Un appiattimento del livello di difficoltà era immaginabile. Mi ricordo quando cominciai a giocare in sala giochi, circa 26 anni fa. L'abilità, la prontezza di riflessi e la tenacia erano le tre caratteristiche fondamentali del videogiocatore che faceva spettacolo. Intorno al cabinato si radunava la gente per vedere le prodezze di quello che al contempo era considerata un'aberrazione e un miracolo della natura. Quel senso di sfida rimase in me fino alla fine dell'era 16 bit, a parte alcuni casi come i grandi classici RPG. Ricordo avventure testuali, e simulatori di volo per amiga e PC ma la tendenza era quella della sfida a tutti i costi.
Nella generazione 32-64bit, il videogioco è diventato un prodotto multimediale, multiespressivo, duttile e massificato.
Il videogioco 128 bit sta facendo da ponte. Da una parte titoli che si prefiggono di vendere ancora prima di arrivare sugli scaffali, che hanno lo scopo di intrattenere, dall'altra i giochi per videogiocatore che faceva spettacolo, il tanto decantato Hardcore gamer.
Il succitato diffilmente si accontenta e se ogni tanto di diverte ad essere intrattenuto, bene....ma poi si stanca, si annoia e via al ritorno della roba tosta.
Uno sparatutto a scorrimento in piena era 128bit, diventa prodotto di culto per questi individui malati e perennemente insoddisfatti.
Ovviamente con queste affermazioni sto provocando, ma lo spunto è: questo ponte a 128bit dove sta andando a buttarsi?
E' un ponte di cartone o sta creando solide fondamenta?