Autore Topic: [PS2] Warhammer 40.000: Fire Warrior  (Letto 2359 volte)

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AndreaDF

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[PS2] Warhammer 40.000: Fire Warrior
« il: 20 Nov 2003, 10:33 »
Si sapeva, grazie a qualche saltuaria preview, che era in produzione un FPS per PS2, ispirato all’universo di Warhammer 40.000. Qualche immagine, qualche notizia appena accennata, poi il silenzio, fino all’uscita. Fire Warrior è stato confezionato per l’utenza, tutto sommato, in sordina. Poca pubblicità, quasi niente hype, attesa modesta.

Si sapeva che sarebbe stato un gioco che avrebbe puntato soprattutto sul complemento della serie di giochi da tavolo ideata da Gameworkshop. Nome importante per gli appassionati di miniature, lettori abituali della rivista specializzata White Dwarf. Passatempo fatto di manuali infiniti di regole e tiri di dado.

La domanda è semplice: cosa centra tutto questo con i videogiochi?

L’arcano è svelato. Se non siete tra quegli appassionati che hanno tempo e voglia di seguire un hobby che è quasi una professione ed un’autentica mania. Insomma per tutti gli “Altri” c’è il videogioco.
Doveroso segnalare come THQ si sia prodigata in un genere (ad iniziare dai due Red Faction), quello dei FPS, che su PS2 ha come unico esponente di rilievo Timesplitter 2.

Il giocatore impersona un giovane Tau, un alieno appartenete ad una razza divisa in caste rappresentate dai 4 elementi: terra, acqua, aria e fuoco. Il nostro alter Ego di nome Kais appartiene appunto ai Fire Warriors, la casta che distingue i guerrieri in questa società “Collettiva”. A tenere insieme la differenziazione sociale e dei compiti di questa civiltà aliena, la quinta casta “Gli eterei” che rappresentano una sorta di potere spirituale. Quando i marine spaziali approdano nel loro settore rapendo il più alto rappresentante degli eterei, non rimane che la guerra contro l’umanità. Così la tecnologia militare, fino a quel momento usata a scopi difensivi, per proteggersi dalle minacce più prossime al loro sistema, diviene necessaria per affrontare i terribili eserciti dell’Imperium. La battaglia epica li porterà fino ad allearsi con lo stesso nemico umano, ed a schierarci al suo fianco per il bene comune.

Livello dopo livello, tra un FMV più suggestivo dell’altro l’insieme ci calerà in una vicenda decisamente ben caratterizzata. Ed è proprio questa la forza di questo gioco. Dal punto di vista visivo il titolo sviluppato da Kuju fa del design il suo punto di forza. Potendo contare su una ambientazione tanto carismatica, la scenografia fa la sua parte per immergere il giocatore nella battaglia. I primi livelli si presentano come una guerra di trincea, gli effetti speciali non mancano nella frenesia dell’azione, che non manca di suggestionare, a tratti. Con il proseguo del gioco, l’arricchimento coreografico non fa che aumentare il piacere di assaporare tutti i dettagli della narrazione. Per esempio l’abbordaggio con un piccola scialuppa alla nave Ammiraglia dell’Imperum e i combattimenti contro i terribili Space Marines regalano vibranti sensazioni di trovarsi tra le spire del conflitto che anima Warhammer 40.000. La fluidità è più che buona, le texture pulite, le animazioni sufficientemente curate. Gli unici rallentamenti avvengono quando la somma degli effetti speciali, negli scontri a fuoco con più avversari finiscono per inficiare la fluidità. Niente di drammatico comunque, non tanto da influire negativamente sul gameplay.

Proprio sul gameplay arrivano le note dolenti. Se è vero che c’è sempre spazio per un FPS alla vecchia maniera, dove il termine sparatutto in soggettiva significava proprio fuoco a volontà in visuale frontale, è anche vero che oramai sono tanti e tali i progressi fatti nel genere, che poche varianti nel rappresentare qualche novità, non sono sufficienti a rendere l’esperienza appagante. Nello specifico si segnala l’obbligo di non appesantirsi di tutte e 17 le armi disponibili. Come in Halo sono solo due le armi che si possono portare con se. Altro aspetto, sono gli scontri corpo a corpo, che presentano una dinamica modello giochi con Light Gun. In pratica la nostra visuale subirà l’effetto dell’attacco, in primo piano, con distorsione e spostamento della visuale. Peccato che una vera dinamica negli scontri a brevissima distanza, sia inesistente se non per una parata pressoché inutile e un’arma bianca (una spada) equipaggiata di default, a dir poco ridicola. Per il resto la fauna che affronteremo si fa più ostinata con il proseguire del gioco, ma non per intelligenza ma per resistenza a cui si aggiunge l’aumento del numero di unità contro cui confrontarsi. Siamo in quel passato remoto dei FPS, in cui gli avversari erano la portata principale di un menù fatto di carneficina. E questo è imperdonabile, considerando che l’anno domini è il duemila e 4.
In conclusione, senza stravolgere ma neanche fare una figuraccia il gioco ha i suoi picchi di gradimento, grazie al design che domina, facendo si che metaforicamente si potrebbe parlare “Di una bella ragazza ma priva di sex appeal”.

Voto: 7 su 10



FOTO: www.playstation.it