nei confronti di Raiden. Se guardiamo bene e a fondo nel personaggio di Solid in MGS1 troviamo che anche lui non era il mitico ed inossidabile eroe che egli è nel seguito. Egli non approda a Shadow Moses spinto da chissà quali motivazioni ideologiche, ma semplicemente perché viene "incastrato" dal Colonnello Campbell.
Il personaggio dubita di molte cose durante la missione, perfino della sua identità e dei motivi per il quale è al mondo. Ad un certo punto sembra quasi che non abbia nome.
Solid, al pari di Raiden, viene spesso svuotato di motivazioni e obbiettivi personali perché deve comunque essere un simulacro per il giocatore e, per quanto questo tipo di protesi digitale non possa mai coincidere completamente con il giocatore (cfr il saggio "Serio Videoludere" di Francesco Alinovi all'interno del libro di Matteo Bittanti "Per una cultura del videogioco"), deve essere comunque il più neutro possibile, per le ovvie funzioni metareferenziali che Kojima gli attribuisce.