Autore Topic: [PS2] Speed Kings  (Letto 2262 volte)

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[PS2] Speed Kings
« il: 02 Nov 2003, 21:00 »
Sistema:   PlayStation 2      Publisher: Acclaim     Developer: Climax     Versione: PAL



Speed Kings


Climax sale in cattedra per insegnarci che non sempre  chi è padrone della matematica sviluppa una certa dimestichezza con la chimica.

E’ evidente che il successo di Burnout 2, abbia aperto agli sviluppatori un nuovo sentiero grazie al quale riuscire a segnalarsi con poco sforzo nell’affollato panorama dei racing game. La rivalutazione dell’approccio più sinceramente arcade ai giochi di guida ha infatti sollevato numerosi team di sviluppo dall’esasperata (e onerosa) ricerca del realismo a tutti costi, tendenza che si era andata consolidando a seguito del successo senza precedenti di Granturismo. In tempi recenti, Criterion ha invece dimostrato come sia possibile ottenere un certo riconoscimento (ed il conseguente ritorno economico) attraverso un prodotto scarsamente originale e concettualmente poco impegnativo, in grado di farsi apprezzare per qualità semplici e genuine.

Dopo i mezzi passi falsi di Rally Fusion e The Italian Job, Climax continua ad occuparsi di corse con questo Speed Kings, titolo la cui sostanza ludica si propone di sposare idealmente la tradizione motociclistica di cose come Super Hang On e Moto Racer con il gusto per il brivido e la trasgressione tanto caro al racing di Criterion. Si tratta di gareggiare contro altri 5 piloti all’interno di circuiti in cui l’accesso al traffico regolare non è stato precluso. Il giocatore oltre a vincere la competizione in corso, deve quindi badare a non schiantarsi contro uno dei numerosi veicoli che transitano per i fatti loro, o contro le strutture architettoniche presenti sulla pista. Allo scopo di aggiungere un po’ di sale a questa basica ricetta, è data la possibilità di prodursi in una serie di trick e di condotte pericolose, volte al riempimento dell’immancabile barra del Powerband (si, è il turbo sotto mentite spoglie), il quale, una volta innescato, consente di mangiare l’asfalto a velocità supersoniche. Come Burnout prima di lui, SK incentiva la scelleratezza dell’utente, premiandolo elargendo dosi aggiuntive di boost, nel qual caso abbia il fegato di continuare a  comportarsi in maniera avventata anche a turbo attivato.

Attorno a questo concept,  è stata costruita una quantità degna di nota di modalità, fruibili sia in singleplayer che in compagnia di un amico. Oltre alle immancabili Corsa Singola, Time Trial, Testa a Testa, Gran Premio e Licenza (in cui cimentarsi in una serie di test volti ad impratichirsi con il sistema del Powerband), una menzione a parte la meritano i Raduni (gruppi di tre gare singole in cui è necessario ottenere un dignitoso piazzamento in classifica per poter passare al raduno successivo) e la Corsa Acrobatica (in cui occorre eseguire entro il tempo limite i trick che appaiono in lista). I primi sono impreziositi dalle c.d. “prove del rispetto”, ovvero di una serie di obiettivi legati in qualche modo allo stile di guida, da conseguire mentre si è impegnati nella competizione. Il loro soddisfacimento regala “punti rispetto” che consentono di sbloccare nuove motociclette (tutte fittizie) e accessori con cui vestire il proprio centauro virtuale. La Corsa Acrobatica nelle intenzioni voleva forse richiamare la spassosissima Modalità Stunt che Climax incluse nel precedente The Italian Job, tuttavia all’atto pratico si risolve in diversivo assolutamente inutile e superfluo. Peccato.

Ma le delusioni maggiori devono ancora arrivare, presagite da un comparto tecnico senza infamia e senza lode, capace di segnalarsi per un’ottima fluidità e per un riuscito algoritmo di blur a turbo arrivato, ma anche per una modellazione poligonale eccessivamente blocchettosa ed una scarsa ispirazione a livello di track design, visto che non c’è UN elemento architettonico, in grado di caratterizzare degnamente le piste. Il gameplay condivide sorti analoghe, lasciandosi consumare meccanicamente senza offrire le emozioni che era lecito attendersi da un gioco di questo tipo. SK offre barlumi di piacevolezza senza sfociare nell’esaltazione, ha l’aspetto di una Ducati Monster ma si guida come un Ciao. E’ una candela che si consuma placidamente, senza mai bruciare. E un titolo che porta nel suo DNA la promessa di inebriare non può macchiarsi di crimine peggiore.

Climax ha avuto l’idea di trasportare su due ruote il quid ludico di Burnout, ha studiato con scientifica perizia gli elementi di cui si compone, ha avuto la diligenza di arricchirlo con intuizioni proprie e di costruirvi una serie davvero nutrita di modalità di gioco e di bonus da sbloccare. Insomma ha dimostrato perspicacia nell’osservazione e scrupolosità nella ricostruzione, sommando algebricamente una mole considerevole di dati, ma le è sfuggito l’aspetto di maggior importanza: la chimica. La verve, l’appeal e la stordente adrenalina del best seller di Criterion sono rimaste fuori dalla porta, lasciando spazio ad un impianto di gioco poco smagliante, addirittura insapore.  
SK assomiglia ad una festa piena di gente e di cose da bere a cui ci si diverte poco: dura tutta la notte ma molti dopo aver bivaccato qua e là, l’abbandoneranno ben presto, dirigendosi altrove in cerca di qualcosa di meglio da fare.


Voto: 5.5






Immagini: http://www.acclaim.com/games/speedkings