Laputa è un bellissimo film *per i bambini delle elementari*. Senza nulla di denigratorio in questo, ha comunque quella semplicità, linearità narrativa, ingenuità che è propria di una storia dedicata a quella fascia di età. Lo si può quindi apprezzare solo in questo modo, se si è onesti. Per il sense of wonder (soprattutto al cinema), per la narrazione avvincente e così "fitta", per l'avventura ritmata, i meccanismi divertenti.
Se parliamo di 'contenuti', in Laputa ce ne sono pochi e niente. Sheeta, in particolare, è una sottiletta. Lui, da bravo bimbo, ha tutto il complesso della riabilitazione del nome paterno, il sogno del cielo, blah blah. Lei? "Ah s', sono la principessa di Laputa, vivevo con mia nonna nella fattoria in mezzo a nulla, ma poi IN QUALCHE MODO RIUSCIVO A TIRARE AVANTI DA SOLA". E stop. Con la faccia da "Sono carina, serve altro?" Chiaramente no.
In una sciarada di siparietti per bambini, dall'avventura al salvataggio, alla brava bimba che cucina per tutti e ruba il cuore a tutti, si arriva alla parabola della scienza.
E questo è l'unico contenuto del film. Ma è un contenuto bello.
Perché quando Sheeta si confronta con Muska, gli dice che "gli uomini non possono vivere distaccati dal suolo", come dire che il sogno umano di volare è fallace. E Muska risponde: "Laputa non si estingue. Risorgerà innumerevoli volte, Perché PROPRIO LAPUTA E' IL SOGNO STESSO DELL'UMANITA'"
E' molto bello, perché siamo già a Kaze Tachinu: quello del volo è un sogno maledetto (come le Piramidi!), ma l'umanità NON PUO' FARE A MENO di sognarlo, no?
Non importa se Icaro cade, prima o poi altri uomini faranno nuove ali per l'uomo.
Questo è molto significativo considerando che i disegni della sigla di testa fanno vedere il 'ciclo della civiltà di Laputa', dai mulini alle isole volanti, e poi la caduta (con gli zefiri irati), l'esodo, e Sheeta pastorella a chiudere il ciclo.
Ma resta un bel 'filmone per bambini'. A otto anni l'avrei adorato. Anche a dodici, siamo onesti. Ma lo vidi a diciotto. Ero già un po' in ritardo. :-/