Autore Topic: [PS2] Tokyo Xtreme Racer  (Letto 1970 volte)

0 Utenti e 1 visitatore stanno visualizzando questo topic.

AndreaDF

  • Visitatore
[PS2] Tokyo Xtreme Racer
« il: 02 Lug 2003, 07:06 »
Fagocitato da Genki per i possessori del nuovo gioiello sony, TXR fa il suo debutto su PS2, a console appena entrata a far parte del mercato globale. Come un fulmine a ciel sereno si presenta tra i primi titoli dell’ammiraglia 128 bit della grande “S” in Europa, sotto etichetta Crave, con un’offerta lorda e peso netto tutto da valutare.

Offerta lorda.
Sul piatto della bilancia Genki mette il collaudato concept già positivamente sperimentato nelle versioni precedenti, in particolare nel secondo titolo della serie uscito su DC. Da quest’ultimo prende l’estensione dei/del circuito che si snoda attraverso la tangenziale intorno a Tokio, con tutte le deviazioni ed i percorsi alternativi, da vivere a piede schiacciato sull’acceleratore, in cerca di duelli automobilistici. Ritroviamo più di 400 avversari da sfidare in una sorta di picchiaduro a metri, dove chi è in testa risucchia la barra dell’energia dell’avversario, fino alla sconfitta e relativo incasso in pecunia per il potenziamento, e/o l’acquisto di auto più prestanti. All’allargamento dell’offerta automobilistica, ora si aggiungono anche modelli speciali, che nello specifico sono le macchine dei boss. Non più versioni lisce, ma veri e propri mostri di prestazione che sono pronti a diventare proprietà del giocatore, distinguendosi per colorazioni bizzarre e serigrafie. Quindi una volta acquistato (con i pochi soldi di partenza) il catorcio con cui iniziare ad essere un pilota underground, non rimane che cominciare ad abbagliare a tutte le macchine segnalate sul radar, da una ben visibile freccia blu. Insomma a dirla a breve i vostri avversari.  

Peso netto.
Il titolo odora di mea culpa da parte di Genki, che ricostruisce uno dei suoi prodotti più conosciuti (soprattutto in giappone), per farsi perdonare i bug con cui gli utenti DC erano costretti a convivere. E non “Adatta” ma rifonda, prende l’insieme e lo forgia per la console sony, ma lo fa male. Male perché in attesa di GT3, un maggiore impegno avrebbe dato nuova cera ad un gioco che aveva il proposito, nel suo passaggio da prodotto di nicchia a titolo appetibile al grande pubblico, di diventare una vera alternativa videoludica nelle competizioni automobilistiche.
A niente serve un’estensione dell’orizzonte visivo e una migliore definizione dell’immagine. Unico vero apprezzabile miglioramento nella qualità di gioco, oltre i replay ora in grado di rendere giustizia all’azione su strada. Ma il resto non convince. Non convince la modellazione delle auto che sono decisamente meno solide della controparte DC; i poligoni ci sono tutti ma si ha come la sensazione che siano “Finte”. Non convince il sistema di gioco, con duelli che sono diventati più lunghi e meno impegnativi e che spesso finiscono per carenza degli avversari, più che per proprie capacità. Non convince perché il pad sony non ha i grilletti analogici del pad DC, denigrandone così la parte simulativa, che lascia il posto ad una sensazione di guida arcade, decisamente semplicistica. Anche se è possibile il dosaggio del gas, grazie ai  pulsanti del dual shock 2 che offrono 253 livelli di sensibilità, si finisce spesso di traverso. Questo porta  a recuperi in sbandata alla Ridge Racer, che sanno poco delle curve pennellate che si riuscivano ad ottenere sulla console Sega. Non convince perché il settaggio della macchina fa sentire poche differenze nelle prestazioni, limitandosi solo alla variazione di un peggiore o maggiore grip, e solo sulle macchine più agili (leggi i modelli di derivazione rally). Non convince perché la cascata di soldi che investe il giocatore quando riesce a battere alcuni avversari, che sulla carta dovrebbero risultare i più tosti, permettono l’acquisto di parti e bolidi che sbilanciano verso il “Molto facile” l’intera esperienza.
Infine l’adattamento Pal: arrivato a tempi di record  presenta bande nere, rallentamento totale del gioco con compromissione della sensazione di velocità, e ad uno schiacciamento dell’immagine decisamente deprimente.
Quindi un grosso buco nell’acqua, che lascia l’amaro in bocca, nel tentativo, da parte di Genki, di esporre un titolo di nicchia al mass market. Un titolo che ha dovuto sacrificare al compromesso tutto ciò che su DC lo aveva distinto. Sicuramente TXR si lascia giocare, se lo prendete in mano la prima volta, ma è fortemente sconsigliato a chi può procurarsi o è in possesso della sua precedente incarnazione.