Autore Topic: [N64] The Legend of Zelda: Ocarina of Time  (Letto 2091 volte)

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Offline Jello Biafra

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[N64] The Legend of Zelda: Ocarina of Time
« il: 04 Set 2003, 17:45 »
23 novembre 1998. Sugli scaffali dei negozi di mezzo mondo arriva il gioco che la comunità videoludica mondiale attendeva con la bava alla bocca da tempo oramai immemore. In quell’umido giorno d’autunno il cuore e la testa di chiunque giochi per passione più che per passare il tempo, erano altrove; non sul posto di lavoro, non a scuola, ma dentro 256 Mbit di pura, infantile magia.
Sarebbe inutile scrivere una recensione di Ocarina of Time, ed infatti questo pezzo vuole essere prima di tutto un atto d’amore. Un atto d’amore verso qualcosa di più di un semplice ammasso di plastica e silicio, un atto d’amore verso il titolo che probabilmente tra duecento anni sarà ricordato come simbolo stesso del gioco elettronico vero.

Quinto episodio di una saga che sino ad allora aveva fatto vedere altre quattro meraviglie (su NES, SNES e GB), OOT si distinse per una gestazione lunghissima e travagliata: annunciato per la prima volta allo Space World del dicembre 1995 come futura killer application del fantomatico lettore a dischi magneto-ottici del N64 (il famigerato 64DD), il gioco fu ricominciato da zero per ben due volte.
Nel 1997 fu definitivamente presentato come titolo esclusivamente su cartuccia. Osservando il risultato non si può certo dar torto alla Nintendo per una simile scelta.
Per anni videogiocatori e giornalisti sbavarono come caimani sulle foto che con diabolica regolarità venivano diffuse dalla grande N e l’attesa che si creò fu cosi mastodontica che poteva portare solo a due cose: una delusione epocale o un assoluto turning point della storia videoludica. Inutile dire quale delle due ipotesi si verificò…

Il gioco comincia con il piccolo Link, che, al contrario degli altri elfi Kokiri è privo di una fatina che lo segue ovunque, almeno fino a quando il Deku Tree, lo spirito della foresta non gliene assegna una un po’ particolare, Navi, che lo seguirà come un’ombra sino alla fine del gioco.
Il primo compito di Link è quello di entrare dentro il grande albero e rompere la maledizione che gli è stata lanciata da un misterioso uomo del deserto. Questo ovviamente è solo l’inizio, in quanto la trama sarà ricca di colpi di scena e vi porterà addirittura sette anni nel futuro, facendovi impersonare un Link adulto, con caratteristiche e armi radicalmente diverse dalla sua controparte bambinesca.
Al contrario di molti altri ripescaggi di personaggi e saghe famose ai tempi degli 8-16bit, OOT non si limita a riproporre pedissequamente il concept dei suoi illustri antenati aggiornandone solo la cosmesi, ma lo rielabora, lo amplia e aggiunge numerosi elementi originali, approfittando finalmente di quelle benedette tre dimensioni per creare qualcosa che prima sarebbe stato impossibile avere.
Sulla base di un action-rpg, i game designer Nintendo hanno realizzato un vero e proprio piccolo mondo virtuale, con le sue regole, le sue peculiarità e i suoi abitanti, tutti perfettamente caratterizzati.
La storia, al contrario dei più canonici (e limitati) JRPG, non diviene l’unico motore trainante che vi fa avanzare nel gioco, ma è solo un pretesto per poter visitare altri luoghi, conoscere altra gente, vivere altre situazioni, senza preoccuparvi di passaggi frustranti (il salto è automatico) o di una telecamera ballerina, in quanto il lock-on sul bersaglio vi eviterà inutili isterie; il sistema di controllo, proprio per questo, è uno dei migliori mai visti in un videogioco per semplicità e funzionalità.

Ma il punto di forza di OOT è sicuramente il gameplay; la varietà di armi e oggetti, il loro utilizzo intelligente, la complessità dei dungeon strapieni di enigmi logici e insidie, le splendide sub-quest, perfettamente integrate nella storia principale, i divertentissimi sottogiochi, i boss giganteschi, battibili seguendo strategie precise a mai scontate, l’apprendimento costante di nuove abilità con cui proseguire o magari tornare in posti prima inaccessibili, la presenza dell’Ocarina, vero e proprio gioco nel gioco, vista la cura e la completezza con cui è stata implementa e molto, molto altro ancora. Potremo dire che OOT è la sintesi di vent’anni di videogiochi Nintendo e, prima ancora, di vent’anni di videogiochi e basta.
Tuttavia il coinvolgimento massimo che cattura il giocatore è dovuto anche alle emozioni pure e semplici che il gioco regala a piene mani: come descrivere il timore che pian piano lascia il posto alla curiosità che si prova una volta estratta la Master Sword e ritrovatisi adulti, cosi, all’improvviso?
O ancora l’incredibile senso di meraviglia che arriva puntuale all’inizio del gioco (e non se ne va più), una volta lasciata la foresta, quando di fronte al piccolo elfo si staglia l’enormità dei campi di Hyrule, dove mano a mano il sole tramonta e il giorno lascia magistralmente il posto all’oscurità? Per non parlare del tesissimo crescendo di tensione alla fine del gioco, o dell’epico scontro finale, apice dell’esaltazione che un mucchio di bit possono causare. E questi sono solo esempi.
Perché OOT è magia, magia allo stato puro: è come se Miyamoto ed il suo team avessero preso i sogni di tutti noi bambini (si, ho detto bambini) e li avessero messi dentro una cartuccia diventata ormai leggendaria.
In una parola: colossale.


GRAFICA: 10
SONORO: 10
GIOCABILITA’: 10
LONGEVITA’: 10
GLOBALE: 10