Bhè Kenzo in realtà non ho giudicato la pellicola USA in base a un presunto integralismo nipponico, stà di fatto che l'originale in questo caso sia giapponese...ad esempio riservo lo stesso giudizio sintetico (ovvero inutile) anche alla versione manga di Spider Man.
Concordo pienamente con te sul fatto che i due approcci allo stesso tema (nipponico e statunitense) possano risultare più o meno godibili in funzione dei gusti dell'osservatore ma rimango del parere che la versione americana potesse essere di gran lunga fatta meglio.
La storia come dici tu (e a ragione) è più articolata, forse troppo e questo è il problema, si basa su una linea di processi causa-effetto eccessivamente chiara che lascia ben poco alle fantasie dello spettatore (e quindi anche alla paura, non solo durante ma sopratutto dopo la visione).
E' lo stesso problema che affligge anche altre produzioni del genere, pure nipponiche come Dark Water, decisamente ben strutturato all'inizio ma nel quarto d'ora finale guida un pò troppo "per mano" l'utente nel chiarire la vicenda, facendo risultare la storia sin troppo lineare e consequentemente anche meno fascinosa.
Ritengo che il concept di Ringu (e anche del romanzo originale da cui è tratto) sia quello di disturbare l'utente tramite una serie di imput volutamente non cosnequenziali nè autoesplicativi che attecchiscono nella sua mente facendogli produrre ipotesi ancor più inquietanti forse, di quelle ideate originariamente dagli autori.
Nel corso dei tre film i tasselli poi si compongono (e scompongono) rendendo più chiaro ma anche più ricco di zone d'ombra, il disegno finale giocando continuamente con lo spettatore.
Un buon lavoro a mio giudizio, decisamente originale, come lo sono anche le soluzioni visive utilizzate. Ad esempio i movimenti bizzarri e macabri di Sadako (da voi citati) sono stati realizzati facendo muovere l'attrice al contrario e poi invertendo l'ordine dei fotogrammi...tecnica semplice ma efficacissima a mio parere.
Tutti questi elementi (che imho costituiscono poi l'anima di Ringu) sono andati banalizzati nella versione americana in cui le locations sono varie ma rese oleografiche, scontate,la recitazione (come tu stesso concordi) non è il massimo (Noa è veramente fuori luogo) e la trama viene portata avnti con una regia non adeguata che non riesce ad incalsare sullo spettatore (luci e tagli di inquadrature troppo di maniera per un concept di rottura come quello trattato).
Concludo sottolineando che non sono contro i remake ma questo propio mi ha deluso e informandovi, qualora già non lo sapeste (mi sembra di aver capito che nutrite un certo interesse verso Ring in tutte le sue forme), che è disponibile per Dreamcast un'avventura (the ring) ispirata alla trilogia nipponica (versione anche USA). Non è Silent Hill ma se si è appassionati può piacere
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