Una IA ben fatta dovrebbe garantire un comportamento non solo intelligente, ma anche verosimile.
Se giudicassimo un avversario digitale solo per quanto ci fa sudare il batterlo, allora ci saremmo fermati a pong al massimo livello di difficoltà.
Un comportamente
verosimile richiede non solo dedicare praticamente tutte le risorse possibili per un software all'IA, ma esige anche il dover tener conto di una miriade di variabili.
Condivido in pieno ciò che ha scritto Melaquit nella seconda parte del suo post: talvolta si confonde (troppo spesso) un IA perfetta con una IA umana. E' naturale che un elaboratore, potendo contare su una velocità di calcolo e di esecuzione impunemente superiore a quella di un essere umano, potrà eseguire azioni meccaniche previste da un software milioni e milioni di volte meglio che non da noi, pur tuttavia non dimostrando di essere
verosimile.
La sfida + bella è proprio lì: sarebbe fantastico poter giocare in multiplayer con 4 bot
umani, cioè capaci di fare ciò che una macchina non sarebbe in grado di fare: errori e scelte.
So bene di scoprire l'acqua calda, ma l'idea che ho io dell'IA è proprio questa: poter affrontare un nemico forte, ma non imbattibile... con lo stesso identico spirito con cui si affronta un amico in una partita on-line o magari con il multi-tap.